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Cremonese, l'affare Vardy, i sacrifici di Arvedi e l'unico obiettivo: il ds Giacchetta a 360°TUTTO mercato WEB
© foto di luca.bargellini
Oggi alle 10:00Serie A
di Lorenzo Di Benedetto

Cremonese, l'affare Vardy, i sacrifici di Arvedi e l'unico obiettivo: il ds Giacchetta a 360°

La Cremonese è una delle belle sorprese di questo inizio di Serie A, con 9 punti fatti nelle prime sei giornate e l'imbattibilità persa solo nell'ultima sfida a San Siro contro l'Inter prima della sosta. Il direttore sportivo dei grigiorossi, Simone Giacchetta, in esclusiva a TMW, ha toccato tanti argomenti, a partire dall'importantissimo mercato fatto in estate che ha portato in Serie A una leggenda del calcio inglese come Jamie Vardy. Non solo l'attaccante però, la rosa della Cremo, come viene chiamata dai tifosi, è stata arricchita di tanti altri calciatori che avranno l'obiettivo di contribuire alla salvezza, merito del lavoro svolto dalla dirigenza e dalla proprietà. Direttore, per prima cosa le chiedo un bilancio di questa prima parte di stagione, con la Cremonese che è rimasta imbattuta fino al ko di San Siro contro l'Inter. "L'approccio è stato positivo. Per una squadra neopromossa come la nostra non è stato semplice presentarsi in Serie A, dove ci sono livelli fisici e tecnici differenti. Abbiamo dovuto fare qualche intervento sul mercato, che non è mai semplice, ma questa prima fase del campionato ci ha dato un responso positivo. Abbiamo nove punti ma il percorso che dovrà fare la Cremonese sarà pieno di difficoltà e pericoli". Mercato importante quello estivo, con Vardy come ciliegina sulla torta. Ci racconta com'è nata l'idea? "L'idea è nata dal cercare di trovare quei giocatori che ti possano permettere di mantenere la categoria. L'attaccante assume un peso specifico importante, visto che se ti vuoi salvare devi trovare qualcuno che garantisca i gol. Il mercato ti offre mille nomi e opportunità ma Vardy ci ha affascinato tutti, per le sue capacità, per quello che ha fatto in Premier League e per la storia che ha, visto che fino a 25 anni faceva l'operaio. I primi confronti sono stati positivi, abbiamo trovato grande umiltà e conoscenza di quello che era la Cremonese. Sapeva benissimo chi fossimo e che tipo di campionato avremmo fatto. Questa sua disponibilità nel confrontarci con noi, per poi accettare la nostra missione ci ha gratificato tantissimo, perché Vardy non ha bisogno della Cremonese e di lottare per la salvezza. Il fatto che si sia rimesso in gioco dopo 38 presenze e 9 gol l'anno scorso, dice molto. Ancora fa gol e vede la porta. La nostra proprietà ha condiviso l'idea e ci ha dato la forza di andare avanti, fino a quando abbiamo trovato la disponibilità sua e della sua famiglia che per la prima volta è uscita dall'Inghilterra. Fin dai primissimi giorni ha impattato in maniera positiva, all'interno dello spogliatoio si è fatto subito ben volere e anche in città l'entusiasmo è alto". Come si è sviluppata la trattativa? "Come tutte le trattative del calciomercato. Le cose nascono quasi come una scommessa, poi prendono piede e corpo e ci sono giorni in cui sembrano esserci intoppi insuperabili. Ma alla fine ci siamo riusciti anche prima della fine del calciomercato, ma non avevamo fretta visto che Vardy era svincolato". Un altro giocatore molto importante arrivato in estate è Federico Baschirotto, abituato a giocare per la salvezza e con esperienza in campo. "Baschirotto è molto importante. La nostra idea iniziale era quella di creare una spina dorsale italiana o almeno per gran parte. L'opportunità di Baschirotto ci è sembrata molto importante, è cresciuto nel settore giovanile della cremonese e conosceva già l'ambiente, poi il Lecce ha aperto all'operazione e ci siamo fiondati in questa trattativa. Spero che possa avere un percorso importante all'interno del nostro club. È un giocatore che si è fatto da solo, abituato a giocare per la salvezza e ha una mentalità da operaio specializzato". Oltre all'inglese e al centrale sono arrivati giocatori molto importanti come Zerbin, Sanabria, Bondo e Audero. Ha chiuso tutti i colpi che aveva in mente? "Se ti dicessi di sì direi una bugia. Ma sono stati ingressi importanti questi. Ne volevamo fare anche altri ma fare il mercato da neopromossa non è semplice. Alcuni calciatori preferiscono squadre che giocano per la sinistra della classifica ma i calciatori che sono arrivati alla Cremonese quest'anno hanno tutti percorsi importanti in Serie A e la nostra anima è importante. Potevamo fare meglio alcune cose, come tutti, altre ci sono andate bene, ma l'importante è rimanere agganciati alla classifica positiva. A gennaio poi se ci sarà la necessità di fare correttivi li faremo". Un giovane che si sta ritagliando spazio è Floriani Mussolini: l'intenzione è quella di riscattarlo dalla Lazio a fine stagione? "Abbiamo pensato a Romano perché ci abbiamo giocato contro l'anno scorso quando era alla Juve Stabia. È un giovane molto interessante con grandissimi margini di miglioramento. Lo abbiamo ritenuto valido e utile per il nostro campionato dio Serie A. Sta bruciando le tappe, ha fatto Primavera, Serie C, Serie B e quest'anno Serie A. Non ha un numero di partite elevatissimo alle spalle ma è un ragazzo che ha tutto per diventare un giocatore vero. Al primo posto di Romano metto la sua cultura la sua mentalità e la sua educazione. È un ragazzo di altri tempi, vuole imparare e lavorare, non si spaventa della fatica. Se poi Madre Natura ti ha dotato di un motore di alto livello come il suo e hai la mentalità di ricevere insegnamenti e non sentirti già arrivato, questo porta alla possibilità di diventare un giocatore vero. Sono convinto che lo dimostrerà anche in campionato. Per quel che riguarda il futuro di Mussolini alla Cremonese molto dipenderà dal campionato che faremo. Penso sia uno dei giovani che nei prossimi anni farà parlare molto di sé", Siete stati gli ultimi a ufficializzare l'allenatore. È stata una trattativa difficile quella per portare Davide Nicola a Cremona? "Nicola aveva il contratto in essere con il Cagliari ma dopo aver vinto la finale playoff il 1° giugno e abbiamo iniziato a programmare la stagione, ragionando sulla strategia e la guida tecnica per la Serie A. La scelta di Nicola credo sia stata ottimale. L'0obiettiv bo è che ci porti alla salvezza, come ha fatto anche in passato con squadre che sembravano spacciate. Riesce a dare qualcosa in più e fa la differenza". De Luca, Okereke, Sernicola e Valoti fuori lista. Com'è nata questa scelta e quanto è stata dolorosa? "Durante il periodo del mercato vanno comprese le esigenze tecniche degli allenatori, come vede un tecnico certi giocatori. Con il mercato c'è stata la possibilità di trovare collocazione a tutti loro, a eccezione di Valoti che non aveva grandissime soluzioni. Ma gli altri hanno rifiutato tantissime opportunità che avrebbero portato interessi tecnici ed economici sia a loro che alla Cremonese. Non rientrando nell'idea di calcio dell'allenatore sono rimasti fuori lista. Vedremo come si evolveranno le varie situazioni più avanti". In una Serie A sempre più straniera, dal punto di vista delle proprietà, cosa significa avere un patron come Arvedi? "Sicuramente è una grande fortuna perché avere un imprenditore locale, sempre più rara. Stiamo parlando di un imprenditore top, è legatissimo alla Cremonese e rappresenta serierà, solidità e successo. È un privilegio oggi essere un tesserato della società di Arvedi. Allo stesso tempo non sempre con grandi proprietà si ottengono grandi successi ma la Cremonese di questi anni ha dimostrato di poter raggiungere traguardi importanti: due promozioni dalla B alla A, una semifinale di Coppa Italia, uno spareggio perso. Non sono risultati da poco ma quello più importante è stato quello fatto anni fa quando la famiglia Arvedi ha salvato la Cremonese dal possibile fallimento". Quali sono gli obiettivi e i sogni della proprietà? "Cercare di mantenere la categoria. Per una neopromossa è una missione quasi impossibile perché c'è troppo divario rispetto ai club che sono in Serie A da diverso tempo. I contributi della A per una neopromossa sono inferiori rispetto a tutte le altre, aumentano i costi e non è semplice per un club come il nostro restare in questa categoria. In futuro potrebbero cambiare i nostri obiettivi ma per il momento dobbiamo pensare solo alla salvezza". Corvino e Sticchi Damiani hanno definito la Cremonese una "piccola non così piccola", cosa ne pensa? "Come ho detto il divario è ampio tra una neopromossa e le altre. Chi è da tanto in Serie A conosce il mercato, ha rapporto con gli agenti ed è più credibili da un punto di vista tecnico dopo diversi anni nel massimo campionato tanti calciatori e tanti agenti danno fiducia a questi club. Poi ci sono gli introiti dei diritti televisivi che fanno la differenza. Poi ogni campionato ha una storia a sé, ci sono cose inaspettate sia nelle retrocessioni che nelle salvezze. Non guardo in casa del Lecce ma posso solo fare i complimenti per quello che hanno fatto in questi anni. Cerchiamo di vedere le cose di casa nostra, siamo tutti attenti e concentrati per cercare di salvarci".