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Il Milan non investe? I dati dicono tutt'altro. Il problema è come si investeTUTTO mercato WEB
Oggi alle 14:00Primo Piano
di Redazione MilanNews
per Milannews.it

Il Milan non investe? I dati dicono tutt'altro. Il problema è come si investe

In attesa che il mercato dei rossoneri entri nel vivo, con tanti rumors in uscita e pochi, per ora, in entrata, l'umore dei tifosi è sempre meno piacevole: la sensazione è che durante il calciomercato il Milan si muova con lentezza, con tanti paletti autoimposti e con una capacità di spesa minore rispetto a quanto i conti effettivamente permettano. Sensazioni che trovano riscontro nella realtà per quanto riguarda l'inutile macchinosità con la quale vengono gestite le operazioni: un qualcosa che in tanti speravano potesse migliorare con la coppa Tare/Allegri ma a quanto pare è ancora ben radicato nel modus operandi di Casa Milan.

Per il resto i dati, e prendiamo in esame quelli dal post COVID (2021) in poi, raccontano di un Milan che ha investito, per quanto riguarda la sola spesa dei cartellini, in modo decisamente pesante. La classifica che vi proponiamo riguarda la differenza tra entrate ed uscite di vari club europei ed il Milan si trova all'ottavo posto: meno 270 milioni tra entrate ed uscite, prima squadra italiana in questa graduatoria e dietro solo ai top club inglesi che per quanto riguarda premi competizioni e diritti tv fanno un campionato a parte.

Chelsea (-747,6 mln)
Manchester United (-620,2 mln)
PSG (-518,8 mln)
Tottenham (-483,8 mln)
Arsenal (-439,6 mln)
Newcastle (-383,5 mln)
West Ham (-315,2 mln)
Milan (-270 mln)
Manchester City (-261 mln)
Liverpool (-233,7 mln)
Juventus (-207,9 mln)
Marsiglia (-169, 4 mln)
Bayern Monaco (-156,5 mln)
Real Madrid (-110,3 mln)
Atletico Madrid (-103,8 mln)
Aston Villa (-97 mln)
Bayer Leverkusen (-53,9)
Barcellona (-0,7 mln)
Borussia Dortmund (+66,1 mln)
Inter (+100,3 mln)

Ma non è un dato di cui vantarsi: se l'Inter (i nerazzurri comunque compensano appesantendo in modo netto il monte ingaggi) che ha dovuto far fronte a cessioni dolore e investimenti (sui cartellini) contingentati com'è possibile che il Milan, grazie ad una strategia oculata e funzionale iniziata da Gazidis, potendo permettersi investimenti di un certo tipo, abbia avuto risultati sportivi decisamente peggiori?

Il calciomercato ovviamente non è tutto e la costruzione di una squadra è molto di più che mettere insieme il costo dei cartellini, ma avendo possibilità di spesa più alta rispetto agli avversari le aspettative salgono. E visti i risultati queste spese non possono essere utilizzate come "vanto", diventando così un'arma a doppio taglio: è evidente che, salvo rari casi, i giocatori presi siano stati totalmente sbagliati (almeno per il contesto Milan). Andando in ordine possiamo citare i vari De Ketelaere, Musah, Okafor, Loftus-Cheek, Morata, Adli, Chukwueze: giocatori che per un motivo o per un altro non hanno reso per quanto pagati.

Una situazione che, nell'anno in cui ci sarà meno da investire causa mancati proventi della Champions League e si dovrà fare affidamento in modo più massiccio (e rischioso) sul player trading l'augurio è che il nuovo corso sportivo firmato Tare e Allegri possa individuare i profili più adatti al contesto. Che non vuol dire necessariamente i più costosi: spendere tanto non è garanzia di successo. Certo, avere più capacità di spesa aumenta il ventaglio di opzioni e permette anche di sbagliare meno... È un po' un cane che si morde la coda.