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L'Inter nel futuro? Fabbian: "Ora sto benissimo a Bologna. E all'Italia ora non ci penso"TUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
mercoledì 28 febbraio 2024, 13:53Serie A
di Tommaso Bonan

L'Inter nel futuro? Fabbian: "Ora sto benissimo a Bologna. E all'Italia ora non ci penso"

"Che allenatore è Thiago Motta? Con lui mi trovo benissimo. È un maestro di calcio che chiede molto a ciascuno di noi e sa garantire un clima molto bello, molto sereno all’interno dello spogliatoio, in campo e fuori. Sa essere duro, quando serve. E aiuta a migliorare, tecnicamente e tatticamente". Parla così Giovanni Fabbian, uno dei protagonisti della stagione del Bologna, nella lunga intervista a La Gazzetta dello Sport: "Siamo un gruppo di ragazzi che hanno una gran voglia non solo di vincere, ma di giocare al calcio. Che considerano questo verbo, giocare, non come una pura definizione, ma come un invito a vivere il football come invenzione e disciplina, come talento e organizzazione. Siamo focalizzati sugli obiettivi che mister e società ci danno".

Penso che lei sia il tipo di giocatore che piace a Spalletti, non solo per come gioca, ma per come è.
"Ora non ci penso, mi sembra tanto, troppo. Ovviamente sarei felice, onorato. La maglia azzurra è il sogno che popola l’immaginazione di ogni ragazzino che spera di giocare al calcio. È quindi anche il mio sogno, ma posso attuarlo solo giocando bene e comportandomi meglio. Così, solo così, questo tipo di desideri si avvera".


Non le chiedo se tornerà all’Inter o cosa farà, tanto lei non mi risponderebbe.
"Sto benissimo qui, e non è una risposta diplomatica. È un gran gruppo, ci divertiamo. Il domani lo affronteremo domani".

Lei andò via di casa per raggiungere il collegio dell’Inter a quindici anni. Si ricorda quel momento preciso?
"Ho dovuto salutare la famiglia ed è stata dura. Ero un bambino o poco più e qualche lacrima è scesa. Però è stata un’esperienza bellissima, che mi ha fatto crescere. Con molti di quei ragazzini soli ho mantenuto un legame che credo resterà per sempre. La prima notte è stata difficile, ma ero curioso di provare cose significava bastare a sé stessi, vivere senza la cura dei genitori e dunque anche avere autonomia. Mi creda, anche quando la nostalgia mi acchiappava il cuore, non ho mai avuto voglia di tornare indietro".