
Lazio col mercato bloccato, Fabiani: "Per quanto mi riguarda è una norma abolita"
Angelo Fabiani, direttore sportivo della Lazio, è stato intervistato dal portale specializzato sui biancocelesti LaLazioSiamoNoi.it e ha toccato tanti temi di interesse relativi alla società capitolina.
Tra questi anche il blocco del mercato dato dal mancato rispetto delle tre voci principali dell'indice di liquidità e sostenibilità finanziaria: "Il blocco del mercato per quanto mi riguarda è una norma abolita. Al 26 maggio io non sapevo di questo vincolo e di questa situazione, per cui ho parlato liberamente con Sarri. Mai mi sarei sognato, né io e né Lotito, di prenderlo in giro. A tutto si può rimproverare al presidente meno che di dire una cosa per un’altra. Per la famosa ‘lettera’ che ci è arrivata, qualche giorno è passato dall’ultima partita contro il Lecce, soprattutto dopo aver parlato con i commercialisti. I ragionamenti fatti con Sarri erano sul fare qualche uscita e qualche entrata, ovvero di togliere gli esuberi, che non rientrano nel progetto tecnico della società. Lui non ha mai detto di mandare via Tavares, Castellanos, Rovella, ecc. L’idea era di completare e potenziare una squadra che, a detta non di Fabiani ma degli addetti ai lavori, lo scorso anno per gran parte del campionato ha divertito e stupito".
E ancora, prosegue il ds della Lazio sul cosiddetto 'buco da 100 milioni' da dover ripianare: "Per me ci sono delle norme che non hanno ragione di esistere. Questa società, che è una Spa, non può mettere a rischio la sua vita, perché produce utili e dà da mangiare a tanta gente. Per cui non si può fare il passo più lungo della gamba. In tempi recenti molte società blasonate, senza fare nomi, per attuare una politica scriteriata si sono ritrovare a ripartire dalla Serie C. E questo non è accettabile, sarebbe un’umiliazione per tutti. Io ho la responsabilità, insieme al presidente di non esporre mai la società a rischio fallimento. Ed è quello che stiamo facendo. Il tecnicismo dell’indice, degli ammortenti, del costo del lavoro, bisognerebbe studiarlo a fondo. Ma oggi mi trovo uno che c’ha 18 anni, gli mettono un microfono in mano e fa disinformazione. Ora 115 milioni, se permettete, non si buttano a fondo perduto. Quei soldi serviranno per rinforzare la squadra nel programma triennale. Per Sarri è l’anno zero, arriva quest’anno. A lui non chiediamo nulla, ma solo la sua professionalità e bravura che ha sempre messo dovunque è andato, e lo dobbiamo ringraziare. Lui sa perfettamente, essendo una persona intelligente che non sa solo di calcio ma anche di finanza, come stanno le cose. Io, come tutta la società, lo ringraziamo".
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Tra questi anche il blocco del mercato dato dal mancato rispetto delle tre voci principali dell'indice di liquidità e sostenibilità finanziaria: "Il blocco del mercato per quanto mi riguarda è una norma abolita. Al 26 maggio io non sapevo di questo vincolo e di questa situazione, per cui ho parlato liberamente con Sarri. Mai mi sarei sognato, né io e né Lotito, di prenderlo in giro. A tutto si può rimproverare al presidente meno che di dire una cosa per un’altra. Per la famosa ‘lettera’ che ci è arrivata, qualche giorno è passato dall’ultima partita contro il Lecce, soprattutto dopo aver parlato con i commercialisti. I ragionamenti fatti con Sarri erano sul fare qualche uscita e qualche entrata, ovvero di togliere gli esuberi, che non rientrano nel progetto tecnico della società. Lui non ha mai detto di mandare via Tavares, Castellanos, Rovella, ecc. L’idea era di completare e potenziare una squadra che, a detta non di Fabiani ma degli addetti ai lavori, lo scorso anno per gran parte del campionato ha divertito e stupito".
E ancora, prosegue il ds della Lazio sul cosiddetto 'buco da 100 milioni' da dover ripianare: "Per me ci sono delle norme che non hanno ragione di esistere. Questa società, che è una Spa, non può mettere a rischio la sua vita, perché produce utili e dà da mangiare a tanta gente. Per cui non si può fare il passo più lungo della gamba. In tempi recenti molte società blasonate, senza fare nomi, per attuare una politica scriteriata si sono ritrovare a ripartire dalla Serie C. E questo non è accettabile, sarebbe un’umiliazione per tutti. Io ho la responsabilità, insieme al presidente di non esporre mai la società a rischio fallimento. Ed è quello che stiamo facendo. Il tecnicismo dell’indice, degli ammortenti, del costo del lavoro, bisognerebbe studiarlo a fondo. Ma oggi mi trovo uno che c’ha 18 anni, gli mettono un microfono in mano e fa disinformazione. Ora 115 milioni, se permettete, non si buttano a fondo perduto. Quei soldi serviranno per rinforzare la squadra nel programma triennale. Per Sarri è l’anno zero, arriva quest’anno. A lui non chiediamo nulla, ma solo la sua professionalità e bravura che ha sempre messo dovunque è andato, e lo dobbiamo ringraziare. Lui sa perfettamente, essendo una persona intelligente che non sa solo di calcio ma anche di finanza, come stanno le cose. Io, come tutta la società, lo ringraziamo".
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