
Esaltarsi per due vittorie con Estonia e Israele ci fa capire come siamo messi…
C’è tanta soddisfazione in giro per le due vittorie azzurre con Estonia e Israele. Si parla tanto dell’attacco atomico (10 gol) e di come Gattuso abbia riportato serenità e coraggio nello spogliatoio della Nazionale. Beh, sicuramente sono due successi importanti per provare a blindare il secondo posto ne girone ma esaltarsi per questi sei punti certifica come siamo messi…
Abbiano una paura dannata di fallire, per la terza volta consecutiva, l’appuntamento con il Mondiale. E, quindi, è bastato mandare al tappeto Estonia e Israele, due nazionali, con tutto il rispetto, di poca storia calcistica per sentirci rincuorati e fiduciosi. In realtà, c’è una pressione pazzesca su questo gruppo azzurro e la palla pesa tantissimo. Tutti pretendono che questi ragazzi conquistino il pass Mondiale, il fallimento non è un’opzione. Perché? Perché siamo l’Italia e abbiamo quattro Coppe del Mondo in bacheca. Ecco, sta proprio qui l’errore. Questa Nazionale, rispetto a quelle vincenti del passato, non ha neanche un giocatore, anzi uno (Donnarumma), di qualità eccelsa. Tutti sono buonissimi giocatori, alcuni ottimi, come Tonali e Barella, ma non c’è il talento di un tempo e, purtroppo, i trofei vinti non fanno la differenza in campo. Ora applaudiamo la nuova magica coppia del gol, formata da Kean e Retegui che, obiettivamente, stanno facendo bene ma, onestamente, chi dei due avrebbe mai giocato in una “vera” Nazionale del passato? Risposta facile: non sarebbero neanche mai stati convocati.
Questo non li rende scarsi ma ci deve far capire che questa versione della Nazionale è decisamente inferiore, in quanto a talento e personalità, rispetto a quelle che abbiamo nel cuore. Non è colpa di nessuno, è un dato di fatto. Gattuso ha il merito di essere uno tosto che ci mette tanta garra. Tuttavia, non è un mago: non può creare giocatori ad hoc per far crescere la sua Italia, può solo cercare di fare le scelte più logiche per avere una squadra che non molla mai, come quella vista con Israele.
Onestamente non so se andremo o meno al Mondiale. L’idea di dover giocare i play-off (almeno il secondo posto lo considero certo) mi terrorizza. Già ora c’è una pressione infinita e stiamo giocando ancora le partite di qualificazione, immaginate quando si scenderà in campo per i play-off. In questo periodo storico c’è solo una cosa da fare: stare al fianco degli azzurri, senza esaltarli troppo dopo due vittorie e sostenendoli quando le situazioni si fanno o faranno complicate. Ci sarà tempo per i giudizi finali, ora bisogna, semplicemente, far sventolare il bandierone tricolore sempre e comunque, provando a non pensare a quanto eravamo forti quando avevamo gente come Buffon, Totti o Del Piero…
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