
Silooy (Ajax) su Chivu: "La strada è quella giusta. Dumfries? Come Superman"
L'ex nazionale olandese Sonny Silooy, attualmente tecnico in seconda della formazione femminile dell'Ajax (e con ruoli nella Federazione olandese a livello di Under 19 nel recente passato), è intervenuto a TuttoMercatoWeb.com. Ci ha parlato di alcuni suoi connazionali protagonisti nell'attuale Serie A e non solo.
Ha conosciuto Farioli lo scorso anno? Che ne pensa di lui, partito benissimo con il Porto?
"Sì, l'ho conosciuto l'anno scorso. Mi ha impressionato una cosa: sembra sapere esattamente quello che vuole. Parliamo di un tecnico giovane, che con le esperienze che sta facendo in giro per l'Europa sta accumulando grande esperienza. In particolare ho un ricordo legato alla sera in cui abbiamo celebrato la fondazione del club l'anno scorso".
Ci racconta come andò?
"Eravamo seduti vicini. Gli dissi: 'Coach, la partita contro l'Utrecht sarà una guerra, ho giocato lì diverse volte, non è una partita dove puoi giocare il tuo calcio'. E lui prontamente mi disse: 'Vieni in spogliatoio domani a dirlo ai ragazzi?'. Sapeva bene questa cosa, infatti si è adattato a giocare in modo diverso nelle varie partite. Volevo aiutarlo, ma avevo l'allenamento alla stessa ora con l'Ajax Women. Alla fine quella partita l'Ajax l'ha persa e da lì ha perso anche il campionato. Non cambia per nulla il mio giudizio su di lui: una grande persona, un grande allenatore, che sa cosa vuole e come raggiungerlo. Ha portato l'Ajax davvero vicina a vincere il titolo sapendo cosa serviva nelle diverse partite. All'Ajax vogliono sempre giocare un gran calcio, ma lui sapeva quando era il caso di cercare il bel gioco e quando era necessario avere altro. Quando ha lasciato la squadra, tutti i giocatori erano tristi per la sua partenza. Un buon segno per un allenatore".
Una ex colonna dell'Ajax come lei, Cristian Chivu, guida oggi l'Inter in Italia. Che ne pensa di lui?
"La sua storia come calciatore la conosciamo, come tecnico è giovane, è partito da una squadra più piccola e oggi ha in mano l'Inter. Lì devi essere non solo un allenatore, ma un gestore di un gruppo di persone, che sono anche grandi giocatori. Il suo compito più difficile è quello di convincere queste persone a fare quello che vuole lui, ad andare in guerra per lui. Quando raggiungi quell'obiettivo, poi puoi fare anche errori".
Pensa che diventerà un grande allenatore?
"Sì, sta già percorrendo la strada giusta per esserlo, poi sta vincendo le partite. In Italia questa è la cosa più importante, c'è una cultura differente. Quando vinci sono tutti contenti. Dovrà fare degli step, li sta facendo e sono convinto che li farà".
Che ne pensa di Dumfries, che ha incrociato in passato?
"Ero allo Sparta Rotterdam quando giocava lì, allenavo l'Under 17. Denzel è un ragazzo forte, intelligente. Ama correre, ama le partite fisiche, ma sa anche giocare a calcio. Ormai è diventato come...Superman. Scontri fisici, ma anche assist e gol di continuo, è un lottatore che diventa ogni anno più forte. Era nei trenta del Pallone d'Oro. Lui è come Gattuso, ma come spirito, poi aggiunge tecnica, corsa, gol".
Il Napoli ha Beukema e Lang: pensi avranno successo in azzurro?
"Sam è un bravissimo difensore, ha giocato bene in tutte le squadre in cui è stato, per questo si è meritato il Napoli. Lang è una persona speciale, era qui all'Ajax. A volte è speciale nel senso positivo, altre in negativo: questo dipende molto da come viene gestito dall'allenatore. Se l'allenatore lo rende felice, allora può fare belle cose. Non so se ora lo sia, ma il mister è Conte e lui sa cosa serve per vincere al Napoli".
Di certo Conte non gioca con un modulo che lo favorisce.
"Certamente anche questo è un aspetto da considerare, lui gioca con il 3-5-2 e Lang è uno che si esprime bene nel 4-3-3. In questo modo uno come Lang, un'ala pura, è depotenziato, non può esprimersi al meglio".
E su Koopmeiners che ne pensa?
"Qui parliamo di un aspetto diverso: giocare all'Atalanta, anche se ha raggiunto risultati importanti, non è come alla Juventus. Parlo di pressione ed aspettative. All'AZ Alkmaar ed all'Atalanta uno come lui era un giocatore chiave, alla Juventus invece ci sono sempre altri giocatori altrettanto bravi pronti a fargli concorrenza. Parliamo di un club di alto livello, penso che le difficoltà nascano da questo aspetto".
Lei è stato un difensore in tempi di grandissimi attaccanti: il più difficile da fermare?
"Ho giocato contro gente come Baggio e Del Piero, ma dico Romario. Era realmente diverso. Poteva fare una partita senza far nulla per 85 minuti e poi negli ultimi 5 minuti distruggerti e decidere la partita. Il mister mi diceva: 'Oggi marchi Romario, se va a destra vai a destra, se va a sinistra vai a sinistra, se va in panchina o al bagno, lo segui anche lì'. Non ha mai segnato contro di me, ma è stato il più difficile da affrontare. Non nomino Ronaldo il brasiliano perché non l'ho mai incrociato in campo".
Anche a livello femminile, la filosofia dell'Ajax non cambia?
"L'Ajax nella crescita dei giocatori è uno dei migliori club al mondo. Parliamo di una squadra che fa uscire continuamente giocatori sia per la prima squadra che per gli altri club d'Europa. Solamente nell'ultimo anno e mezzo sono partiti 12-15 giocatori fra prima squadra e giovani verso altre squadre, una al Milan, altre in Premier League e non solo".
Altre notizie
Ultime dai canali








Primo piano