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Juve, nessuna attenuante nel caso plusvalenze: perché la Corte ha negato sconti ai bianconeri
Nessuna attenuante per la Juventus. Nelle motivazioni sul caso plusvalenze, pubblicate pochi minuti fa, la Corte Federale d'Appello chiarisce perché non sono state prese in considerazione le attenuanti richieste dai legali del club bianconero per evitare una forte penalizzazione in classifica, poi arrivata col -10.
Le attenuanti. In particolare, la Juventus invocava due situazioni: l'aver adottato il modello di prevenzione e la nomina dell’organismo di garanzia, previsti dall'articolo 7 del Codice di Giustizia Sportiva, e l'aver assistito alle dimissioni dell'intero CdA all'emergere della vicenda.
Perché non sono state considerate? Quanto al modello di prevenzione, la CFA si sofferma su due aspetti, uno di merito e di rito. In particolare, quanto a quest'ultimo, la Juve non aveva depositato il modello di prevenzione nei precedenti gradi di giudizio - se non davanti al Collegio di Garanzia - rendendo così "irricevibile" il nuovo documento proposto in Appello. Nel merito, la CFA solleva comunque dubbi sulla “idoneità ed efficacia” del modello, "attesa la gravità dei fatti per i quali si è formato un giudicato di condanna in sede sportiva". Per quanto riguarda alle dimissioni del board, che secondo la Juve avrebbe testimoniato l'essersi attivati in merito a livello societario, la Corte fa notare come queste dimissioni siano arrivate oltre sette mesi dopo il deferimento: "Nella fattispecie in esame, per contro, il deferimento reca la data del 1° aprile 2022, mentre l’atto di dimissione dell’intero CdA è intervenuto il 28/11/2022, quando il processo sportivo era da tempo iniziato". Troppo tardi per poterle considerare utili.
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Le attenuanti. In particolare, la Juventus invocava due situazioni: l'aver adottato il modello di prevenzione e la nomina dell’organismo di garanzia, previsti dall'articolo 7 del Codice di Giustizia Sportiva, e l'aver assistito alle dimissioni dell'intero CdA all'emergere della vicenda.
Perché non sono state considerate? Quanto al modello di prevenzione, la CFA si sofferma su due aspetti, uno di merito e di rito. In particolare, quanto a quest'ultimo, la Juve non aveva depositato il modello di prevenzione nei precedenti gradi di giudizio - se non davanti al Collegio di Garanzia - rendendo così "irricevibile" il nuovo documento proposto in Appello. Nel merito, la CFA solleva comunque dubbi sulla “idoneità ed efficacia” del modello, "attesa la gravità dei fatti per i quali si è formato un giudicato di condanna in sede sportiva". Per quanto riguarda alle dimissioni del board, che secondo la Juve avrebbe testimoniato l'essersi attivati in merito a livello societario, la Corte fa notare come queste dimissioni siano arrivate oltre sette mesi dopo il deferimento: "Nella fattispecie in esame, per contro, il deferimento reca la data del 1° aprile 2022, mentre l’atto di dimissione dell’intero CdA è intervenuto il 28/11/2022, quando il processo sportivo era da tempo iniziato". Troppo tardi per poterle considerare utili.
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