
Del Piero: "Juve passata tramite terremoti e tsunami. Kean? Penso consideri di restare"
Durante la presentazione del Memorial Niccolò Galli, Alessandro Del Piero, per lui premio alla carriera, ha parlato del contesto in cui il torneo si svolge e non solo: “Firenze è una città stupenda, ma quando sono arrivato ho visto leggende fiorentine qua (Antognoni e Galli, ndr), avete fatto un collegamento con una tifosa del Torino (Simona Ventura, ndr) e a un certo punto ho pensato… (ride, ndr)”.
Quello contro la Fiorentina di tacco resta il suo gol più bello?
“Per l’idea e dinamica direi di sì. È stato un gol molto strano, erano bei tempi in cui Fiorentina e Juve duellavano per traguardi importanti”.
Non c’è mai stata una contestazione pesante a Firenze nei suoi confronti.
“Sì, ci sono state (ride, ndr), ma c’è a chi è andata peggio. Uno cerca sempre di fare del proprio meglio difendendo i propri colori, poi ci sono tante dinamiche: quando sbagliamo per noi giocatori ci sono i cartellini, per i tifosi invece le situazioni sono diverse. Lo sfottò è bello, poi nel calcio siamo dei geni… Sui social ci sono cose divertenti, ma non dobbiamo eccedere, altrimenti tutto viene messo in cattiva luce, quando non dovrebbe essere così”.
Sono spariti i numeri 10 e i numeri 7. Cosa è successo?
“Ho fatto parte di una generazione in cui c’erano 3 giocatori mostruosi stranieri come Platini, Zico e Maradona, ma altri come Antognoni che illuminavano. Il calcio poi si è modernizzato con la mia era ed è cambiato. Si parla di fisicità, ma per me il cambiamento più essenziale secondo me è il regolamento, che ha incasinato gli arbitri e anche i calciatori. È un altro sport: per gli attaccanti è più semplice, per i difensori più difficile e per i portieri ancora peggio. Il calcio si è evoluto, molti studiano tanto e osservano tanto, la tecnologia ha un grande ruolo, ora vediamo e valutiamo tutto, ci sono tante altre dinamiche. Poi i settori giovanili sono in una crisi profondissima. In Italia lo diciamo, ma poi ci salutiamo e tutto va avanti normalmente. Queste cose andrebbero viste invece sempre di più con una lente di ingrandimento, anche perché negli altri paesi si sono attrezzati di più di noi. Qua i giovani non vengono seguiti come prima”.
Alla Juve che è successo ultimi anni?
“È passata tramite ‘terremoti’ e ‘tsunami’, cambiamenti, quindi si fa fatica delle volte per le scelte, per quello che si esprime in campo o perché altri sono più bravi. Ci sono società che hanno raggiunto livelli altissimi. Quando si fanno le valutazioni del nostro campionato e si dice che Juventus e Milan devono arrivare quarti, bisogna pensare che non è semplice nemmeno arrivare in Europa. Ci sono realtà come Atalanta e Bologna, soprattutto la Dea che ha vinto l’Europa League recentemente, che 7-8 anni fa non si pensava potessero raggiungere certi livelli”.
Galli interviene, sussurrando: “Ci sono anche dirigenti che sanno meno di calcio”
“Sì, anche quello, ma ci sono troppe telecamere e microfoni (ride, ndr). Giovanni deve pensare a ballare”
Che ne pensa della lotta scudetto?
“È bellissima. Mai come quest’anno siamo arrivati a un finale dove contemporaneamente si lotta per campionato, Europa e retrocessione con così tante squadre coinvolte”.
Rocchi è preoccupato.
“Metto pressione, con tutti i gialli che mi ha dato (ride, ndr). Ci sono state partite molto intense, c’erano pressioni anche da fuori che subiscono tutti”.
Che pensa della Fiorentina attuale?
“Credo che non è facile arrivare quarti, ma nemmeno quinti, sesti o settimi. In generale se uno vuole togliersi e vedere le cose da fuori, la squadra ha fatto sognare tifosi: ha ancora la chance di raggiungere Europa, è arrivata poco prima dell’anno scorso in Conference e soprattutto c’è da dare un’importanza notevole a ciò che ha fatto Commisso qui. I progetti dirigenziali sono a lungo termine, ma avere il Viola Park e uno stadio che finalmente si adeguerà agli standard europei… Non sono cose semplici. C’è stato un cambio in panchina e non sempre le cose vanno bene, guardate Juventus e Milan, che hanno fatto tanta fatica. I tifosi vogliono di più, è venuta l’acquolina in bocca con queste finali, ma l’annata è positiva”.
A Kean cosa consiglia?
“Non credo debba essere io la persona a consigliargli. Ha fatto un anno straordinario, migliore sotto tutti gli aspetti. Penso consideri nella sua testa l’idea di rimanere”.
Che ne pensa di Fagioli?
“Ha un talento incredibile, è passato da montagne russe di ogni tipo. Auguro il meglio anche a lui, che sia a Firenze o altrove. Hanno dimostrato entrambi, soprattutto alla Juve, che è un ambiente particolare, di rispettare la maglia, i compagni e di fare un lavoro egregio in campo”.
Il calcio deve aiutare.
“Questo cosa va. Abbiamo parlato di cultura, credo che il calcio abbia una cassa risonanza importante, ma va integrato nella vita di tutti i giorni. Il calcio è la vita, questo dettaglio ci porta a immergerci troppo a volte”.
Quello contro la Fiorentina di tacco resta il suo gol più bello?
“Per l’idea e dinamica direi di sì. È stato un gol molto strano, erano bei tempi in cui Fiorentina e Juve duellavano per traguardi importanti”.
Non c’è mai stata una contestazione pesante a Firenze nei suoi confronti.
“Sì, ci sono state (ride, ndr), ma c’è a chi è andata peggio. Uno cerca sempre di fare del proprio meglio difendendo i propri colori, poi ci sono tante dinamiche: quando sbagliamo per noi giocatori ci sono i cartellini, per i tifosi invece le situazioni sono diverse. Lo sfottò è bello, poi nel calcio siamo dei geni… Sui social ci sono cose divertenti, ma non dobbiamo eccedere, altrimenti tutto viene messo in cattiva luce, quando non dovrebbe essere così”.
Sono spariti i numeri 10 e i numeri 7. Cosa è successo?
“Ho fatto parte di una generazione in cui c’erano 3 giocatori mostruosi stranieri come Platini, Zico e Maradona, ma altri come Antognoni che illuminavano. Il calcio poi si è modernizzato con la mia era ed è cambiato. Si parla di fisicità, ma per me il cambiamento più essenziale secondo me è il regolamento, che ha incasinato gli arbitri e anche i calciatori. È un altro sport: per gli attaccanti è più semplice, per i difensori più difficile e per i portieri ancora peggio. Il calcio si è evoluto, molti studiano tanto e osservano tanto, la tecnologia ha un grande ruolo, ora vediamo e valutiamo tutto, ci sono tante altre dinamiche. Poi i settori giovanili sono in una crisi profondissima. In Italia lo diciamo, ma poi ci salutiamo e tutto va avanti normalmente. Queste cose andrebbero viste invece sempre di più con una lente di ingrandimento, anche perché negli altri paesi si sono attrezzati di più di noi. Qua i giovani non vengono seguiti come prima”.
Alla Juve che è successo ultimi anni?
“È passata tramite ‘terremoti’ e ‘tsunami’, cambiamenti, quindi si fa fatica delle volte per le scelte, per quello che si esprime in campo o perché altri sono più bravi. Ci sono società che hanno raggiunto livelli altissimi. Quando si fanno le valutazioni del nostro campionato e si dice che Juventus e Milan devono arrivare quarti, bisogna pensare che non è semplice nemmeno arrivare in Europa. Ci sono realtà come Atalanta e Bologna, soprattutto la Dea che ha vinto l’Europa League recentemente, che 7-8 anni fa non si pensava potessero raggiungere certi livelli”.
Galli interviene, sussurrando: “Ci sono anche dirigenti che sanno meno di calcio”
“Sì, anche quello, ma ci sono troppe telecamere e microfoni (ride, ndr). Giovanni deve pensare a ballare”
Che ne pensa della lotta scudetto?
“È bellissima. Mai come quest’anno siamo arrivati a un finale dove contemporaneamente si lotta per campionato, Europa e retrocessione con così tante squadre coinvolte”.
Rocchi è preoccupato.
“Metto pressione, con tutti i gialli che mi ha dato (ride, ndr). Ci sono state partite molto intense, c’erano pressioni anche da fuori che subiscono tutti”.
Che pensa della Fiorentina attuale?
“Credo che non è facile arrivare quarti, ma nemmeno quinti, sesti o settimi. In generale se uno vuole togliersi e vedere le cose da fuori, la squadra ha fatto sognare tifosi: ha ancora la chance di raggiungere Europa, è arrivata poco prima dell’anno scorso in Conference e soprattutto c’è da dare un’importanza notevole a ciò che ha fatto Commisso qui. I progetti dirigenziali sono a lungo termine, ma avere il Viola Park e uno stadio che finalmente si adeguerà agli standard europei… Non sono cose semplici. C’è stato un cambio in panchina e non sempre le cose vanno bene, guardate Juventus e Milan, che hanno fatto tanta fatica. I tifosi vogliono di più, è venuta l’acquolina in bocca con queste finali, ma l’annata è positiva”.
A Kean cosa consiglia?
“Non credo debba essere io la persona a consigliargli. Ha fatto un anno straordinario, migliore sotto tutti gli aspetti. Penso consideri nella sua testa l’idea di rimanere”.
Che ne pensa di Fagioli?
“Ha un talento incredibile, è passato da montagne russe di ogni tipo. Auguro il meglio anche a lui, che sia a Firenze o altrove. Hanno dimostrato entrambi, soprattutto alla Juve, che è un ambiente particolare, di rispettare la maglia, i compagni e di fare un lavoro egregio in campo”.
Il calcio deve aiutare.
“Questo cosa va. Abbiamo parlato di cultura, credo che il calcio abbia una cassa risonanza importante, ma va integrato nella vita di tutti i giorni. Il calcio è la vita, questo dettaglio ci porta a immergerci troppo a volte”.
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