
Con la Juve subito Akanji, perché Chivu e l'Inter non si fidano più di Bisseck
“Se al primo errore vieni messo al muro, non crescerai mai”. Cristian Chivu, nella conferenza stampa di ieri, ha parlato così di Yann Bisseck, difensore tedesco dell’Inter. Che però oggi il tecnico romeno dovrebbe spedire in panchina, preferendogli il nuovo arrivato Manuel Akanji. Dopo la difesa d’ufficio con le parole, il (probabile, per ora) passo indietro con i fatti e le scelte di campo: curriculum a parte, il centrale svizzero arrivato dal Manchester City scenderà in campo con una manciata di allenamenti alle spalle, in una partita che non può essere simile a nessun’altra per il mondo nerazzurro.
Da 32 milioni alla serata no con l’Udinese. In estate, il centrale ex Aarhus era considerato un potenziale partente, ma solo a determinate cifre. Al punto che, secondo le cronache di mercato, la dirigenza nerazzurra avrebbe rispedito al mittente una ricca offerta del Crystal Palace. Il ritorno sui campi di Serie A non ha tolto vecchi dubbi: la partita con i friulani, tra errori di concetto e disattenzioni, ha riportato d’attualità i tanti dubbi già circolanti ad Appiano Gentile sull’affidabilità del tedesco.
Una stagione fra alti e bassi. Anche lo scorso campionato, del resto, aveva fatto emergere diversi limiti di Bisseck, che pure continua a godere di una certa considerazione in casa Inter. Lontani i tempi, però, in cui lo si immaginava come potenziale centrale a raccogliere l’eredità di Acerbi. Nella scorsa stagione, al netto di numeri nel complesso positivi, lo scudetto ha preso altri lidi anche per diversi suoi errori individuali: l’ultimo in ordine di tempo proprio nella partita con la Lazio. Ma anche altri passaggi chiave - con il Bologna, nel 4-4 con la Juventus, con il Genoa a inizio campionato, nel derby - erano stati non troppo felici. Di qui, il bivio estivo in realtà non imboccato: dal mercato non sono arrivate proposte soddisfacenti, in più c’era maggior urgenza di salutare Pavard, finito con un biglietto di andata e magari ritorno a Marsiglia. La fretta di schierare Akanji, però, testimonia un borsino della fiducia non proprio al massimo storico.
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