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Rush finale - Il destino di Eriksen in una punizione: come può cambiare il futuro all'Inter
"Ce lo teniamo stretto". Antonio Conte, con quattro parole, può aver fatto fare un'inversione a U al futuro di Christian Eriksen. Più per necessità che per virtù, sebbene quelle messe ieri in mostra siano da vetrina nei Campi Elisi. Però l'Inter senza portafogli e senza possibilità d'investire, ha messo sul mercato il trequartista, ora regista, danese, senza grande successo. Troppo alto l'ingaggio: nessuno paga i 7.5 milioni percepiti a Milano e in più a bilancio pesa tanto per svenderlo. Sicché l'Inter ha aperto al prestito: il problema stipendio persiste, il Leicester non ci arriva, l'Everton ha sondato il terreno ma per ora resta tutto fermo lì.
Lo scambio con l'Arsenal per Lucas Torreira non decolla e l'unica ipotesi credibile ora resta quella del ritorno al Tottenham con Dele Alli che va a Parigi.
Vale la pena? E' la domanda che si fa l'Inter e pure Antonio Conte, col sorriso beffardo dopo la punizione di ieri. Colmo di gioia e felicità, pure d'orgoglio ma anche di consapevolezza di quel che sarebbe arrivato di lì a poco. Le lodi per Eriksen e i messaggi all'allenatore: perché non gioca di più? Ha senso tenere uno così fuori dal progetto? Riflessioni, tra necessità, tante, e virtù, altrettante, che forse hanno convinto anche l'allenatore nerazzurro. Uno come Eriksen, meglio averlo. Anche se la settimana di mercato è ancora lunga.
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