Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroFormazioniCalendari
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliariempolifiorentinafrosinonegenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilanmonzanapoliromasalernitanasassuolotorinoudinese
Canali altre squadre alessandriaascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenalatinalivornonocerinapalermoparmaperugiapescarapordenonepotenzaregginasampdoriaternanaturrisvenezia
Altri canali serie bserie cchampions leaguefantacalcionazionalipodcaststatistichestazione di sosta
tmw / milan / Editoriale
Elliott ha speso nel Milan un mare di soldi. Il club è senza debiti e può ripartire ora. Ma ritornare a vincere sarà un lungo viaggioTUTTO mercato WEB
giovedì 17 ottobre 2019, 00:00Editoriale
di Franco Ordine
per Milannews.it

Elliott ha speso nel Milan un mare di soldi. Il club è senza debiti e può ripartire ora. Ma ritornare a vincere sarà un lungo viaggio

È ancora vivace il dibattito sui numeri clamorosi dell’ultimo bilancio rossonero, il primo dell’era Elliott, meno 148 milioni, 20 milioni in più rispetto al deficit lasciato in eredità dai cinesi Fassone e Mirabelli per esaurirlo con il dibattito sui numeri. La premessa non può che essere una sola: è stata una fortuna, per i milanisti, che il club sia finito nelle sicure mani di Elliott, fondo americano da 35 miliardi di dollari, il quale può garantire solidità economica e finanziaria prima di trovare un altro acquirente. Seconda considerazione: è stato un affare per Elliott ritirare le azioni avute in pegno grazie al prestito di 305 milioni, di fatto entrando in possesso di un asset che solo alcuni mesi prima era stato valutato e ceduto per la bellezza di 740 milioni. Subito dopo lo stesso azionista rossonero ha dovuto mettere mano alla cassa e fare due operazioni, la prima da 135,6 milioni (eredità dei cinesi) e la seconda da 155 milioni che, come si dice in queste circostanze, non sono noccioline, per ripianare il deficit.

       Ora veniamo al punto: Gazidis, pronunciando quella frase (“abbiamo salvato il Milan dalla serie D”), ha detto giusto o ha esagerato? Per la storia le cose andarono così: a poche ore dalla resa di Youghong Li, dichiarazione pubblica di Fassone, “in cassa c’erano 35 milioni”, da utilizzare per l’iscrizione. Evidente che la società sarebbe andata incontro comunque all’insolvenza. Il commissario della federcalcio dell’epoca, Roberto Fabbricini, chiese e ottenne un incontro con Fassone alla vigilia della finale di coppa Italia e alla fine non prese alcun provvedimento né rilasciò alcuna dichiarazione perché capì che la conclusione della storia (intervento di Elliott) era già scritta. Non solo: persino nei ricorsi fatti dinanzi all’Uefa per il FFP, Fassone fece presente che la maggiore garanzia era rappresentata proprio dalla presenza di Elliott che si era detto disposto a presentarsi materialmente in giudizio per fare da garante.

Per sintesi: Gazidis ha ragione specie se si considera il versamento effettuato dall’azionista che ammonta a 265 milioni fino al 30 giugno scorso, più 60 milioni sono stati aggiunti tra luglio, agosto e settembre. Il Milan insomma sta assorbendo una montagna di quattrini e il suo rilancio sarà ancora più lento e problematico. Il punto dolente è un altro: perché quelle parole riferite alla serie D hanno ferito il pubblico milanista? Perché, pronunciate a mò di arringa difensiva per Elliott, hanno ulteriormente umiliato il popolo rossonero già deluso a causa dei risultati ottenuti. La frase, forte, di Silvio Berlusconi è il grido di dolore di molti milanisti e deve insegnare che in casi del genere, i meriti vanno esibiti quando c’è anche qualche successo da festeggiare.

Ultima nota riferita al prossimo mercato: circolano voci secondo cui, adesso, il fondo Elliott sarebbe favorevole a intervenire durante la finestra invernale del mercato per acquisire qualche elemento esperto da aggiungere alla rosa giovanissima. Bene: fosse tutto confermato, sarebbe la prova che Maldini e Boban, consapevoli fin dall’inizio di questo limite, avevano forse visto giusto.