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Corino su Immobile: "Lui come Pippo Inzaghi. Ma ora deve legare più il gioco"
Il punto sulla Lazio con mister Luigi Corino. Ex difensore biancoceleste dal 1991 al 1994 e oggi vice di Daniele Arrigoni alla guida delle rappresentative di Lega Pro, Corino che ha grande esperienza da allenatore ha analizzato per noi le difficoltà della squadra biancoceleste, partendo dalla fase difensiva: "Oggi la Lazio non è né carne né pesce, ma è giusto che sia così. Con Sarri è cambiato tutto, e adesso c'è bisogno di tempo e pazienza. Al di là del modulo, bisogna assimilare un nuovo modo di giocare: i difensori possono giocare anche 40 metri più avanti rispetto a quando c'era Inzaghi, così cambia tutto..."
Quindi non è tanto il problema del difensore in più che non è arrivato.
"Ma magari sarebbe servito. Però il problema non è quello: il sistema di gioco è cambiato, la Lazio va aspettata senza troppe pressioni. Questa sarà una stagione di transizione".
Ieri col Milan non c'è stata partita.
"La Lazio non è scesa in campo. Capitano partite un po' strane, e non voglio sminuire la forza del Milan, ma ieri la squadra di Sarri non è proprio scesa in campo".
Al Milan è bastato bloccare a uomo Milinkovic e Luis Alberto per fermare la Lazio.
"Fin troppo facile. Facci caso: Luis Alberto e Milinkovic giocavano sempre spalle alla porta, dovevano sempre superare l'uomo per avere un po' di spazio. Così diventa difficilissimo creare gioco, anche per quello che reputo il miglior centrocampo della Serie A".
In una Lazio che ora gioca col 4-3-3, come l'Italia di Mancini, non c'è il rischio di non vedere più l'Immobile letale degli ultimi anni?
"Non è semplice rispondere. Un po' deve cambiare le sue qualità incredibili che ha, ora tante volte deve legare il gioco. Ciro è un grandissimo attaccante però è abituato ad andare sempre in profondità... E' un po' come Pippo Inzaghi, Immobile è un attaccante fortissimo che però ha quelle caratteristiche lì. Io credo che alla fine chiuderà comunque la stagione con 20 anni, e ora paga anche una condizione fisica non ancora al top, ma deve fare l'ultimo step e legare più il gioco. Vale per lui e vale per gli altri: la Lazio oggi è un ibrido, dopo cinque anni di Simone Inzaghi e di ripartenze. E' un passaggio che bisogna fare ma io credo molto in Sarri, è un grandissimo allenatore".
Quindi non è tanto il problema del difensore in più che non è arrivato.
"Ma magari sarebbe servito. Però il problema non è quello: il sistema di gioco è cambiato, la Lazio va aspettata senza troppe pressioni. Questa sarà una stagione di transizione".
Ieri col Milan non c'è stata partita.
"La Lazio non è scesa in campo. Capitano partite un po' strane, e non voglio sminuire la forza del Milan, ma ieri la squadra di Sarri non è proprio scesa in campo".
Al Milan è bastato bloccare a uomo Milinkovic e Luis Alberto per fermare la Lazio.
"Fin troppo facile. Facci caso: Luis Alberto e Milinkovic giocavano sempre spalle alla porta, dovevano sempre superare l'uomo per avere un po' di spazio. Così diventa difficilissimo creare gioco, anche per quello che reputo il miglior centrocampo della Serie A".
In una Lazio che ora gioca col 4-3-3, come l'Italia di Mancini, non c'è il rischio di non vedere più l'Immobile letale degli ultimi anni?
"Non è semplice rispondere. Un po' deve cambiare le sue qualità incredibili che ha, ora tante volte deve legare il gioco. Ciro è un grandissimo attaccante però è abituato ad andare sempre in profondità... E' un po' come Pippo Inzaghi, Immobile è un attaccante fortissimo che però ha quelle caratteristiche lì. Io credo che alla fine chiuderà comunque la stagione con 20 anni, e ora paga anche una condizione fisica non ancora al top, ma deve fare l'ultimo step e legare più il gioco. Vale per lui e vale per gli altri: la Lazio oggi è un ibrido, dopo cinque anni di Simone Inzaghi e di ripartenze. E' un passaggio che bisogna fare ma io credo molto in Sarri, è un grandissimo allenatore".
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