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tmw / milan / Primo Piano
Jashari, rottura definitiva col Brugge: ora il Milan ha bisogno della diplomaziaTUTTO mercato WEB
ieri alle 10:00Primo Piano
di Francesco Finulli
per Milannews.it

Jashari, rottura definitiva col Brugge: ora il Milan ha bisogno della diplomazia

Ardon Jashari oggi compie 23 anni e festeggerà, in Macedonia, il matrimonio del fratello. In cuor suo, però, il centrocampista svizzero sa che potrebbe aggiungere un terzo giorno importante alla sua estate, quello della firma con il Milan. Al momento però quest'ultima possibilità rimane un desiderio, da esprimere oggi nel giorno del suo compleanno con la speranza che si avveri al più presto. 

Rottura definitiva

Il Corriere dello Sport parte proprio da questo "desiderio" e cerca di fare il punto su una situazione sempre più surreale. La notizia di ieri è che Ardon Jashari ha comunicato che non vuole più giocare per il Club Brugge. Qualcosa che sta già mettendo in pratica da tutta l'estate, in realtà. Qui però l'intento è un altro, dire alla sua attuale società che lui, sulla carta, anche se dovesse rimanere non ha intenzione di scendere in campo. L'ennesima forzatura di mano nel tentativo di persuadere i belgi ad accettare la corte del Diavolo. In tutto questo il club nerazzurro ha provato a offrire Jashari in Premier League, in un tentativo di aprire un'asta che è stato subito bloccato dal giocatore stesso che ha solo il Milan in testa.

Diplomazia

Lato Milan, i rossoneri non hanno intenzione di alzare un'offerta che ritengono già sufficientemente alta. Lo ha ricordato ieri, uscendo dall'assemblea della Lega di Serie A, anche il presidente Paolo Scaroni. Il Diavolo ha messo sul piatto 33,5 milioni di euro di parte fissa più bonus fino ad arrivare a 38 milioni circa. Una proposta importante ma non ancora per il Club Brugge che più passa il tempo e più sembra prendere posizioni di principio. In questo affresco disordinato il Milan si affida alla volontà ferrea del giocatore ma dovrà necessariamente scendere in campo con le sue migliori armi diplomatiche, come successo due anni fa per De Ketelaere. In caso contrario, sarebbe anche ora di pensare a un piano B.