
Trento, Zocchi: "Potevamo essere più avanti in classifica. Vicenza e Brescia favorite per la B"
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Il direttore sportivo del Trento Moreno Zocchi ha parlato nel corso della trasmissione A Tutta C, in onda sulle frequenze di TMW Radio e Il 61, facendo il punto sull’avvio del campionato della squadra gialloblù.
Direttore, partiamo da un'analisi di questo inizio di campionato. Forse, da addetti ai lavori, ci aspettavamo qualcosina in più. C'è del rammarico, anche dopo l'ultimo pareggio con l'Albinoleffe, dove forse meritavate di più
“Sono d'accordo. Il pareggio con l'Albinoleffe, così come quelli con Pergolettese e Pro Patria. Se queste tre partite fossero state tre vittorie, nessuno avrebbe potuto dire nulla. Sicuramente abbiamo le nostre colpe se non siamo riusciti a ottenere il punteggio pieno. C'è ancora tanto su cui lavorare. Sinceramente, anche noi a questo punto della stagione pensavamo di essere un po' più avanti in classifica. Tuttavia, stiamo lavorando nel modo giusto, con la piena consapevolezza che l'obiettivo della società è continuare a migliorare e, da qui in poi, cercare di fare più punti possibili”.
Approfittiamo per un'analisi del girone. Avete già affrontato due delle candidate alla promozione. Tra Vicenza, Lecco e Brescia – anche se le ultime due si sono un po' staccate – il Vicenza sembra aver fatto una prova di fuga. Sono queste tre le squadre che lotteranno, o il Vicenza, vista la forza della rosa, è ormai la candidata numero uno per la Serie B?
“Il Vicenza è sicuramente la candidata numero uno, ma non credo che Brescia, e forse anche il Lecco, si staccheranno più di tanto. Aggiungo anche l'Inter Under 23: sono quattro compagini molto forti. Noi ne abbiamo incontrate due: a Lecco non meritavamo di perdere. Siamo rimasti in dieci per un episodio spiacevole, avevamo già esaurito i cambi e negli ultimi venti minuti li abbiamo giocati in inferiorità numerica. Abbiamo anche colpito il palo del 2-2, per poi subire il 3-1 al 96°. Senza nulla togliere al Lecco, penso che Brescia e Vicenza possano avere qualcosina in più”.
Parliamo di mercato. Anche quando la finestra è chiusa, si può sempre migliorare. Voi avete di recente ufficializzato un nuovo acquisto. Può raccontarci com'è nata la trattativa e che tipo di giocatore è?
“Stiamo vivendo un momento particolare per quanto riguarda gli infortuni. Abbiamo diversi giocatori fuori, non per problemi muscolari, ma per traumi alle ginocchia, imprevedibili. Ci siamo guardati intorno e il giocatore che più corrispondeva alle nostre ricerche era Corallo, un attaccante che la scorsa stagione al Catania, pur in Serie C, era riuscito a ritagliarsi un suo spazio. È sempre difficile inserire un giocatore in questo periodo: servono di solito un mese, un mese e mezzo per trovare la condizione altalenante. Per questo, personalmente, sono sempre del parere che sia meglio aspettare le finestre di mercato ufficiali per prendere giocatori già abituati a giocare 90 minuti”.
Sì, stiamo parlando di Clarence Corallo, l'attaccante che avete acquistato nei giorni scorsi. Proprio partendo dai tanti infortuni imprevedibili, a lungo andare c'è l'intenzione, a gennaio, di allungare un po' la rosa per sopperire a queste problematiche?
“A gennaio mancano ancora quasi tre mesi. La nostra speranza è prima di tutto di recuperare i giocatori infortunati; anzi, ne siamo sicuri. In questo momento, ad esempio, abbiamo Corradi. Io ho la fortuna di lavorare in una società che ha preferito, anzi, ha scelto, di mandare un ragazzo di vent'anni ai Mondiali, nonostante fossimo in difficoltà in difesa. La nostra società mette davanti a tutto il valore umano. Dopo una riunione con il Presidente, il Direttore Generale e l'Allenatore, è stato deciso all'unanimità di dare questa possibilità a Corradi. È chiaro che per noi è una perdita importante in difesa, ma era un'opportunità che non ci sentivamo di negargli”.
Mi sembra la scelta più che giusta, un'esperienza importante per il ragazzo. Cambiamo argomento: ci racconti un po' di questa sua prima esperienza come dirigente al Trento. È arrivato quest'estate, come sta andando questa nuova avventura?
“Sta andando bene, molto bene, soprattutto per come mi hanno fatto e mi fanno sentire tutti i giorni. È chiaro che, con qualche risultato in più, saremmo tutti più felici. Ho la netta sensazione che questa società, nel corso degli anni – anzi, il più presto possibile – riuscirà a scalare almeno una categoria. Spero avvenga al più presto, perché vorrei davvero farne parte: il Trento è una società modello in Lega Pro”.
Proprio di questo volevo parlare. Noi parliamo spesso di club come il Trento, o come la Vis Pesaro nell'altro girone, come "società modello". Eppure, questo dovrebbe essere la normalità. Perché è così difficile creare realtà del genere? Dove sono le principali difficoltà?
“È fin troppo facile rispondere: la mancanza di strutture, la mancanza di soldi e, spesso, la mancanza di voglia di investire in modo serio. Cose che, fortunatamente, a Trento non esistono. Noi non abbiamo problemi né nelle strutture né nelle disponibilità economiche. È chiaro che non vogliamo fare il passo più lungo della gamba: l'obiettivo non è durare un anno o due, ma portare avanti un progetto solido e a lungo termine”.
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