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27 marzo 1960: Altafini ne segna quattro in un derby Milan-Inter. La partita finirà 5-3
63 anni fa José Altafini scrisse la storia del derby di Milano. Era il 27 marzo del 1960 quando il brasiliano, che giocava nel Milan, affrontò l'Inter nella stracittadina. Umiliandola. Punteggio pirotecnico, perché i rossoneri si imposero per 5-3, una rarità nel calcio di una volta, sempre molto abbottonato. Altafini però segnò addirittura quattro gol: l'1-0, il 2-0, il 4-0 e il momentaneo 5-1. Un record che non è ancora stato superato da nessuno, con il solo Mauro Icardi ad andarci vicino, con una tripletta nel 2017. "Ricordo gli abbracci e la gioia di quei momenti, sono quello che ha fatto 4 goal in un derby. Chi sarà capace di battermi?". Appunto.
Altafini era arrivato dal Brasile due anni prima, dove giocava nel Palmeiras. L'Italia però lo consacra defintiivamente, perché alla prima stagione va a segno per ben 28 volte, dietro soltanto all'interista Angelillo, vincendo però lo Scudetto. Nella seconda stagione, appunto il 1959-60, i gol sono "solamente" 20, comunque un buon bottino. Per "Mazzola" - così soprannominato per la somiglianza con Valentino, del grande Torino - gli spettatori di San Siro, 72 mila, riservarono una standing ovation, con Nils Liedholm stesso ad applaudire.
Campione del mondo 1958, in Svezia, giocherà nel Milan per sette anni, nel Napoli per altri sette, mentre a 34 anni firma con la Juventus, partendo dietro nelle gerarchie, arrivando sempre vicino alla doppia cifra. E decidendo una corsa Scudetto, proprio contro il Napoli, per cui venne omaggiato dai tifosi napoletani con un "José core 'ngrato" fuori dall'attuale Maradona.
Altafini era arrivato dal Brasile due anni prima, dove giocava nel Palmeiras. L'Italia però lo consacra defintiivamente, perché alla prima stagione va a segno per ben 28 volte, dietro soltanto all'interista Angelillo, vincendo però lo Scudetto. Nella seconda stagione, appunto il 1959-60, i gol sono "solamente" 20, comunque un buon bottino. Per "Mazzola" - così soprannominato per la somiglianza con Valentino, del grande Torino - gli spettatori di San Siro, 72 mila, riservarono una standing ovation, con Nils Liedholm stesso ad applaudire.
Campione del mondo 1958, in Svezia, giocherà nel Milan per sette anni, nel Napoli per altri sette, mentre a 34 anni firma con la Juventus, partendo dietro nelle gerarchie, arrivando sempre vicino alla doppia cifra. E decidendo una corsa Scudetto, proprio contro il Napoli, per cui venne omaggiato dai tifosi napoletani con un "José core 'ngrato" fuori dall'attuale Maradona.
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