Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroFormazioniCalendariScommessePronostici
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliaricomocremonesefiorentinagenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilannapoliparmapisaromasassuolotorinoudinese
Canali altre squadre ascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenafrosinonelatinalivornonocerinapalermoperugiapescarapordenonepotenzaregginasalernitanasampdoriasassuoloturris
Altri canali mondiale per clubserie bserie cchampions leaguefantacalciopodcaststatistiche
tmw / juventus / Serie C
Banchieri e il Messina: "Esperienza fantastica in campo, fuori ci mancava tutto"TUTTO mercato WEB
Oggi alle 19:49Serie C
di Tommaso Maschio

Banchieri e il Messina: "Esperienza fantastica in campo, fuori ci mancava tutto"

Ascolta il podcast
tmwradio /
00:00
/
00:00
Il tecnico Simone Banchieri ha parlato ai microfoni di TMW Radio, nel corso della trasmissione A Tutta C, per commentare i tempi principali della terza serie a partire dalla situazione nel Girone B.: “Per quanto riguarda l'Arezzo sta rispettando le aspettative. La squadra è forte, ben allenata, ben costruita dal direttore Cutolo, ha giocatori forti. Se pensiamo a dare la forza dell'Arezzo, che è un giocatore come ho avuto dell'Aquila, un giocatore di grandissima prospettiva, non ha ancora fatto un minuto. Questo dà la forza dei giocatori che hanno a disposizione. Sulle altre, Perugia, Ascoli stessa, ma io non sottovaluterei Ravenna che secondo me ha fatto investimenti importanti. Anche lì ci sono ragazzi che ho avuto il privilegio di allenare, come Luciani a Messina che con me in 12 partite ha fatto 13 gol. Tutti giocatori molto forti, più tutti gli altri che ci sono. L'attaccante che ha preso dalla Serie D è un giocatore di grande prospettiva. Spini stesso, quindi Ravenna secondo me potrà ambire anche lei a essere competitiva per vincere. Sulla Vis Pesaro, sì, è una squadra ancora forte come lo era lo scorso anno. Siamo agli inizi e secondo me la Vis Pesaro ha la possibilità di arrivare nei primi 5 o 6 perché ha quel livello lì”. Mister, io la voglio coinvolgere vista la sua esperienza. Ha citato anche diversi ragazzi di prospettiva, ragazzi giovani che hanno mosso con lei o stanno muovendo i primi passi nel mondo del calcio professionistico proprio sui palcoscenici della Serie C. La mia riflessione è sulle seconde squadre. La convince come progetto per valorizzare e dare maggiore struttura nel percorso di crescita ai giovani? “Chiaramente il valore è doppio, perché se pensiamo alla Juventus nella nostra esperienza si è giocato contro giocatori come Soulé, Hujisen e Fagioli, giocatori altamente rappresentativi e quindi vuol dire che ha avuto una logica farli giocare, perché comunque giocare in Serie C vuol dire confrontarsi con gli adulti, vuol dire non passare direttamente dai campionati primavera dove è ancora un gioco parecchio giovanile in Italia e giocare con gli adulti è diverso a livello emozionale, a livello di quanto pesa il risultato degli stadi, perché basti pensare a quando si transita dentro il girone C ad esempio dove ci sono stadi che a volte sono anche più emozionanti della Serie A. Io penso alla mia esperienza a Messina, è stata un'esperienza fantastica con una tifoseria veramente eccezionale dove facevi 10.000 persone a partita e questo veramente rende il giocatore più pronto al calcio poi della Serie A e quindi secondo me è giusto che si facciano, ma penso che ci dovrebbe essere un campionato addirittura di Under 23, addirittura per far giocare i giovani a questo livello. Poi è chiaro che le società pensano e devono pensare al business, alla sostenibilità e quindi poi a rivendere i giocatori, però se pensiamo a tutti quelli che sono transitati in queste seconde squadre che ora giocano in Serie A comunque è utile che ci siano e non ne parlerei quasi più come una cosa anomala perché serve al movimento, perché se no immaginiamo quanti giocatori se non ci fossero state le seconde squadre di Juventus, di Atalanta, ora dell'Inter, ma anche del Milan stesso che poi vedrete sarà di nuovo poi nei professionisti quanti di questi giocatori magari andando in prestito in giro non avrebbero giocato perché spesso accade questo, penso ad esempio a Clemenza un giocatore della Juventus fantastico che è andato in giro in tutti i prestiti di Pescara, ricordo Bari e non giocava mai quindi il feedback arriva al club, è un giocatore non pronto invece magari c'erano altre problematiche, magari i miei colleghi allenatori o dirigenti che prima di far giocare un giovane si fidavano più di giocatori esperti, chi lo sa, o situazioni contingenti che non conosciamo, quindi averli lì nella seconda squadra secondo me per questi ragazzi di prospettiva è sicuramente un vantaggio per i ragazzi, per il club e anche per il calcio italiano”. Lei ha citato prima la sua esperienza a Messina dove ha vissuto una situazione molto simile a quella con cui abbiamo avuto modo di parlare con Giorgio Gorgone a Lucca, cioè di una società in evidente difficoltà con mille problematiche che niente avevano a che vedere con il calcio giocato. Dovesse dare un consiglio da chi c'è già passato, a chi sta affrontando, parlo da professionista, queste situazioni (ora al di là dei nomi Trieste, Rimini, ma può essere qualsiasi città, qualsiasi piazza), a cosa si deve fare appiglio per affrontare ed uscire da una situazione del genere? “Guardi, ogni esperienza è diversa, quindi quella di mister Gorgone sicuramente ha dei risvolti, la mia degli altri, quella di Trieste ne avrà altri, io per quanto riguarda Messina le dico la verità, io a Messina ci riandrei altre mille volte perché ho trovato una tifoseria eccezionale, una città bellissima sullo stretto, una città per me da Serie A con delle persone da Serie A che la tifano e che ci tengono, quindi io ho vissuto dei mesi bellissimi ai quali sarò legato per sempre perché in campo e fuori le persone di Messina ci hanno fatto sentire veramente qualcosa di importante, basti pensare che con 13 punti tolti se ci avessero dato la possibilità ci saremmo salvati sul campo, poi a me non è andata la possibilità di fare lo spareggio con il Foggia, ma se no ci saremmo salvati sul campo con giocatori bravi, con giocatori che tra l'altro si sono affermati a Messina perché penso a Gelli, penso a Dumbrăvanu, penso a Luciani, ragazzi che ho avuto che sono arrivati che non giocavano o che giocavano poco e ora giocano in Serie B, Luciani a Ravenna ma potrei dirne tantissimi altri, lo stesso Marco Crimi, quindi abbiamo avuto un'esperienza di campo fantastica. Quello che era fuori dal campo e la società è risaputo, una società che non paga, che non rispetta nessun tipo di adempimento dove ti viene a mancare dall'acqua da bere, a mancare le bende per per fare le fasciature, dove ti viene a mancare tutto, però in queste situazioni si creano questi rapporti speciali con i ragazzi, con la squadra che ci hanno portato a fare risultati e soprattutto le prestazioni che erano viste da tutti, eravamo una squadra che giocava benissimo a calcio e quindi io ci riandrei altre mille volte a Messina per Messina e per i messinesi. Tutto quello che era la società ha chiaramente risaputo, non sta a me dirlo, c'è una Procura della Repubblica che fa le indagini, che ha messo la società in liquidazione, quindi è tutto risaputo. E cosa fare per il calcio? Fare qualcosa di più semplice, quando le società sono in questo tipo di difficoltà, pensiamo al Taranto, alla Turris prima, non bisognerebbe farle iscrivere, non bisognerebbe farle iscrivere, bisognerebbe fare dei controlli più asseverati, più seri da parte della federazione, della Lega, di tutti quelli che sono gli enti della FIGC che seguono il calcio e non bisognerebbe farle iscrivere, non bisognerebbe arrivare a quello che sta ancora succedendo con società che leggo, perché poi come ha detto lei, si immagina la sofferenza delle famiglie, di chi sta dietro a queste persone del calcio, io penso ancora adesso a Messina, ai magazzinieri, alla signora Rita, all'autista del pullman Beppe, al team manager Luca Paolucci, persone straordinarie che lavoravano 24 ore al giorno e che non venivano neanche retribuite come tutti noi d'altronde, però si immagina la sofferenza e la sofferenza dei tifosi, noi avevamo, le do un numero, noi avevamo 10.000 persone a vederci, ma noi avevamo 500-600 persone a vedere gli allenamenti, lei si immagina, persone che in altre piazze non vanno neanche alla partita, a Messina noi le avevamo agli allenamenti, era bellissimo condividere con queste persone, quindi pensi quanto tolgono al calcio questi tipi di società e questi tipi di persone del calcio, lestofanti, che fanno iscrivere le squadre, è questo che bisognerebbe togliere dal calcio, non farle iscrivere, se non c'è il denaro adatto a mantenere quella squadra con il costo totale gestionale, quella squadra non si può iscrivere, qualsiasi essa sia, questo secondo me sarebbe da fare per evitare casi Turris, Taranto, Lucchese, Messina e si può andare avanti nel tempo e si può anche andare indietro”.