
Sucic, Luis Henrique e De Winter. A Monaco the last dance: l’Inter pronta a cambiare sul mercato
Petar Sucic è già a tutti gli effetti un giocatore dell’Inter, e lo sarà in occasione della prima edizione del nuovo Mondiale per club FIFA. I nerazzurri lavorano perché ci sia anche Luis Henrique, esterno brasiliano con il quale c’è già un accordo di massima e resta da trovare quello con l’Olympique Marsiglia. E poi c’è Koni De Winter, difensore belga che piace parecchio, anche a costo di fare un piccolo favore alla Juventus, che dal suo addio al Genoa incasserebbe il 10% del prezzo.
L’Inter è pronta a cambiare. Due 2003 e un 2001. Giovani (non -issimi), talentuosi, con ingaggi diversi da quelli dei parametri zero. Destinati a crescere di valore col passare del tempo, specie in mano a Simone Inzaghi. È la nuova linea di casa Inter, varata con l’arrivo di Oaktree e di cui ha parlato a più riprese Giuseppe Marotta. Per escludere rivoluzioni, il che di solito serve ad anticiparne. Quella interista sarà, magari moderata dall’esperienza di una dirigenza che ha costruito un ciclo vincente e vuole prolungarlo, quasi copernicana.
A Monaco the last dance. Comunque vada, all’Allianz Arena si chiuderà in qualche modo la seconda fase dell’era Suning, la cui lunga coda è rappresentata dalla squadra più esperta di questa Champions League. Costruita sugli Acerbi e sui Mkhitaryan, 37 e 36 anni, giocatori che in una semifinale di Champions League sanno cosa devono fare anche quando - all’armeno ieri è capitato in maniera più palese - si accende la spia della riserva. Per molti dei protagonisti interisti, quello in Baviera sarà un possibile ultimo atto, magari con una coda legata allo stesso Mondiale per club in cui tanti vorrebbero difendere la qualificazione conquistata sul campo. E, più in generale, sarà la chiusura del cerchio per una certa Inter.
L’Inter è pronta a cambiare. Due 2003 e un 2001. Giovani (non -issimi), talentuosi, con ingaggi diversi da quelli dei parametri zero. Destinati a crescere di valore col passare del tempo, specie in mano a Simone Inzaghi. È la nuova linea di casa Inter, varata con l’arrivo di Oaktree e di cui ha parlato a più riprese Giuseppe Marotta. Per escludere rivoluzioni, il che di solito serve ad anticiparne. Quella interista sarà, magari moderata dall’esperienza di una dirigenza che ha costruito un ciclo vincente e vuole prolungarlo, quasi copernicana.
A Monaco the last dance. Comunque vada, all’Allianz Arena si chiuderà in qualche modo la seconda fase dell’era Suning, la cui lunga coda è rappresentata dalla squadra più esperta di questa Champions League. Costruita sugli Acerbi e sui Mkhitaryan, 37 e 36 anni, giocatori che in una semifinale di Champions League sanno cosa devono fare anche quando - all’armeno ieri è capitato in maniera più palese - si accende la spia della riserva. Per molti dei protagonisti interisti, quello in Baviera sarà un possibile ultimo atto, magari con una coda legata allo stesso Mondiale per club in cui tanti vorrebbero difendere la qualificazione conquistata sul campo. E, più in generale, sarà la chiusura del cerchio per una certa Inter.
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