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Il dodicesimo uomo. Ieri San Siro è tornato a ruggire per una sera, e si è vistoTUTTO mercato WEB
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ieri alle 11:47Serie A
di Ivan Cardia

Il dodicesimo uomo. Ieri San Siro è tornato a ruggire per una sera, e si è visto

La Curva Nord lo aveva annunciato: stop allo sciopero del tifo nei primi venti minuti, col Barcellona c’era da fare la storia. E per una sera, San Siro è tornato. Lo stadio Meazza, in una stagione inevitabilmente condizionata dagli eventi di cronaca - sui quali non è questo il luogo né il momento di soffermarsi più di tanto -, non è stato quello a cui l’Inter era abituata nelle scorse stagioni. Almeno, non fino a ieri sera.

Simone Inzaghi ha sempre citato i tifosi, il loro supporto, l’approccio collettivo dopo il ko con la Roma. Però la verità è che, per ampi tratti di questa annata, la Scala del Calcio non ha suonato la sinfonia che aveva trascinato l’Inter alla finale di Istanbul. Primi venti minuti a parte, San Siro è stato spesso uno spettatore sonnolento, pigro, con i decibel alti sì, ma mai a livelli stellari. Col Bayern Monaco, per esempio, chi lo ha frequentato meno di recente era rimasto colpito da quell’ambiente.


E invece San Siro è tornato, nel momento in cui l’Inter ne aveva più bisogno. Ha cantato dall’inizio alla fine, ha sostenuto i giocatori di Inzaghi anche quando la remuntada del Barcellona pareva togliere ogni speranza. Il 4-3 al Barça è una di quelle imprese che resteranno nella memoria collettiva. Della gente, non dell’impianto. Perché è quello che, alla fine, fa la differenza.