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Ma se Milano in Europa League non ci volesse proprio andare…?TUTTO mercato WEB
venerdì 28 aprile 2017, 00:00Editoriale
di Luca Serafini
per Milannews.it

Ma se Milano in Europa League non ci volesse proprio andare…?

E’ solo un discorso di soldi? O anche di prestigio e di opportunità? Immaginiamo che da tempo dirigenti vecchi e nuovi del Milan si stiano interrogando sull’ipotesi di una qualificazione all’Europa League, magari attraverso i preliminari. Una questione che non dovrebbe nemmeno porsi dal punto di vista prettamente sportivo, è invece oggetto di approfondimenti e riflessioni molto accurate. Come ragionano allenatori e dirigenti? In modo estremamente pragmatico. Molto alto il dazio pagato dalle squadre che si radunano a giugno per intraprendere l’interminabile cammino della seconda coppa internazionale del Continente, molto alto sia dal punto di vista fisico che mentale. Parlate con Di Francesco del Sassuolo 2016-2017… E poco, molto poco remunerativo (15,71 milioni di euro il massimo che si può incassare dall’Uefa nell’edizione in corso, market pool escluso ma parliamo di spiccioli). Sommandoli a incassi – esclusa la finale per cui si ha diritto a una quota – e diritti televisivi la vincente può arrivare a malapena sotto i 30 milioni. E parliamo della vincente, la quale per arrivare al traguardo si deve smazzare gironi e sedicesimi, cioè 15 partite più eventuali preliminari, di cui 4-5 trasferte in località improbabili e contro squadre di scarsissimo appeal. Rischiando figuracce come quella dell’Inter o debacle come quelle della Roma o del Tottenham. Un cammino lungo, faticoso, premiato con un trofeo che calza misure secondarie come Siviglia, Valencia, Cska Mosca, Porto, Feyenoord, Zenit. A far brillare un po’ la luce del trofeo è riuscito solo il Chelsea 4 anni fa subito dopo la doppietta in 3 stagioni dell’Atletico Madrid.

Difficile arrivare a ipotizzare che il Milan faccia di tutto per evitare questa fatica. Bisogna anzitutto recuperare competitività e credibilità in Italia, ma come scritto una settimana fa, la Patria rossonera sono l’Europa, il Mondo. Da troppo tempo non ne fa parte per rinunciarvi a cuor leggero, sebbene si tratti della coppa di scorta. Non bisogna aspettarsi, com’è logico, che qualcuno tra i cinesi o al Portello o peggio ancora a Milanello alzi la mano per confessare che l’EL non passi nemmeno per l’anticamera del cervello, dunque guai a pensare che i 5 punti lasciati a Pescara ed Empoli siano il frutto di un calcolo ragionato. Non è nelle corde e nella storia di questo club, ci piace continuare a crederlo. Tenendoci i sospetti che coinvolgono anche l’Inter.

Dunque meglio spostare la discussione sugli uomini da schierare in questo rush finale. Montella ha cercato in ogni modo di imporre le proprie modeste scelte Mati e Sosa, ma è evidente che Kucka e Locatelli siano meglio. Molto meglio. Faccia ballare solo la terza maglia di centrocampo quindi, tra i primi due e casomai Pasalic, senza smontare la coppia migliore che ha a disposizione. L’allenatore trovi anche il coraggio, qualche volta sia pure sporadicamente e magari in difficoltà nei 90’, di schierare insieme Bacca e Lapadula, poiché ne traggono giovamento entrambi per le caratteristiche così differenti. Romagnoli e Paletta devono essere i titolari dei ruoli centrali di difesa perché questo aveva sancito il campo fino a marzo. E ci spieghi perché le sue squadre calano in Primavera, perché Antonelli è scomparso (non sarà Breitner, ma è meglio di alcuni suoi attuali compagni di ruolo), perché accarezzi ancora – all’improvviso – l’idea Honda. Infine, anche il saper cambiare modulo qualche volta indica coraggio e duttilità. Se proprio bisogna affrontare la questione Europa, meglio farlo parlando di calcio che di finanza o psicologia.