
Capello mette a confronto Inter e PSG: "Donnarumma meglio di Sommer. Ma Lautaro..."
Meglio l'Inter o il Paris Saint-Germain? Quale delle due è più forte? E chi è favorita in finale? Sulle colonne dell'edizione odierna de La Gazzetta dello Sport l'allenatore Fabio Capello ha messo a confronto l'undici ideale delle formazioni di Simone Inzaghi e Luis Enrique in vista della finale di Champions League del 31 maggio a Monaco:
"Sul cammino delle due finaliste c'è la firma di Sommer e Donnarumma, ma a mio avviso il peso di Gigio si è fatto sentire di più. Perché è vero che Luis Enrique ha allestito una grande squadra ma, per come sono andate le cose dai rigori agli ottavi col Liverpool alla doppia sfida con l'Arsenal in semifinale, è lecito chiederselo: senza questo Donnarumma, il Psg sarebbe arrivato fino a Monaco?".
"Dumfries-Hakimi è un duello affascinante, una sfida di altissima qualità: scegliere è difficile. Lautaro-Dembelè: due modi diversi di essere bomber. Il Toro magari è meno fantasioso del francese, ma partecipa a tutte le fasi del gioco ed un uomo d'area, nato per colpire dove c'è aria di gol. In una cosa Lautaro supera il rivale: da vero capitano, è l'uomo che trasmette sempre qualcosa in più alla squadra, non soltanto con l'atteggiamento in campo - è sempre l’ultimo ad arrendersi - ma anche con tutto quello che precede la partita. La notte di San Siro col Barça è lo spot ideale: ha stretto i denti, ha fatto di tutto per esserci e ha bucato gli avversari alla prima occasione, procurandosi poi il rigore del 2-0".
"Sul cammino delle due finaliste c'è la firma di Sommer e Donnarumma, ma a mio avviso il peso di Gigio si è fatto sentire di più. Perché è vero che Luis Enrique ha allestito una grande squadra ma, per come sono andate le cose dai rigori agli ottavi col Liverpool alla doppia sfida con l'Arsenal in semifinale, è lecito chiederselo: senza questo Donnarumma, il Psg sarebbe arrivato fino a Monaco?".
"Dumfries-Hakimi è un duello affascinante, una sfida di altissima qualità: scegliere è difficile. Lautaro-Dembelè: due modi diversi di essere bomber. Il Toro magari è meno fantasioso del francese, ma partecipa a tutte le fasi del gioco ed un uomo d'area, nato per colpire dove c'è aria di gol. In una cosa Lautaro supera il rivale: da vero capitano, è l'uomo che trasmette sempre qualcosa in più alla squadra, non soltanto con l'atteggiamento in campo - è sempre l’ultimo ad arrendersi - ma anche con tutto quello che precede la partita. La notte di San Siro col Barça è lo spot ideale: ha stretto i denti, ha fatto di tutto per esserci e ha bucato gli avversari alla prima occasione, procurandosi poi il rigore del 2-0".
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