
Mkhitaryan: "Ancora presto per dire se l'Inter è più forte dell'anno scorso". E parla di Inzaghi
"Con questo libro voglio dare un messaggio per tutti i sognatori e le sognatrici che vogliono raggiungere qualcosa nella vita, indipendentemente dal mestiere: andare avanti, non mollare e crederci. Con questo libro provo ad indicare una strada ai giovani per capire che niente si ottiene facilmente, bisogna lavorare e lottare per gli obiettivi". Parla così Henrik Mkhitaryan, centrocampista dell'Inter, a margine della presentazione della sua biografia “La mia vita sempre al centro”, presso la libreria Mondadori in Piazza Duomo a Milano
C'è già una decisione sul tuo futuro? "Come ho detto, io faccio il massimo e alla fine della stagione valuteremo e vedremo se sarò ancora capace di dare qualcosa a questa squadra. Se potrò, giocherò un altro anno o altri due anni, altrimenti mi ritirerò senza rimpianti perché avrò 37 anni e ho giocato tanto".
Una parte del libro è dedicata al rapporto con Simone Inzaghi: parli di distacco doloroso per le modalità, a cosa ti riferisci in particolare? "Che è difficile lasciare andare un allenatore con cui hai lavorato tre anni, che ti ha dato tantissimo, specialmente al sottoscritto. Io ho sempre giocato, aiutato la squadra e fatto del mio meglio per lui perché lui si fidava di me. E per questo lo ringrazio. Difficile lasciar andare uno che ha fiducia in te, non dico che mister Chivu non ha fiducia, ma è una persona diversa, bisogna lavorare duramente e capire quello che sta chiedendo da noi. Io sono sempre stato grato agli allenatori che ho avuto, non è mai facile lasciar andare un allenatore che ti vuole bene".
Le polemiche di Rabiot e Maignan su Milan-Como in Australia. "Non posso rispondere perché non giocheremo noi in Australia. Però posso dire che è un po' fuori, viaggiare 24 ore per fare una partita e poi tornare. Non è una gara amichevole da fine stagione o di preparazione, siamo durante la stagione ed è un po' pesante col fuso orario. Però non possiamo lamentarci perché alla fine siamo pagati per giocare ed è quello che facciamo".
A livello di rosa questa Inter è più forte di quella dell'anno scorso? "E' ancora presto per dirlo, bisogna giocare fino alla fine e poi vedremo la classifica. Abbiamo una rosa competitiva, tutti possono dare tanto e aiutare i compagni".
Cosa è l'Inter per te? Quanto desideri una rivincita dopo la serata col PSG? "L'Inter sarà la mia ultima squadra, rispondo così, venendo qua a 33 anni non era facile adattarsi in un posto con tanti campioni, ho fatto del mio meglio per aiutare la squadra e i miei compagni. Ovviamente c'è una grande voglia di rivincita, verso noi stessi, per poter di nuovo vincere qualcosa quest'anno".
Prossime gare contro Roma e Napoli, può essere la settimana che cambia le prospettive di stagione? "Siamo molto contenti di poter giocare queste due gare di fila, perché ogni giocatore sogna di giocare grandi partite, saranno un esame per poter capire dove possiamo arrivare".
Differenze tra Inzaghi e Chivu? "Ognuno ha la sua filosofia, Chivu sta chiedendo un gioco diverso. Ma è presto, Chivu è ancora giovane come allenatore, ha un grande potenziale per poter diventare un grande tecnico".
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