
Rossi: "L'Ungheria mi ha salvato. Mi ha dato la possibilità di lavorare, l'Italia no"
Marco Rossi, commissario tecnico dell'Ungheria, ha rilasciato una lunga intervista a La Gazzetta dello Sport, parlando così: "Io non avevo mai pregato nessuno in vita mia, ma feci uno squillo al direttore sportivo dell'Honved. Sono passati quasi 15 anni e sono ancora qui. Questo Paese mi ha salvato, mi ha dato la possibilità di lavorare, l'Italia no. Magari anche per responsabilità mia, non ho mai saputo vendermi".
I due Europei sono un orgoglio?
"Un miracolo, semmai. Avrò fatto debuttare dozzine di giocatori. Lo scouting che facciamo è immenso. Tutti conoscono Szoboszlai e Kerkez, ma il vero successo è riuscire a valorizzare Varga, che giocava in quarta serie e lavorava in fabbrica".
Lei è stato criticato per allenare in Ungheria.
"Dopo l'ultimo Europeo ho ricevuto insulti sui social. Hanno minacciato me e la mia famiglia con critiche di ogni tipo. Ma a me non importa. Io sono grato all'Ungheria perché mi ha salvato la vita. E a Budapest vivo bene: abito in centro, c'è sicurezza. In altre città come Londra, Parigi o Milano quando cala la notte c'è da scappare".
Il suo sogno qual è?
"Portare l'Ungheria al Mondiale dopo 40 anni. Se dovessi riuscirci potrei lasciare. Sarei ricordato per sempre. E mio nonno ne sarebbe fiero".
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