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tmw / juventus / Editoriale
Napoli: a 90 minuti da… un piatto stellato firmato Conte (con la Juve sullo sfondo). Inter: l’amarezza, l’Arabia… e una sola priorità. Milan: la missione di Tare. E il futuro di Roma…TUTTO mercato WEB
Oggi alle 13:03Editoriale
di Fabrizio Biasin

Napoli: a 90 minuti da… un piatto stellato firmato Conte (con la Juve sullo sfondo). Inter: l’amarezza, l’Arabia… e una sola priorità. Milan: la missione di Tare. E il futuro di Roma…

Neanche il tempo di darsi una pettinata (per chi può) e in un amen ci ritroviamo a fine campionato. E ci arriviamo con un filo di legittima stanchezza fisica e mentale. È stata lunga e gli ultimi 90 minuti non saranno uno scherzo a prescindere da vantaggi, situazioni, sfide scudetto, varie ed eventuali.

Napoli
E allora partiamo proprio dal Napoli, capolista in dirittura d’arrivo. I tifosi partenopei legittimamente faranno i loro scongiuri ma - è un dato di fatto - sono a un passo dal paradiso. Sia chiaro, non mi schiero tra quelli che urlano al miracolo di Conte, ma senza dubbio il lavoro svolto dal tecnico leccese è di tutto rispetto. Essere lì è un merito, prova ne sia il campionato anonimo che invece hanno fatto Milan, Juventus e Roma (pre Ranieri) nonostante gli ottimi acquisti. La verità è che il calciomercato è l’insieme degli ingredienti che si mettono a disposizione in cucina, poi però si rendono necessari chef capaci e metodi funzionali. Solo così si possono servire piatti stellati come quello in menù al Maradona.
A proposito di Conte, pare che il rischio sia quello che il tecnico salentino possa salutare a fine stagione, e questo a prescindere da come andrà a finire. I rumors che arrivano da Torino sono sempre più consistenti e, forse, De Laurentiis non prenderebbe neanche così male la possibilità di una separazione anticipata, specie a scudetto incassato (che è anche merito suo, anche se non lo dice quasi nessuno).

Milan
Habemus ds, il suo nome è Igli Tare. Come dite? Lo avevate già sentito? Si è lui, quello che era stato al punto di firmare per i rossoneri, salvo poi tramontare e sparire. Come diceva George Moore: “Un uomo gira tutto il mondo in cerca di quello che gli occorre, poi torna a casa e lo trova”. Ed è andata più o meno così anche in via Aldo Rossi: dopo mesi trascorsi a organizzare casting e fissare pranzi di lavoro, è bastato tornare alle origini per trovare il nuovo (vecchio) direttore sportivo.
In che mani finisce il Diavolo? Ottime. Il Milan con l’albanese trova un professionista eccellente, uno che ha qualità sufficienti per fare bene ad alto livello, a patto che trovi attorno a sé una struttura bene organizzata e un collettivo che lo metta nelle migliori condizioni per poter lavorare. E su questo, consentitecelo, manteniamo delle riserve.


Inter
La botta contro la Lazio non è ancora stata assorbita e non potrebbe essere altrimenti. A un bel punto sembrava davvero che il sorpasso all’ultima curva stesse prendendo forma. Poi la Lazio ha trovato il pareggio e il sogno scudetto si è disintegrato davanti agli occhi di tutti i tifosi nerazzurri. Tristezza, delusione, amarezza, pessimismo, fastidio. E va bene. Poi però basta. Cos’è tutto ‘sto mortorio? Oh, stiamo pur sempre parlando della squadra che tra una manciata di giorni giocherà la partita più importante del calcio per club, quella che può consegnarti alla storia e, a prescindere, ti concede la vetrina più bella che c’è. L’amarezza è comprensibile, ma ora è il caso di invertire la rotta ed evitare di pensare a faccende di altro genere, il futuro di Inzaghi per esempio. L’Arabia è una balla clamorosa? No, non lo è. Può capitare che qualcuno bussi alla sua porta o che lo abbia già fatto? Certo che sì. Ma in questo momento quanto conta? Esiste solo una risposta: “Pensiamo alla finale di Monaco”. E anche ai 90’ di Como, dove forse mancherà Lautaro. Ma chi lo sa…

Roma
Come fai a non sognare nella città eterna… metti una sera di fronte al Colosseo, con uno spicchio di luna e l’aria di primavera a solleticare i pensieri. E allora capita che Klopp diventi un profilo da seguire. Però anche a Roma ci si risveglia, e magari al posto del tedesco ti ritrovi un portoghese: Nuno Espírito Santo. Pare che tra i papabili ci sia anche lui e che non sia solo una suggestione. Dopo Mourinho, dunque, un altro portoghese potrebbe acchiappare la panchina della Roma, lui che fu terzo portiere nel Porto dei miracoli, quello che sollevò al cielo la Champions League, in quella squadra passata alla storia per aver realizzato un’impresa… Special.

Ma tanto fino a qua non ci siete arrivati, perché siete troppo concentrati sul caso di Garlasco. Ben lo so.