
Dopo l'ultimo DL le società professionistiche saranno libere di vincolare gli atleti per un periodo massimo di 8 anni (e non più 5)
Il calcio italiano, così come tutti gli altri sport professionistici, sono prossimi ad una svolta epocale. Scrive infatti questa mattina Il Corriere dello Sport, che dopo l'ultimo Decreto Legge approvato venerdì dal Consiglio dei Ministri, le società professionistiche saranno libere di vincoltare gli atleti per un periodo massimo di 8 anni, e non più 5 come lo è stato per 45 anni (1981, anno di promulgazione della “famosa” legge 91, poi riformata dal D. Lgs. n. 36/202).
Questo significa che quando effettivamente il Decreto entrerà in vigore, i club verranno messi nella condizione di massimizzare il diritto sulle prestazioni sportive dei giocatori, trasformando tali rapporti in veri e propri asset di lungo periodo, ottenendo vantaggi non solo a livello sportivo ma anche economico, dato che questa modifica epocale permetterà alle società sportive spalmare l’ammortamento dei costi in otto esercizi anziché in cinque, rendendo più sostenibili gli investimenti (anche se a livello di FIFA e UEFA il costo degli ammortamenti resta sempre a 5 anni).
Le conseguenze sulla stabilità contrattuale
Nel commento per Il Corriere dello Sport su questa importante novità, l'avvocato ed esperto di diritto sportivo Mattia Grassani ha scritto anche dele conseguenze più rilevanti dell’ampliamento temporale descritto sulla stabilità contrattuale dell’ordinamento calcistico, nazionale ed internazionale. Secondo l’art. 17 del Regolamento FIFA sullo status del giocatore, "qualsiasi calciatore può unilateralmente recedere dal rapporto di lavoro in essere, a prescindere dalla sua durata (massimo di 5 anni), se ultra ventottenne, dopo 2 stagioni, se infra ventottenne, trascorse 3 stagioni. Semplicemente corrispondendo un indennizzo, ma senza alcun rischio di sanzione disciplinare, leggasi squalifica".
Sarà dunque compito della FIFA adeguare la propria regolamentazione in materia di tutela contrattuale, tenendo ovviamente conto non solo dell’innovazione approvata l’altro ieri dal Consiglio dei Ministri ma anche di quelle che si potranno verificare negli altri paesi delle 211 federazioni nazionali, fatta eccezione per il Regno Unito dove è già consetita questa facoltà da qualche anno a questa parte (e le operazioni extra large del Chelsea lo dimostrano).
I vantaggi di questo Decreto Legislativo
Nel momento in questo questo provvedimento legisltivo entrerà in vigore, scrive l'avv. Grassani per Il Corriere dello Sport, le società torneranno ad avere un ruolo centrale nello scacchiere nelle trattative di calciomercato, in quanto verrà restituita loro maggiore forza e capacità negoziale, con un deciso riequilibramento del rapporto, spesso impari, con atleti e agenti. "Non sarà sufficiente, in buona sostanza, pagare per “rompere” il contratto e accasarsi altrove dopo una stagione ben giocata o a fronte di un’allettante offerta proveniente dalla concorrenza, perché, una volta a regime, la riforma appare idonea a contrastare tali distorsioni, pena pesanti squalifiche per i trasgressori e sanzioni economiche e di blocco del mercato per i competitor più spregiudicati e sleali".





