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Juan Iturbe, il colpo gobbo della Roma che fece saltare la panchina di Conte alla Juventus
Juan Iturbe è stato uno dei motivi per cui Antonio Conte ha salutato la panchina della Juventus. La classica goccia che fa traboccare il vaso, verrebbe da dire, con il tecnico che parlava dei ristoranti da cento euro che non potevano essere pagati con solo 10. Detta così, vista la carriera poi fatta dal fantasista sudamericano, sembrerebbe un paradosso. Perché l'annata all'Hellas Verona è stata magica, per lui. Ma è rimasta l'unica davvero straordinaria: nel 2013 gli scaligeri lo prendono dal Porto e gli fanno fare coppia con Luca Toni. Un'alchimia perfetta, con Iturbe che segna 8 gol e confeziona cinque assist al suo primo anno di Serie A.
Così nell'estate del 2014 finisce nel mirino di tutti i club europei, con Roma e Juventus che si prodigano in un'asta che va avanti per qualche settimana. Perché all'inizio, come spiega lo stesso Iturbe, non lo volevano vendere. "Poi hanno visto che c’erano tantissime squadre interessate e hanno fatto una scelta, ma io non avevo l’intenzione di andare via". A vincere la corsa a tappe è la Roma, che mette sul piatto 22 milioni di euro più bonus, scatenando appunto l'ira di Conte: poco dopo decide di lasciare la Juve a pochi giorni dal ritiro, costringendo i bianconeri a puntare su Massimiliano Allegri, libero dopo l'esperienza al Milan.
Questo perché Conte aveva messo in cima alla lista Iturbe, dopo gli screzi delle settimane precedenti sul calciomercato. Fra lui e Cuadrado, insomma, la misura era davvero colma. Un errore che anche Walter Sabatini, il direttore sportivo della Roma, ammise. Perché forse era più la voglia di battere la Juventus - fuori dal campo - che non quella di prendere il paraguagio. Cinque gol e quattro assist in 68 presenze, con pochissimi alti se non il gol alla Lazio nel 2015. Una partenza comunque ottima, un infortunio che sembra di poco conto ma che probabilmente è il vero motivo per il peggioramento delle prestazioni, partita dopo partita. Poi va al Bournemouth e al Torino, iniziando un giro del Mondo che lo porta al Pumas e al Pachuca, dopo un crociato rotto con il Club Tijuana. Ora è all'Aris Salonicco e oggi Juan Iturbe compie 30 anni.
Così nell'estate del 2014 finisce nel mirino di tutti i club europei, con Roma e Juventus che si prodigano in un'asta che va avanti per qualche settimana. Perché all'inizio, come spiega lo stesso Iturbe, non lo volevano vendere. "Poi hanno visto che c’erano tantissime squadre interessate e hanno fatto una scelta, ma io non avevo l’intenzione di andare via". A vincere la corsa a tappe è la Roma, che mette sul piatto 22 milioni di euro più bonus, scatenando appunto l'ira di Conte: poco dopo decide di lasciare la Juve a pochi giorni dal ritiro, costringendo i bianconeri a puntare su Massimiliano Allegri, libero dopo l'esperienza al Milan.
Questo perché Conte aveva messo in cima alla lista Iturbe, dopo gli screzi delle settimane precedenti sul calciomercato. Fra lui e Cuadrado, insomma, la misura era davvero colma. Un errore che anche Walter Sabatini, il direttore sportivo della Roma, ammise. Perché forse era più la voglia di battere la Juventus - fuori dal campo - che non quella di prendere il paraguagio. Cinque gol e quattro assist in 68 presenze, con pochissimi alti se non il gol alla Lazio nel 2015. Una partenza comunque ottima, un infortunio che sembra di poco conto ma che probabilmente è il vero motivo per il peggioramento delle prestazioni, partita dopo partita. Poi va al Bournemouth e al Torino, iniziando un giro del Mondo che lo porta al Pumas e al Pachuca, dopo un crociato rotto con il Club Tijuana. Ora è all'Aris Salonicco e oggi Juan Iturbe compie 30 anni.
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