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tmw / juventus / Editoriale
Sorte(ggio) e saudade bianconeraTUTTO mercato WEB
© foto di Gianfranco Irlanda
domenica 19 marzo 2023, 20:57Editoriale
di Roberto De Frede
per Bianconeranews.it

Sorte(ggio) e saudade bianconera

Bisogna ritornare sui passi già dati, per ripeterli, e per tracciarvi a fianco nuovi cammini. Bisogna ricominciare il viaggio. Sempre. (José Saramago)

Per la designazione dei magistrati nella Grecia antica, ad Atene in particolare, il sistema originario fu quello della votazione per alzata di mano, poi si avvidero che era troppo trasparente e compromettente, e fu sostituito con quello del sorteggio... immacolato e puro, ma con la manina lunga di Zeus che faceva da regista; così pure nel diritto romano di tarda età imperiale, era detto sorte il terreno assegnato a un barbaro in seguito alla distribuzione di fondi per sorteggio, prudentemente studiato prima a tavolino dai dipendenti stipendiati imperiali. Oggi il sorteggio per eccellenza, quello senza trucco e senza inganno, è quando ti fanno girare le palline, con all’interno un bigliettino con tanto di nome di un club. Oltrepassata la barriera da anni insormontabile degli ottavi, siamo ai quarti di finale, ricominciamo da qui senza paura di sbagliare.

Alla Juventus è toccato in sorte lo Sporting Clube de Portugal, noto come Sporting Lisbona, una delle tre grandi squadre - Os Três Grandes - del calcio lusitano, cantera biancoverde di immensi calciatori del recente passato. Sulla carta c’era di peggio, ma anche molto meglio. La longa manus della sorte ha così deciso, ora tocca a noi trasformarla in buona sorte, in fortuna. Pertanto nonostante il termine latino fortuna derivi da fors, che vuol dire sorte ed ha la stessa radice del verbo ferre, che indica portare e quindi fortuna può voler dire «ciò che porta la sorte», andrei cauto. La sorte può diventar fortuna, ma dipende come si giocheranno le carte, in questo caso i palloni…

Fa ancora tanta rabbia e malinconia, guardando le migliori otto d’Europa, aver buttato per l’ennesimo anno una Champions e dover combattere per la coppa cadetta. Ma del resto tutto principiò nel ’77 dalla Coppa Uefa… quindi cominciamo questi quarti sognando d’intraprendere un’impresa: l’audacia ha del genio (Di Maria), del potere (Chiesa), della magia (la maglia bianconera), non manca nulla!

Lisbona, anche vista in lontananza, sorge come una bella visione di sogno, scriveva Pessoa, stagliata contro un cielo azzurro splendente che il sole allieta con il suo oro. Che questo sogno sia di buon auspicio nel ritrovare una vittoria europea, iniziando proprio dalla patria della saudade, di questa parola intraducibile ma pregna di infiniti sentimenti che pervadono oggi l’intero universo bianconero. Quella sensazione profonda di nostalgico rimpianto, di malinconia, di gusto romantico della solitudine, accompagnato da un intenso desiderio di qualcosa di assente in quanto perduto o non ancora raggiunto, di determinati piaceri già vissuti: coppe alzate dai capitani bianconeri nei cieli d’Europa, vittorie incontrastate e schiaccianti in ogni campo del vecchio continente, immagini che da troppo tempo mancano dai nostri occhi, ma intoccabili nei nostri cuori. Un’assenza sì, ma anche un moto di ritorno verso il bene lontano desiderabile e intriso di inspiegabile piacere: il desiderio misto a certezza di poter rivivere le glorie passate. Se proprio ci va di tradurla quella magica parola portoghese, potremmo evocare il disio dantesco dell’VIII canto del Purgatorio: «Era già l’ora che volge il disio / ai navicanti e ’ntenerisce il core / lo dì c’han detto ai dolci amici addio».

E allora che quel disio di vittorie e trionfi si concretizzi presto, per un’annata, che nonostante tutto, potrà essere ricordata come vincente, in ogni campo, dalla Foresta Nera di Friburgo alla giungla delle carte processual-politiche, dall’incantevole porto lisbonese sino alle rive del Danubio, ricominciando già stasera facendo brillare di bianconero le luci a San Siro!