ESCLUSIVA - Chauvin: "Atta ha l'intelligenza tattica per giocare all'Inter. Diouf? Lo vedrei bene a..."
I due acquisti francesi del mercato dell'Inter, Ange-Yoan Bonny e Andy Diouf stanno avendo un impatto diametralmente opposto in nerazzurro. L'attaccante, prelevato dal Parma, si sta rivelando un calciatore maturo per recitare un ruolo da protagonista in una big. Il centrocampista, acquistato dal Lens, ha invece visto il campo con il contagocce, non essendosi ancora integrato al meglio nel contesto del calcio italiano. Di ciò, e di un altro centrocampista francese molto interessante del Campionato italiano, la redazione de L'Interista ha parlato con l'allenatore transalpino Landry Chauvin, che ha avuto modo di lavorare con tutti e tre. Di seguito l'intervista.
Si aspettava un impatto così devastante di Bonny all'Inter?
"Non mi sorprende affatto perché è da un po' che gioca in Italia, dunque è completamente abituato al Campionato italiano e alle sue esigenze. Inoltre, ha modo di lavorare con un allenatore che conosce bene. Bonny è una persona che osserva, che lavora e che può essere decisiva quando chiamata in causa. Dunque no, non sono per nulla sorpreso dal suo rendimento".
La Costa d'Avorio, come rivelato dal CT Fahe, sta tentando di convincere Bonny ad unirsi alla Nazionale ivoriana. Con la Francia che non lo ha ancora convocato in Nazionale maggiore, come pensa possa evolversi tale situazione?
"Se fossi al posto del tecnico Emerse Fahe, ovviamente penserei a Bonny perché c'è la Coppa d'Africa che si avvicina e anche un Mondiale (nel 2026, ndr.). Si tratta di due appuntamenti molto importanti. Anche se Ange-Yoan, finora, non è stato convocato dalla Nazionale maggiore francese, è sempre stato chiamato a far parte delle squadre giovanili della Francia. Ecco, sono rimasto soprattutto sorpreso che non sia stato convocato per il raduno con la Francia U21. Che non sia in Nazionale maggiore è logico, dato che c'è attualmente molta concorrenza, mentre che non sia nell'U21 è sorprendente - ma bisogna rispettare le scelte del selezionatore. Ad ogni modo, è logico che la Costa d'Avorio si interessi a lui: se fossi Yoan, anche se so che adora la Nazionale francese, forse mi chiederei anche della possibilità di disputare una Coppa del Mondo a fine stagione".
Immaginava tali difficoltà di ambientamento, nel contesto del calcio italiano, per Diouf?
"Sono sorpreso che non faccia parte delle rotazioni, soprattutto perché è un ragazzo che riesce ad adattarsi ovunque. Penso che forse non sia ancora sufficientemente integrato, soprattutto per quanto riguarda la lingua".
Pensa che sia opportuno cederlo in prestito a una squadra italiana meno blasonata?
"Non so. Aveva già avuto un'esperienza all'estero, in Svizzera (al Basilea, ndr,), in cui era andato molto bene. Piuttosto che prestarlo in seconda divisione, io lo cederei più volentieri a una squadra della seconda metà della classifica di Serie A, perché ha ampiamente il livello per giocare nel massimo Campionato italiano. Penso che ciò sarebbe molto più vantaggioso per lui e per l'Inter. Quando vedo un Arthur Atta, che ha caratteristiche diverse, esplodere all'Udinese, allora penso che un Andy Diouf possa tranquillamente giocare in un Club di seconda fascia della Serie A. Potrebbe essere interessante per imporsi all'Inter nella stagione successiva".
A proposito di Atta, di lui si parla anche in orbita Inter. Cosa può dirci di lui?
"Lo conosco da moltissimo tempo perché sono amico dei suoi genitori. L'ho visto crescere, da piccolo, accompagnato da suo padre che era uno dei miei colleghi nel centro di formazione del Rennais all'epoca. Poi, l'ho visto a 14-15 anni, quando era in pre-formazione al Rennais: era ancora molto esile, minuto. Non gli era stato ancora proposto di entrare nel centro di formazione in quel momento. Successivamente, suo padre è andato alla cellula di reclutamento dell'FC Metz, così Arthur ha lasciato il Rennais perché non era in possesso di un contratto in quel momento. Questo gli ha fatto molto bene. L'ho visto regolarmente, quando lavoravo alla Federazione francese di calcio a Metz: Arthur ha avuto modo di crescere, farsi valere e rafforzarsi. È stato così naturale che lo prendessi nell'U20 pensando sinceramente di averlo per la Coppa del Mondo in Argentina. Purtroppo, avendo l'FC Metz rifiutato la sua selezione, non ho potuto averlo a disposizione. Ma l'ho avuto nell'anno successivo, quello preparatorio ai Giochi Olimpici. Ha disputato il torneo di Tolone con me, nel quale è stato eccellente. Per scelta dell'FC Metz, poi, è stato ceduto in Italia".
Lo reputa pronto per una big?
"Sono piacevolmente sorpreso dalla sua progressione e dal suo rapido adattamento. È una persona che può sembrare riservata, ma sa esprimersi quando è in campo. Arthur è un giocatore elegante, ha una super visione di gioco, è capace di giocare in più ruoli. Quando era più giovane, giocava da attaccante nel periodo di pre-formazione. Questo, oggi, gli serve moltissimo. Lui è un centrocampista offensivo moderno dotato di una lettura del gioco sopra la media, secondo me. Penso che l'Udinese sarà come un trampolino di lancio, per lui, e che potrà molto presto approdare a una grande squadra del Campionato italiano perché ha la capacità e soprattutto l'intelligenza tattica per farlo. Doti, queste ultime, che sono molto importanti negli sport collettivi moderni".
Vuole aggiungere qualcosa, a conclusione dell'intervista?
"Sì, sono alla ricerca di una nuova sfida. Se ci dovesse essere un Club interessato al mio profilo (Chauvin è stato tecnico - tra le altre - della Francia U18, U19 e U20), guarderei a quest'ipotesi con grande piacere".
Si ringrazia Landry Chauvin per la disponibilità.






