
Meno like e proclami, più gol: Vlahovic ha 12 mesi per meritare lo stipendio
Il nove sono io. Un po' come Dredd, in un film oramai datato, Vlahovic si è autoproclamato centravanti della Juventus. Per carità, nessuno lo avrebbe messo in dubbio se avesse continuato come all'inizio, con gol e prestazioni. Invece da un anno - e passa - a questa parte, Vlahovic si è involuto. Dall'addio di Allegri, verrebbe da dire, ma la crisi del gol arriva da ben più lontano. Dal 2022-23, quando ha giocato solamente 27 partite in campionato e segnato dieci gol, il minimo sindacale per un numero nove che si rispetti. Una stagione sballata può capitare, per carità, ma se poi si aggiunge uno stipendio da 23 milioni lordi all'anno, ecco che la frittata è fatta.
Se poi c'è l'intenzione di non rinnovare, rifiutare qualsiasi proposta e arrivare a scadenza, forse è anche peggio. Dal rigore contro il Venezia qualcosa si è spezzato definitivamente, con la discussione con la curva a fare da detonatore. Lì si è cercato di ricucire in pochissimo, ma la realtà appare abbastanza chiara: il filo si è rotto.
Poi arrivano il like a Bellingham e la risposta all'approdo di Jonathan David. Vlahovic faccia una cosa da Juve, se ne ha davvero l'intenzione: rinnovi - a cifre molto inferiori - e incominci a segnare, trascinando la Juve. Lo ha fatto, qualche volta. Poche però per chi ha un'etichetta da 75 milioni, più 11 di commissioni, più 16 alla firma che sono stati spalmati negli ultimi due anni. Ha sbagliato chi lo ha fatto firmare, su questo non ci piove. Bisogna però anche meritarsi lo stipendio, anche perché altrimenti nessuno te lo ridarà più. Se poi l'obiettivo è quello di andare a giocare in Arabia Saudita, nessuno lo fermerà.






