
Ronaldo più altri dieci: Moratti compie 80 anni, la top 11 della sua Inter
Scudetti, una Champions League, 19 anni da presidente e 21 da azionista. Massimo Moratti, che di anni oggi ne compie 80, ha scritto un’era, la più vincente, nella storia dell’Inter. Difficile scegliere i migliori giocatori - almeno in un caso, oggettivamente, non c’è alcun dubbio -, ma ci abbiamo provato.
In porta c’è Julio Cesar. L’estremo difensore del triplete, il brasiliano arrivato nel 2005 passando dal Chievo. Trecento partite in nerazzurro, 273 gol subiti: cinque scudetti e la Champions del 2010 in bacheca. Miglior portiere del campionato per l’AIC nel 2009 e nel 2010, supera Gianluca Pagliuca e Francesco Toldo, gli altri due grandi portieri dell’era Moratti.
In difesa due brasiliani come terzini. Uno è durato pochissimo, forse il più grande what if nella storia dell’Inter. Roberto Carlos, in nerazzurro, ha giocato solo una stagione: Hodgson, alla fine, gli preferì Pistone. E Capello non si fece scappare l’occasione, portandolo al Real Madrid: per anni, ha rappresentato un irraggiungibile punto di riferimento sulla corsia mancina. Un altro verdeoro sul fronte opposto e in questo caso non serve proprio spiegare il perché: c’è Maicon, tra i migliori terzini destri di sempre. Al centro, Giuseppe Bergomi: quasi a fine corsa all’arrivo di Moratti - che poi gli chiese di cedere la fascia a Ronaldo -, non può mancare in una qualsiasi top 11 a tinte nerazzurre. Al suo fianco, di nuovo triplete: Walter Samuel supera il compagno di reparto Lucio.
Pupi a centrocampo. Uno dei primissimi acquisti dell’era Moratti, il suo capitano per antonomasia. Non in difesa per fare posto a Maicon, ma da interno di centrocampo - ruolo peraltro ricoperto anche con Mourinho - c’è Javier Zanetti. Solo l’Inter del triplete al suo fianco: Esteban Cambiasso l’intoccabile, abbiamo preferito la grinta di Dejan Stankovic alla classe di Wesley Sneijder.
Il preferito, il più decisivo, il più forte. Forse ci sono stati giocatori migliori di Alvaro Recoba nella storia dell’Inter di Moratti. Per dire, resta fuori un certo Eto’o. Però il presidente ha sempre inserito l’uruguaiano tra i suoi giocatori preferiti di tutti i tempi, e comunque era un gran bel vedere. Gioca alle spalle del giocatore più decisivo di sempre in una singola stagione, quel Diego Milito la cui firma - con gol - è dietro ogni trofeo conquistato nel 2010. E poi c’è quello che per molti è l’attaccante più forte nella storia del calcio moderno, il Fenomeno: Ronaldo Luiz Nazario de Lima, per tutti solo Ronaldo. Lui più altri dieci, verrebbe da dire. In panchina? Mancini è stato il più longevo della presidenza Moratti, Simoni ha lasciato un segno in anni complicati, ma non si può che scegliere José Mourinho.
La top 11 dell’Inter di Moratti (4-3-1-2): Julio Cesar; Maicon, Bergomi, Samuel, Roberto Carlos; Zanetti, Cambiasso, Stankovic; Recoba; Milito, Ronaldo. Allenatore: Mourinho.
In porta c’è Julio Cesar. L’estremo difensore del triplete, il brasiliano arrivato nel 2005 passando dal Chievo. Trecento partite in nerazzurro, 273 gol subiti: cinque scudetti e la Champions del 2010 in bacheca. Miglior portiere del campionato per l’AIC nel 2009 e nel 2010, supera Gianluca Pagliuca e Francesco Toldo, gli altri due grandi portieri dell’era Moratti.
In difesa due brasiliani come terzini. Uno è durato pochissimo, forse il più grande what if nella storia dell’Inter. Roberto Carlos, in nerazzurro, ha giocato solo una stagione: Hodgson, alla fine, gli preferì Pistone. E Capello non si fece scappare l’occasione, portandolo al Real Madrid: per anni, ha rappresentato un irraggiungibile punto di riferimento sulla corsia mancina. Un altro verdeoro sul fronte opposto e in questo caso non serve proprio spiegare il perché: c’è Maicon, tra i migliori terzini destri di sempre. Al centro, Giuseppe Bergomi: quasi a fine corsa all’arrivo di Moratti - che poi gli chiese di cedere la fascia a Ronaldo -, non può mancare in una qualsiasi top 11 a tinte nerazzurre. Al suo fianco, di nuovo triplete: Walter Samuel supera il compagno di reparto Lucio.
Pupi a centrocampo. Uno dei primissimi acquisti dell’era Moratti, il suo capitano per antonomasia. Non in difesa per fare posto a Maicon, ma da interno di centrocampo - ruolo peraltro ricoperto anche con Mourinho - c’è Javier Zanetti. Solo l’Inter del triplete al suo fianco: Esteban Cambiasso l’intoccabile, abbiamo preferito la grinta di Dejan Stankovic alla classe di Wesley Sneijder.
Il preferito, il più decisivo, il più forte. Forse ci sono stati giocatori migliori di Alvaro Recoba nella storia dell’Inter di Moratti. Per dire, resta fuori un certo Eto’o. Però il presidente ha sempre inserito l’uruguaiano tra i suoi giocatori preferiti di tutti i tempi, e comunque era un gran bel vedere. Gioca alle spalle del giocatore più decisivo di sempre in una singola stagione, quel Diego Milito la cui firma - con gol - è dietro ogni trofeo conquistato nel 2010. E poi c’è quello che per molti è l’attaccante più forte nella storia del calcio moderno, il Fenomeno: Ronaldo Luiz Nazario de Lima, per tutti solo Ronaldo. Lui più altri dieci, verrebbe da dire. In panchina? Mancini è stato il più longevo della presidenza Moratti, Simoni ha lasciato un segno in anni complicati, ma non si può che scegliere José Mourinho.
La top 11 dell’Inter di Moratti (4-3-1-2): Julio Cesar; Maicon, Bergomi, Samuel, Roberto Carlos; Zanetti, Cambiasso, Stankovic; Recoba; Milito, Ronaldo. Allenatore: Mourinho.
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