
Rabiot, “Le Corbusier”. Aspettando Jashari. I mani di forbice. Bentornato, Stefano Pioli!
Ho trovato il soprannome per uno dei giocatori più forti acquistati dal Milan in questo terzo millennio. Sì, un centrocampista moderno e completo che avrebbe potuto giocare anche nella squadra dei Meravigliosi di Carlo Ancelotti. Lui è Adrien Rabiot: sa conciliare forza, armonia, classe, corsa, stile e senso del gol. È stato facile trovargli un nickname, perché le sue attitudini, le sue caratteristiche, mi hanno subito indirizzato nel campo dell’architettura moderna. È uno dei massimi esponenti è LE CORBUSIER, architetto e urbanista svizzero, ma naturalizzato francese. È lo scopritore dell’uso del calcestruzzo armato e le sue opere vengono considerate Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco. Io non so se le giocate e i gol di Rabiot diventeranno Patrimonio dell’Umanità. Intanto è importante che, grazie alla sua carriera, aumenti il Patrimonio di Coppe e Trofei nella bacheca di Mondo Milan. Adrien “LE CORBU” Rabiot è stata una splendida intuizione dell’ultimo mercato. Una grande opportunità colta da Massimiliano Allegri e Igli Tare, che hanno compiuto il capolavoro grazie all’inserimento in rosa di Modric e appunto il francese.
Speriamo che possa recuperare presto anche Ardon “Peaky Blinders” Jashari, altro centrocampista moderno. Mi auguro che Max Allegri possa trasformare in mezzala dall’ampio raggio di azione quello che oggi lo stesso allenatore considera, come Ricci, solo centrocampista centrale. Tutto quel bendidio davanti alla difesa sembra sprecato, anche perché soprattutto Jashari pare un giocatore utile anche negli inserimenti offensivi. Quando tornerà? I più ottimisti parlano di un suo ritorno a disposizione del tecnico livornese già il 2 novembre, match contro la Roma. I più realisti prevedono invece un suo ritorno alla piena condizione proprio alla vigilia del derby, prima partita dopo la sosta di novembre. Grande curiosità sulle scelte di Allegri per quanto riguarda l’assetto tecnico e tattico di domenica contro la Fiorentina. Soprattutto ci si domanda se a Leao verrà riaffidata la guida dell’attacco a partire dal primo minuto. Recuperare il soldato Rafa è una delle priorità dell’allenatore milanista, un attaccante che abbiamo ammirato nel suo nuovo ruolo di attaccante centrale, prima del suo infortunio di Coppa Italia. Vedere questo Milan al vertice della classifica, senza lo stesso portoghese, senza ancora il miglior Nkunku, senza Jashari, regala ventate di ottimismo circa il futuro prossimo e quello lontano. La panchina sta diventando lunga, fattore importante per questo campionato, ma anche ricca di qualità in proiezione Champions League. Fondamentale che non entrino in azione, nei mesi di maggio e giugno, che dovrebbero essere della fioritura ma che per il Milan spesso diventano purtroppo della potatura, gli Edward mani di forbice, con le loro crudeli cesoie, a tagliare qualche petalo profumato della rosa. Nemmeno se Allegri si trasformasse in Henry Evans, per 50 anni il giardiniere di Wimbledon*, riuscirebbe a ottenere risultati spettacolari, se ogni anno venissero venduti i boccioli ancora in fiore.
Chiudo con la metafora floreale, augurandomi, ma ne sono sicuro, che domenica venga accolto con grande, meritato affetto Stefano Pioli. Con il suo lavoro, con la sua esperienza, con la sua intelligenza ha regalato ai tifosi rossoneri due anni indimenticabili, ricchi di successi, di emozioni , di commozioni. È riuscito a creare a San Siro una atmosfera magica di entusiasmo, di affetto, di partecipazione, che considero un successo quasi superiore ai risultati raggiunti. Era una festa di meravigliose sensazioni entrare a San Siro, che lo aspetta domenica sera, pronto a tributare il giusto omaggio all’Allenatore dello Scudetto numero 19. I tifosi del Milan mai hanno dimenticato i loro eroi. E Pioli è un eroe speciale!
*Per gli appassionati di tennis ,come me, è uscito un libro sulla storia di Henry Evans intitolato “Il giardiniere di Wimbledon” scritto da Jane Crilly.







