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Alessio a BN: "Bisogna giocare da squadra: molte volte lo si è fatto singolarmente. Ritiro? Una scelta fatta 'tanto per'"TUTTO mercato WEB
© foto di Giuseppe Celeste/Image Sport
domenica 16 ottobre 2022, 12:00Primo piano
di Matteo Barile
per Bianconeranews.it

Alessio a BN: "Bisogna giocare da squadra: molte volte lo si è fatto singolarmente. Ritiro? Una scelta fatta 'tanto per'"

La Juventus ha vinto contro il Torino. Quella di ieri è una vittoria fondamentale per la Vecchia Signora, la quale ha dimostrato di essere una squadra unita e compatta di fronte alle difficoltà. Difficoltà che la redazione di Bianconera News ha voluto sviscerare attraverso un’intervista in esclusiva ad Angelo Alessio. L’ex vice allenatore di Madama ai tempi del triennio di Conte ha illustrato il punto di vista sul periodo che è stato attraverso un’analisi accurata tecnica e tattica. Due fattori che hanno portato la Juventus alla reclusione di un ritiro, finito al termine della stracittadina torinese e che non ha convinto proprio a pieno Alessio. Quello che segue è il contenuto della nostra chiacchierata:

La Juventus sta vivendo un periodo di crisi totale. In quale aspetto la squadra sta mancando notevolmente e spiccatamente?

Credo che l’annata sia partita male; penso che le cause di questo periodo siano tante, ma credo che gli infortuni abbiano inciso parecchio: hanno dovuto giocare quasi sempre gli stessi. Allegri non hai mai avuto a disposizione dei giocatori molto importanti. Un esempio lampante a riguardo sono quelli di Chiesa e Pogba. E, a proposito di giocatori importanti, va considerato anche il mercato estivo in uscita: e qui, penso a due giocatori in particolare come Chiellini e de Ligt. La serie di brutti risultati, che la squadra sta vivendo, nessuno se la poteva immaginare. Adesso è facile lasciarsi trasportare da quello che è il “sentiment” di questo momento, che vede la Juventus in ritardo in campionato e, ormai, vicina all’eliminazione dalla fase a gironi di Champions League. Ma L’annata non è compromessa, perché, comunque ci sono delle partite da giocare. La squadra deve reagire: c’è una Champions che va riconquistata al termine di questa stagione: in caso di mancata qualificazione, sarebbero dolori per la Juventus”.

Dalla sua risposta è lapalissiano come ci siano delle mancanze tecniche e carismatiche all’interno della Juventus attuale. Soffermandoci sulla caratura caratteriale della squadra, possiamo dire che questa è sorretta sulla carta da Bonucci: il capitano, però, sta annaspando insieme al gruppo. Come mai un giocatore di tale esperienza non riesce trasmettere “l’essere Juventus”?

Leo (Bonucci, ndr) lo fa e lo ha sempre fatto. Il problema è che non ci sono più quei giocatori di personalità, che la Juve aveva in passato. Il ricambio generazionale e carismatico attuato non è stato all’altezza della gente che è andata via. Adesso si trova da solo con giocatori nuovi. Lui è da solo adesso e, di certo, i risultati negativi non aiutano a “bypassare” questo passaggio. Questo passaggio potrebbe essere ovviato dalle prestazioni, ma non ci sono nemmeno quelle, al momento. Adesso, non resta che farci un augurio: sperare che tutta la squadra riesca a compattarsi e a venire fuori da questa situazione non all’altezza del blasone”.

Assodata questa “incapacità” di Bonucci, c’è qualcuno che potrebbe aiutarlo in questa missione di progressione in personalità?

In tal senso potrei fare i nomi di Paredes, Cuadrado o Danilo. Potrei nominare anche Di María, anche se si è infortunato di nuovo. La squadra dovrà poggiarsi su qualcuno per venire fuori da questa situazione…”.

Un altro tasto su cui Lei ha battuto fortemente sono le prestazioni scarne, fornite dalla squadra. A cosa è dovuto questo rendimento di basso livello?

Questo campionato verrà diviso in due parti: la prima parte è condizionata dai Mondiali che incombono e, quindi, bisogna partire forte e fare più punti possibile fino a novembre. Tuttavia, la Juventus sta facendo di meno. C’è un po’ di tutto, perché, comunque, i risultati spiegano. Quel che è certo - e che Allegri ha prontamente rimarcato - è che bisogna giocare da squadra. Molte volte si è giocato singolarmente. Alcuni giocatori sono andati e vanno per fatti loro. Bisogna tornare ad avere quell’unità di intenti e il senso d’appartenenza”.

In questo senso la scelta del ritiro è stata una scelta mirata? La condivide oppure la ritiene un po’ anacronistica?

Sembra una scelta fatta tanto per dire “proviamo anche questa”. Però, la Juventus deve ritrovare anzitutto sé stessa, i giocatori devono ritrovare sé stessi. Adesso i calciatori si ritrovano soltanto per pranzo e allenamenti. Poi, la maggior parte dei giocatori di oggi preferisce rimanere in camera: il ritiro non viene vissuto come prima, quando si stava tutti insieme e si socializzava. Questo provvedimento va bene, ma è chiaro che il suo scopo è favorire gli incontri, anche per chiarirsi un po’, guardandosi negli occhi. Ed è altrettanto chiaro come questa misura vada bene soltanto per una partita come il derby”.

A Suo modo di vedere, tutti questi fattori sopracitati, che stanno limitando la Juventus, potevano essere aspetti curati già nel precampionato estivo?

È difficile, perché la Juventus ha avuto tanti infortuni che hanno fatto sì che la squadra è dovuta tornare sul mercato per comprare altri giocatori. Si sono create situazioni alla fine del ritiro e durante il campionato. Tuttavia, adesso bisogna lasciar perdere queste cose, concentrarsi sul momento e su come uscirne. Bisogna ritrovare quella squadra e quell’unione, che sembra non ci sia. Questo è un momento negativo e se esce tutti insieme. Questo momento deve essere costruttivo per la squadra”.

Parlando di mercato, sono stati presi giocatori di caratura molto importante sia a livello tecnico che caratteriale a livello internazionale. Tra questi c’è anche il ritorno di Pogba, che conosce molto bene. Lei lo avrebbe ripreso in virtù delle sue condizioni fisiche?

Sì, sicuramente. Parliamo di un giocatore che è cresciuto tantissimo. È un leader ed è uno di quei giocatori che è cresciuto tantissimo e a cui la squadra deve appoggiarsi soprattutto in questi momenti. Non averlo ha il suo peso. Dispiace che si sia infortunato proprio alla fine del ritiro e che, quindi, non sia potuto scendere in campo. Ma posso dire che è un giocatore su cui si può fare grande affidamento”.

Avrebbe preso anche Di María nonostante le problematiche che sta vivendo e nonostante i tuoi tentennamenti per dire di sì alla Juve?

Anche Di María non si discute. Anche lui è incappato in questi infortuni, però, non si discute il valore del giocatore. Ma, ripeto, adesso cercare tante cause è facile. Se si pensa che siano i giocatori ad essere sbagliati non se ne viene fuori. E non è nemmeno questione di moduli. Anzi, credo che le soluzioni siano all’interno della squadra, che può ritrovarsi in una coesione risolutiva. Questa coesione sta in quel qualcosa in più che ciascuno deve dare”.