
Italia, Gravina: "Riteniamo che la partita con Israele si debba giocare e la giocheremo"
Il presidente della FIGC, Gabriele Gravina, è stato ospite del podcast "Sette vite" e ha parlato delle prossime quattro sfide di qualificazione al Mondiale dell'Italia partendo da un retroscena che lo ha coinvolto negli scorsi giorni: "Ho chiamato Rino Gattuso e gli ho detto: Rino ho dormito male, ho avuto un incubo, dimmi qualcosa di positivo così recuperiamo subito la giornata. Lui mi ha tranquillizzato e poi ho vissuto una buona giornata". L'incubo era relativo ai possibili risultati delle partite e ad alcuni calciatori che si sarebbero potuti fare male.
Parole poi anche sulla discussa partita contro Israele del prossimo 14 ottobre: "Su questo sono stato molto chiaro: c'è una netta distinzione tra il mio ruolo di cittadino, di uomo del mondo che è fortemente indignato per tutto quello che noi stiamo vedendo. Poi c'è una responsabilità politica che non mi compete e c'è una responsabilità sportiva. Io ritengo che lo sport abbia una grande funzione: quella di unire, di aggregare, di rendere tutto possibilmente condiviso. Noi riteniamo che la partita con Israele si debba giocare e la giocheremo. Faremo di tutto per portare a casa il miglior risultato possibile".
Nella sua formazione giovanile Gravina ha vissuto l’esperienza del seminario perché sentiva la vocazione e quindi ha studiato alcuni anni con i sacerdoti Dehoniani, anche per un momento molto difficile e particolare che stava vivendo la sua famiglia, con l’obiettivo di diventare missionario.
Ma la sua grande missione poi è stata quella di trasformare un piccolo centro qual è Castel di Sangro in Abruzzo in un grande polo turistico-imprenditoriale. Il presidente Gravina, infatti, è stato proprietario per circa 20 anni della squadra di calcio che dalla secondo categoria è arrivata in Serie B.
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