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Bernardi: “Vorrei che il Carpi fosse la sorpresa. U23? Sono un valore aggiunto”

Bernardi: “Vorrei che il Carpi fosse la sorpresa. U23? Sono un valore aggiunto”TUTTO mercato WEB
ieri alle 22:19Serie C
di Tommaso Maschio
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TMW Radio / A Tutta C
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Il direttore sportivo del Carpi Marco Bernardi ha parlato nel corso della trasmissione pomeridiana di A Tutta C in onda sulle frequenze di TMW Radio e de Il 61 analizzando il momento in casa emiliana e quello della Serie C in generale.
Il Carpi è una di quelle realtà dove si fa calcio, è quello che dicono dirigenti anche di società più importanti. Non c'è quel bacino di utenza, che è una parola della quale i grandi club sono assolutamente prigionieri, però si può lavorare, si può lavorare sui giovani. Marco, ci racconti un po' il mondo Carpi
“Sì, l'ha detto bene lei. Carpi è una piazza media per la categoria, perché comunque non è una città grandissima, fa 70 mila abitanti, però c'è storia di calcio, ha fatto la Serie A dieci anni fa, c'è fame di calcio e quindi si può cercare di lavorare bene, cercando di fare calcio in maniera sostenibile e l'obiettivo che ci siamo dati con la proprietà è quello di mantenere la categoria, cercando ogni anno di fare un passo in avanti, però in maniera sostenibile, oculata, cercando di lavorare sui giovani. Ed è una piazza che ti permette di fare questo”.

Diciamo che siete anche in un territorio dove c'è tanto calcio, si può dire questo
“Ah, sicuramente, siamo circondati. Esatto, ma soprattutto anche in Emilia, abbiamo Modena, Sassuolo, abbiamo Mantova lì là, poi c'è un po' più spostate Parma, Bologna, insomma, è un territorio ricco di squadre professionistiche dove ovviamente per noi, diciamo, squadra un po' più piccola, la difficoltà la troviamo soprattutto nel settore giovanile, essendo accerchiati da realtà che fanno la Serie A o la Serie B”.

Direttore, ti chiedo un tuo parere, allargando un po' il tuo orizzonte sul campionato di Serie C in generale. È chiaro che non ti chiedo valutazioni assolute su quello che sarà lo sviluppo delle classifiche, ti chiedo innanzitutto un giudizio sul valore di questo campionato. La sensazione che abbiamo di una Serie C che di anno in anno cresce non solo nelle attenzioni, questo grazie ad una dirigenza intorno al presidente Matteo Marani che ha dato grandissima visibilità, ma la sensazione è che stia crescendo anche nel suo valore tecnico, però te sei sul campo e quindi ci puoi dare un tuo giudizio in questo senso.

“Sì, io sono d'accordo con quello che ha detto. Secondo me negli ultimi anni con la presidenza di Marani la Serie C comunque sta avendo una grande visibilità. Io mi ricordo i primi anni che è iniziata questa categoria a Fiorenzuola, cinque anni fa c'era già meno visibilità. Negli ultimi anni c'è stato l'avvento anche di Sky, secondo me c'è stata molta visibilità e questo ha dato atto alla Lega e al presidente Marani. Per quello che riguarda la parte di campo, sì, è una categoria che ti dà grandi sfaccettature perché si passa da grandi piazze che potrebbero fare ben altri campionati a realtà invece più provinciali e più piccole a misura d'uomo e più familiari. Però forse è anche il bello di questa categoria che a differenza dell'A e della B dove le piazze sono sempre molto importanti, in C si può passare da un Vicenza, da un Catania, da un Benevento a realtà più piccole e familiari come può essere l'Arzignano, la Pergolettese e tanti altri senza mancare di rispetto ma proprio perché sono le differenze, le sfaccettature di questo campionato. È anche il bello di questo campionato”.

No, no, è la caratteristica, la peculiarità di questo campionato che mescola tanti mondi rendendolo unico in questo senso e tra i tanti mondi, caro direttore, c'è anche il mondo delle seconde squadre. Lo ricordo l'Atalanta nel girone meridionale, nel vostro girone c'è la Juventus e poi c'è la nuova arrivata Inter che partecipa al girone A, la nuova arrivata che almeno per quelle che sono le prime sensazioni ha preso questa sfida con grande attenzione non ripetendo gli errori dei cugini del Milan che sono arrivati la passata stagione alla retrocessione. Allora ti chiedo prima di tutto un tuo parere sulle seconde squadre in Serie C. Sai che c'è un dibattito aperto anche nel mondo dei tifosi, alcuni non riconoscono queste realtà, anzi non le vorrebbero in nessun modo. C'è anche chi vorrebbe addirittura più seconde squadre in Serie C. Cosa ne pensi? E poi ti chiedo anche quale possano essere le ambizioni di questa squadra con un focus naturalmente sulla Juventus che è nel vostro girone
“Ma sì, qua c'è sempre un dibattito aperto. Io penso che comunque le seconde squadre, rispetto il pensiero dei tifosi perché giustamente i tifosi hanno la parte diciamo romantica del calcio però da addetto ai lavori posso dire che le seconde squadre secondo me danno un valore aggiunto e soprattutto sono altamente formative per questi ragazzi. Perché comunque io mi ricordo, insomma, stanno tanti giocatori che sono passati dalle seconde squadre dall'Atalanta ma anche adesso nella Juventus che è quella che la fa da più anni oggi si trovano a giocare la Champions League. Mi ricordo il Fiorenzuola Juventus di 4-5 anni fa che c'era Soulé, Miretti, Gatti, De Winter, cioè giocatori che erano in Serie C nella Juve di allora adesso sono grandi campioni quindi sicuramente per questi club è altamente formativo secondo me l'Under 23. La Juve noi l'abbiamo nel girone, l'abbiamo già affrontata abbiamo fatto un'ottima gara, abbiamo subito il pareggio due minuti alla fine però insomma è una squadra forte, che ha giocatori di prospettiva e si dimostrerà secondo me quella che ha dimostrato in questi anni insomma è una squadra che la Juventus tutti gli anni anche se qualche anno è partita male poi alla fine è sempre finita facendo i playoff o quasi sempre quindi credo che anche quest'anno possa fare un ottimo campionato”.

Ritieni che in questo momento sono tre le seconde squadre in Serie C, diciamo che se il Milan dovesse vincere il suo campionato potrebbero essere quattro. Pensi che il numero giusto sia questo? Pensi che c'è ancora margine per allargarsi?
“Se rimane la Serie C così a 60 secondo me potrebbe anche esserci il margine per allargarsi ancora secondo me di qualche Under 23 però dipende dalla volontà dei grandi club. Sicuramente ovvio che se mai ci sarà una ristrutturazione del calcio come dicono e che si abbassa il numero delle squadre in Serie C allora è un po' diverso, secondo me finché sono 60 si può stare e può anche essere un po' ampliato”.

Senti direttore, è chiaro che la stagione è appena iniziata quindi è presto per dare qualsiasi tipo di valutazione complessiva. Ti chiedo la tua valutazione su questo inizio di torneo del Carpi e se avete anche un sogno nel cassetto o comunque dove avete un po' posto la vostra asticella?
“L'inizio è sicuramente stato positivo, siamo partiti bene, abbiamo fatto una vittoria importante a Piancastagnaio poi due pareggi, c'è stata la sconfitta domenica a Terni, una gara non brillante ma giocare a Terni contro una squadra importante come la Ternana è sempre difficile quindi siamo abbastanza contenti del nostro avvio. La nostra volontà come sempre, l'obiettivo è quello di salvarsi perché è un campionato difficile, è un campionato molto equilibrato secondo me anche questa stagione è un campionato altamente equilibrato quindi l'obiettivo nostro deve essere assolutamente mantenere la categoria al prima possibile. Poi il sogno nel cassetto è sempre quello di fare qualcosa in più, di fare sempre un gradino in più ogni anno quindi l'anno scorso ci siamo salvati senza play-out e quest'anno se decidessimo di fare play-off sarebbe un sogno ma il nostro focus e l'obiettivo principale deve essere salvarsi al prima possibile”.

A proposito poi della Coppa Italia, tutti un po' indicano nell'Arezzo la squadra da battere. L'Arezzo è anche in questo momento a punteggio pieno. È la squadra di riferimento secondo te del girone?
“Sì, a proposito, l'anno scorso anche la Ternana poi fece la finale play-off quindi sempre del girone B. Quindi oltre a quelle che hai detto c'era anche la Ternana che è arrivata in finale. Quest'anno io credo che l'Arezzo sia una squadra molto forte però ci metto anche l'Ascoli, secondo me è una squadra molto competitiva e la Ternana stessa, Ravenna possono essere squadre da primi 3-4 posti. Se devo fare una mia previsione oggi direi le prime due sono Ascoli e Arezzo secondo me”.

Lasciando da parte il Carpi, c'è una potenziale sorpresa secondo te in questo torneo? Una di quelle che ti incuriosiscono e che chissà potrebbe andare a recitare un ruolo importante?
“Mi piacerebbe forse il Carpi! (risate NdR). Sicuramente ci sono realtà importanti anche tra le neopromosse secondo me perché comunque ci sono piazze nelle neopromosse, Ravenna, Livorno, San Benedetto sono piazze storiche con grande seguito. Indicartene una faccio fatica, credo che comunque anche per come è iniziato questo campionato di scontato ci sia poco, come dicevo prima mi sembra un girone molto molto molto equilibrato, molto livellato e quindi molto competitivo”.

Ecco direttore, prima di salutarti ti chiedo di allargare un attimo la tua valutazione un po' anche agli altri due gironi. C'è il girone meridionale in cui oggettivamente ci sono tre realtà, parlo di Catania, Avellino e Benevento che hanno fatto un tale livello di investimenti che puntare alla serie B non è una speranza ma quasi un obbligo, una necessità. Nel girone A c'è il Vicenza che sta rispettando il suo ruolo poi è nato questo nuovo Brescia. Che ne pensi di questi due gironi? Quali sono le squadre, anche da innamorato del calcio, che ti incuriosiscono?
“Come hai detto giustamente te, credo che nel girone C ci sono 3-4 piazze che per investimenti, storie, blasone puntino alla serie B e ne vincerà soltanto una quindi è un campionato molto molto difficile e competitivo anche quello del girone C. Nel girone A secondo me le due favorite sono sicuramente Vicenza e Brescia. Brescia è un progetto nuovo però è un progetto ambizioso, un progetto importante, la squadra ha iniziato anche bene, partita bene quindi credo che sulla carta sarà un testa a testa tra loro due tra Brescia e Vicenza. Le sorprese dell'innamorato del calcio? A me piacciono le favole, delle piccole che fanno bene. L'anno scorso secondo me un esempio è stata la Giana, un esempio virtuoso”.

Finalista anche in Coppa Italia, ricordiamolo
“Finalista anche in Coppa Italia. Sia in Coppa Italia che in campionato. Quindi da romantico del calcio mi piacciono queste realtà: una Giana che fa molto bene, un Arzignano, le realtà piccole che semmai sono le sorprese. Attraverso organizzazione e gioco e voglia di stupire riescono ad arrivare a risultati che per certe piazze possono essere molto difficili ma si riuscono a raggiungerli. E lo ripeto, la bellezza del campionato di Serie C è proprio questa varietà di realtà e spesso realtà apparentemente piccole sono degli esempi di calcio, di dove si fa il calcio e questo credo di cui ne abbiamo tutti un grande bisogno”.

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