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Gioire del dolore di una sconfitta è un esercizio pericoloso…

Gioire del dolore di una sconfitta è un esercizio pericoloso…TUTTO mercato WEB
mercoledì 14 giugno 2023, 06:00L'Angolo di Calcio2000
di Fabrizio Ponciroli

Ho sperato fino all’ultimo che almeno una squadra italiana riuscisse a conquistare un trofeo europeo. Prima la Roma, poi la Fiorentina e, infine, l’Inter. Tutte sono uscite dal campo a testa alta, alcune con il viso rabbioso, altre con l’incredulità stampata in faccia ma, purtroppo, tutte hanno perso. Seppur di fede bianconera, avrei voluto vedere almeno un club italiano alzare un trofeo europeo e, invece, mi sono dovuto arrendere ad un pesante 0/3 dal campo (lessico cestistico). C’è chi ci è rimasto male (come il sottoscritto), chi non ha battuto ciglio e chi ha festeggiato enormemente per la debacle delle “altre italiane”. Ritengo che il rispetto sia la base su cui poggiare ogni valore sportivo e, quindi, ho rispettato chi si è professato prima tifoso del Siviglia, poi del West Ham e, infine, del Manchester City. Ci sta, non tutti sono inclini ad accettare che possa vincere un club italiano diverso da quello per cui si fa il tifo. Ho sorriso anche ad alcuni meme davvero geniali, insomma non ho problemi a convivere con chi non la pensa come me (e spero altri) e non ho neppure la supponenza di convincere chi ha altre idee a convertirsi al mio credo…
Tuttavia, sono rimasto ferito da alcuni comportamenti che, a mio modesto parere, sono un campanello d’allarme preoccupante. Un esempio per capirci… In un piccolo paese della periferia si è deciso di far vedere Manchester City-Inter su un grande schermo in oratorio. Presenti tanti ragazzini nerazzurri e anche qualche “nuovo” tifoso del Manchester City. Chiaramente, al gol di Rodri, tanta tristezza ma anche qualche sorriso beffardo degli imbucati. Tutto normale… Meno vedere, a fine partita, ragazzini con la scritta “Odio l’Inter” festeggiare come se davvero fossero nati con il peluche dei Citizens nella culla.

Quel messaggio (“Odio l’Inter”) non è uno sfottò ma un esercizio pericoloso. Vuol dire non rispettare il dolore sportivo di chi ha perso una finale e, soprattutto, avere un odio radicato per “gli altri”. Da juventino ho assistito a tante finali perse dalla Vecchia Signora, quindi, so bene quanto possa far male. Gli sfottò fanno parte del gioco, l’odio incondizionato no. Lo sport non è una guerra senza esclusioni di colpi. Ci vuole rispetto… Ho chiesto ad uno di quei ragazzi con la casacca del City il perché di quella gioia incontrollata. La risposta del giovane tifoso bianconero prestato ai Citizens mi ha lasciato perplesso: “Odio l’Inter perché ruba da sempre”. Aveva 11 anni per la cronaca. Credo ci sia qualcosa che non va ma, forse, sono solo cambiati i tempi. Io ricordo che, quando la Roma ha perso la finale di Coppa Campioni con il Liverpool avevo 10 anni e ho pianto quando Kennedy ha segnato il gol della vittoria per i Reds ma non di gioia… Mi spiaceva per mio cugino, tifoso di Falcao. Chissà, forse è più gustoso festeggiare le sconfitte altrui che le proprie. Purtroppo, io non ci riesco…

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