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TMW RADIO - Caliandro: "Regolamento FIFA, così rischiano piccoli agenti e i giovani calciatori"
La voce dell'agente con Giulio Dini e Francesco Caliandro -
Maracanà con Marco Piccari
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Ospite di TMW Radio, durante Maracanà, nel secondo appuntamento della rubrica "La Voce dell'Agente" in collaborazione con A.I.A.C.S. – Associazione Italiana Agenti Calciatori e Società è stato Francesco Caliandro, consigliere del direttivo dell'associazione.
Gli agenti stanno insorgendo contro il nuovo regolamento FIFA. Perché?
"E' entrato a gamba tesa nel mondo regolamentato dalle federazioni nazionali, in particolare italiana e francese. Quello che ha introdotto la FIFA, che tutti vogliono far passare come un regolamento che mette dei limiti ai compensi e come una lotta al demone dell'agente. Il regolamento ha sovvertito la figura dell'agente, perché per rispondere alle esigenze del calcio di oggi, c'è stato bisogno di adeguare la figura del procuratore a una figura come quella dell'agente perché oggi a questo gli si chiede con la sua rete di rappresentare anche le società. All'agente viene chiesto di trovare delel soluzioni in certi contesti e la FIFA ha ridotto un limite di rappresentanza quando negli anni scorsi sono stati loro ad estenderla".
L'agente è diventato fondamentale nel calcio globalizzato ma ora è stato limitato da questo regolamento. Perché si vuole penalizzare l'agente sotto il profilo economico? E perché non si crea un confronto con i rappresentati della categoria?
"I tentativi sono stati fatti e non solo uno, anche tramite la nostra associazione. Si è cercato di trovare un equilibrio giuridico e normativo che tenga presente le evoluzioni e le richieste del calcio attuale. Non so perché non vogliano sentirci. L'invito c'è stato ma è rimasto inatteso. Si sono mossi non solo i procuratori sudamericani contro questo regolamento ma anche quelli delle federazioni europee".
Una forte contrazione delle prospettive di ricavo da parte degli agenti medio-piccoli può mettere a repentaglio la loro sopravvivenza? E i giocatori di bassa categoria rischiano di essere esposti a una mancanza di tutela?
"Non parlerei solo di giocatori di bassa categoria. Io ci metterei i giovani a cui le leghe devono attingere per rimpinguare le loro formazioni. Questo freno che viene messo nel tetto delle commissioni rende più vulnerabili le giovani strutture che sono di supporto e creano risorse nell'andare a cercare giovani talenti. Per queste realtà è assolutamente un pericolo".
Quale il tetto massimo che vorrebbe mettere la FIFA? Ma c'è un tetto anche per l'intermediazione?
"E' un tetto per tutto, ma si fa un distinguo a seconda della soglia dei compensi. Di sicuro c'è che loro hanno inserito un divieto, che è quello di poter rappresentare la società che vende. Ma se si è lottato per identificare l'agente rispetto al procuratore, non riesco a capire per cui l'agente del giocatore non possa rappresentare il club venditore, pur avendolo assistito nell'acquisto precedente. Chi meglio dell'agente può rappresentare anche il venditore?".
Sono sotto la stessa regolamentazione chi assiste i propri familiari giocatori?
"Col nuovo regolamento in Italia, che ha istituito il registro professionale degli agenti sportivi, non è più possibile questa figura".
Gli agenti stanno insorgendo contro il nuovo regolamento FIFA. Perché?
"E' entrato a gamba tesa nel mondo regolamentato dalle federazioni nazionali, in particolare italiana e francese. Quello che ha introdotto la FIFA, che tutti vogliono far passare come un regolamento che mette dei limiti ai compensi e come una lotta al demone dell'agente. Il regolamento ha sovvertito la figura dell'agente, perché per rispondere alle esigenze del calcio di oggi, c'è stato bisogno di adeguare la figura del procuratore a una figura come quella dell'agente perché oggi a questo gli si chiede con la sua rete di rappresentare anche le società. All'agente viene chiesto di trovare delel soluzioni in certi contesti e la FIFA ha ridotto un limite di rappresentanza quando negli anni scorsi sono stati loro ad estenderla".
L'agente è diventato fondamentale nel calcio globalizzato ma ora è stato limitato da questo regolamento. Perché si vuole penalizzare l'agente sotto il profilo economico? E perché non si crea un confronto con i rappresentati della categoria?
"I tentativi sono stati fatti e non solo uno, anche tramite la nostra associazione. Si è cercato di trovare un equilibrio giuridico e normativo che tenga presente le evoluzioni e le richieste del calcio attuale. Non so perché non vogliano sentirci. L'invito c'è stato ma è rimasto inatteso. Si sono mossi non solo i procuratori sudamericani contro questo regolamento ma anche quelli delle federazioni europee".
Una forte contrazione delle prospettive di ricavo da parte degli agenti medio-piccoli può mettere a repentaglio la loro sopravvivenza? E i giocatori di bassa categoria rischiano di essere esposti a una mancanza di tutela?
"Non parlerei solo di giocatori di bassa categoria. Io ci metterei i giovani a cui le leghe devono attingere per rimpinguare le loro formazioni. Questo freno che viene messo nel tetto delle commissioni rende più vulnerabili le giovani strutture che sono di supporto e creano risorse nell'andare a cercare giovani talenti. Per queste realtà è assolutamente un pericolo".
Quale il tetto massimo che vorrebbe mettere la FIFA? Ma c'è un tetto anche per l'intermediazione?
"E' un tetto per tutto, ma si fa un distinguo a seconda della soglia dei compensi. Di sicuro c'è che loro hanno inserito un divieto, che è quello di poter rappresentare la società che vende. Ma se si è lottato per identificare l'agente rispetto al procuratore, non riesco a capire per cui l'agente del giocatore non possa rappresentare il club venditore, pur avendolo assistito nell'acquisto precedente. Chi meglio dell'agente può rappresentare anche il venditore?".
Sono sotto la stessa regolamentazione chi assiste i propri familiari giocatori?
"Col nuovo regolamento in Italia, che ha istituito il registro professionale degli agenti sportivi, non è più possibile questa figura".
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