Cavagnis sul mercato: "A gennaio pochi colpi, la differenza la fa il giocatore giusto
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Alberto Cavagnis, direttore sportivo con trascorsi in Serie C, è intervenuto ai microfoni di TMW Radio all'interno della trasmissione 'A Tutta C' per analizzare il momento della terza serie del calcio italiano:
Direttore Cavagnis, siamo all’ultima giornata del girone d’andata, alla vigilia del mercato di gennaio. Che tipo di sessione si aspetta in Serie C?
"Quando si parla di mercato significa che qualcosa magari non è andato come previsto, ma a volte serve anche per consolidare quanto fatto nel girone d’andata. Penso, ad esempio, al Vicenza: probabilmente qualcosa farà, pur partendo da una classifica che tutti vorrebbero avere. Credo sarà un mercato che potrà offrire qualche occasione, sia per chi lotta per vincere il campionato sia per chi deve mantenere la categoria. Non sarà però un mercato con grandi colpi: mi aspetto più scambi, situazioni utili alle società in questo momento, piuttosto che vere rivoluzioni".
I tre gironi stanno raccontando storie molto diverse: dominio nel girone A, equilibrio nel B, bagarre totale nel C. Quali big potrebbero muoversi di più a gennaio?
"Sicuramente il Vicenza, anche perché il direttore ha già fatto capire che qualcosa verrà fatto. Il Ravenna mi sembra costantemente attivo sul mercato: l’arrivo di Nicola Viola è un’operazione importante, un giocatore di altissimo livello per la Serie C. Poi nel girone C penso a squadre come Catania, Salernitana e Benevento, che hanno le possibilità e la disponibilità per fare qualche intervento. Ma il vero punto è trovare il profilo giusto: prendere tanto per prendere non serve. Bisogna centellinare e individuare il giocatore che possa davvero alzare il livello".
Ha citato il Ravenna, che sta facendo molto bene. Che impressione le ha fatto dal vivo?
"Ho avuto modo di vederlo tre o quattro volte e mi ha colpito molto. È una squadra con la giusta mentalità per la Serie C: sa soffrire, lottare, ma ha anche individualità importanti che possono risolvere le partite. Mi sembra una squadra costruita bene e gestita con intelligenza. La differenza, come dicevo, la farà trovare quell’elemento capace di fare il salto di qualità.
Mi permetto di spostare il discorso dal mercato a un caso particolare: la Triestina. Ha fatto 21 punti sul campo nel girone d’andata, ma resta in fondo alla classifica per via del -23 iniziale. Da direttore sportivo, come si gestisce una situazione del genere?
"Apro una parentesi: per me è inconcepibile che si permetta a una società di iniziare un campionato con una penalizzazione così pesante. Detto questo, dal punto di vista tecnico le motivazioni devono essere proprio legate ai punti conquistati sul campo. Fare 21 punti significa che la squadra ha potenzialità reali. È un percorso difficile, ma bisogna ragionare partita dopo partita, mettendo in campo quello che ha permesso di fare quei risultati".
Quanto conta il lavoro del direttore sportivo in un contesto simile?
"Tantissimo. L’allenatore è preparato ed esperto, sa gestire situazioni complesse. La squadra ha valori e l’obiettivo deve essere quello di continuare a fare più punti possibile. È chiaro che il campionato nasce in salita, ma può diventare anche uno stimolo: se ce la fai, fai qualcosa di straordinario.
Un plauso va anche alla gestione tecnica, prima con Marino e poi con Tesser.
"Assolutamente sì. Tesser ci ha messo qualche giornata, ma poi ha trovato la quadratura del cerchio. Gestire una situazione del genere non è semplice e il lavoro fatto merita rispetto".
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