
La bussola della (in)coerenza del mondo del calcio
Analizzando la stagione Juve appena terminata, c'è davvero di che preoccuparsi se le cose resteranno tali e non si riuscirà a migliore in fretta sotto molti aspetti. Innanzitutto dal punto di vista tecnico dove, con tutta la buona volontà, questa squadra ha dimostrato di avere più limiti che pregi per competere ad alti livelli, anche solo in Italia. Negli ultimi cinque anni la classifica si è sempre più appiattita e la Juventus, dall'ultimo scudetto di Sarri, ha scollinato il quarto posto solo l'anno scorso, con appena un punto in più in classifica rispetto ai 70 di questo campionato. Da Pirlo a Tudor, passando dai 3 anni dell'Allegri-bis e dalla gestione metafisica di Motta, non c'è stato allenatore capace di aggiungere concretamente qualcosa di nuovo e di efficace. Si è provato tutto il contrario di tutto, anche strapagando giocatori e allenatori pur di non ammettere errori – soprattutto societari – che hanno avuto come effetto quello di destabilizzare la capacità di analisi dell'accaduto da parte dei tifosi. Insomma, ad ogni campionato irrazionale è seguita una reazione uguale che ha però prodotto un pericoloso circolo “vizioso”. Non c'è infatti cosa, ragionamento, azione o persona che possa essere salvata dal malcontento generalizzato.
Società – Dopo i meravigliosi 9 scudetti consecutivi anche la gestione Agnelli ha pagato uno scotto pesante: quello di rinchiudersi nella stanza degli “onnipotenti” ipotizzando vita e vittorie eterne. Sarebbe stato invece quello il momento perfetto per programmare il futuro, in modo concreto, senza disperdere tutto il vantaggio accumulato. E poi da chi? Da Marotta e dalla stragrande maggioranza di manager che si è portato via dalla Juventus. Errori che Giuntoli, oltre ai suoi, sta ancora pagando pesantemente in questa fase di ricostruzione societaria in cui ha agito credendo di poter azzerare, senza ripercussioni negative, lo stato delle cose rimaste.
Media – Non esenti da colpe anche i media. Tutti. Chi pensa di appoggiare candidamente un progetto, o chi agisce con l'intento di cercare scheletri negli armadi degli altri, non fa altro che sponsorizzare vergognosamente i propri interessi. Ci sarebbero mille esempi, ma i più lampanti ce li segnala l'ultimo turno di campionato con l'esibizione della Roma sui tappeti distesi dai granata, di cui nessuno ha messo in luce nessuna ambiguità, mentre sul rigore accordato a Venezia alla Juve è partito il tam-tam delle idiozie. Senza dimenticare i tanti segni 2 in schedina – ben sette - che all'ultima giornata di campionato dovrebbero far scattare qualcosa di più di semplici riflessioni.
Tudor – Una puntualizzazione va fatta però anche su Tudor a cui i tifosi bianconeri non possono che essere grati per aver centrato l'obiettivo champions. Il suo è stato un atto d'amore verso la Juve, ricambiato come ben si sa con una fredda buonuscita post mondiale per club. I patti erano chiari fin da subito. Difficili da ingoiare definitivamente nel post partita di Venezia, ma già riconfermati poche ore dopo dal suo procuratore. L'ombra di Conte è lunga, ma questa maledetta volontà dei tifosi di cercare sempre un “colpevole” è l'aspetto più imbarazzante del sistema calcio italiano. Lo è già Giuntoli, tornando lo sarà Conte il traditore sperando che non duri poco l'effetto Chiellini fino a... avanti il prossimo! Cose di (brutto) calcio.







