
Conte-Juve: quanti temi si intrecciano
Antonio Conte si avvicina a grandi falcate alla Juventus. Così come successo a Giovanni Trapattoni, Marcello Lippi e Massimiliano Allegri, anche il tecnico salentino, a meno di sorprese, avrà una nuova opportunità in bianconero. E si tratterebbe di un ritorno che porterà con sé tanti temi. Inevitabile tornare innanzitutto con la mente a quell’addio improvviso durante il ritiro estivo del 2014, quando per divergenze con la dirigenza della Vecchia Signora il rapporto si interruppe con il divorzio dopo 3 scudetti consecutivi.
Una separazione di cui a ottobre del 2023 lo stesso tecnico salentino ha ammesso il pentimento: è avvenuto nel corso della trasmissione Belve condotta da Francesca Fagnani, quando Conte lasciò intendere che pensandoci dopo, forse sarebbe dovuto rimanere a Torino. Da lì in poi, l’ex capitano della Juventus ha fatto un suo percorso, passando per l’Inter, la nazionale italiana, il Chelsea e ora il Napoli. Insomma, una strada che ha portato la bandiera bianconera a passare in due tappe, quella nerazzurra e quella azzurra, non propriamente compatibili con lo spirito incarnato dalla piazza Juve.
In mezzo, inoltre, c’è un dito medio ad Andrea Agnelli nell’anno del Covid e la stretta collaborazione con quel Gabriele Oriali, dai tifosi juventini associato prevalentemente al passaporto di Recoba, che dopo l’Inter ha seguito Conte anche a Napoli. Negli ultimi giorni sembra che l’ex bandiera nerazzurra possa affiancare il salentino in panchina all’Allianz Stadium e questo sarebbe un altro tema. Assieme all’eventuale ritorno di Leonardo Bonucci, il cui addio alla Signora, complice il rapporto incrinato con Massimiliano Allegri, è stato burrascoso e condito anche da una causa intentata dall’ex numero 19 e poi comunque ritirata.
A fare da contraltare ci potrebbe essere il ritorno del professo Antonio Pintus e di altri fautori di cicli vincenti Juve, che dal punto di vista umorale potrebbero bilanciare eventuali malumori di una parte della piazza. Sì, perché Conte è sempre stato un tecnico divisivo, come Allegri del resto. C’è chi oggi lo rivorrebbe per rimettere le cose a posto e ridare dna a un ambiente dilaniato, magari ridimensionando anche il ds Cristiano Giuntoli, ritenuto dai più il principale responsabile degli errori di questa stagione. Altri, invece, non gli perdonano l’addio del 2014, la parentesi all’Inter, quella al Napoli, ma anche tante dichiarazioni che già ai tempi della prima avventura bianconera non era piaciute tantissimo (su tutte la storia del ristorante da 10 euro).
Insomma, comunque vada, l’eventuale ritorno di Antonio alla Juventus sarebbe un evento che può comportare vantaggi e svantaggi, esattamente come successo con il secondo ciclo degli altri grandi tecnici del club. L’importante è che una piazza ormai spazientita dimostri responsabilità e pazienza. Non è automatico che il ritorno di Conte significhi vittoria certa e alle prime difficoltà non avrebbe alcun senso ripartire a caccia di capri espiatori mettendo alla gogna l’ennesimo allenatore.







