
Italia, Soncin: "Mancanza di cinismo? Direi più troppa frenesia. Il bicchiere è mezzo pieno"
Il ct dell'Italia Andrea Soncin vede il bicchiere mezzo pieno dopo lo 0-0 contro la Svezia al Tardini di questo pomeriggio che rimanda ogni verdetto sul Gruppo 4 di Women's Nations League all'ultima giornata: “Le indicazioni sono molte e positive. Abbiamo fatto un ottimo primo tempo, sviluppando le nostre idee e le nostre qualità, creando occasioni e situazioni pericolose. Non aver preso gol da situazioni di palla inattiva dove la Svezia mette in mostra suo massimo potenziale, anche con una tattica che non è corretta e spesso non viene sanzionata, oggi Frappart è stata brava a fermare spesso il gioco sui loro blocchi nei confronti di Giuliani. - prosegue Soncin in conferenza stampa - Abbiamo difeso bene, creato nel primo tempo e poi siamo state un po' lente nella manovra nella ripresa, ma dobbiamo dare merito anche alle qualità della Svezia. Il bicchiere è mezzo pieno perché fare una prestazione simile contro chi fino a poco tempo fa era in cima al ranking mondiale ci deve dare consapevolezza e consapevolezza. Finire la gara con quella sensazione di poter fare di più significa che stiamo entrando nell’ordine di idee che possiamo vincere anche queste partite. E questo è il premio più bello di questa sera”.
Ha fatto rotazioni in vista anche della prossima sfida?
“L’obiettivo sarà lo stesso di quest’oggi. Le valutazioni sono molto ampie, a 360 gradi, la priorità va alla strategia di squadra, poi vanno attenzionate varie situazioni relative alle varie ragazze. Ci sono quelle che devono rifiatare, chi deve ritrovare la gamba giusta tenendo in conto tutte le situazioni. Faccio l’esempio di Galli che è qui in ritiro con noi, ma ha bisogno di riatletizzarsi in allenamento, fra tre giorni giocherà con l’Under 23 per aumentare la sua condizione. Le valutazioni sono molto ampie”.
C’è qualcosa che si poteva fare meglio?
“Sicuramente sì, ma più che cinismo parlerei di frenesia che spesso ci porta a affrettare la giocata ed essere poco precise in tante scelte e passaggi che ci permetterebbero di sviluppare maggiormente alcune azioni. Però l’adrenalina che viene creata è tanta e l’energia che viene messa in campo idem, il prossimo step sarà quello di avere sempre più controllo del gioco e rendere la palla più stabile quando andiamo in recupero, gestirla con più sicurezza senza dover per forza cercare la giocata determinante. È un qualcosa che richiede del tempo e fa parte di quella crescita che dobbiamo ancora completare.
Nel calcio femminile prevale maggiormente l’idea di gioco o quella del risultato?
“Dipende da che priorità si ha. Ovviamente stasera la vittoria avrebbe significato tanto, adesso rimaniamo appesi al risultato della prossima partita. Ma se la guardiamo dal punto di vista del percorso e della crescita che stiamo facendo, e soprattutto dell’entusiasmo generato a chi era presente allo stadio che speriamo possa coinvolgere chi è vicino, allora è un altro discorso. Non si tratta di calcio femminile, ma di calcio e il bel gioco lo possono fare sia gli uomini sia le donne, come hanno dimostrato stasera le ragazze. Il mio compito è ottenere risultati, ma anche cercare di creare bel gioco, spettacolo che possa emozionare e portare sempre più gente a seguire questo sport. Sono molto concentrato sul percorso anche se poi sono i risultati a determinare questi tornei, ma senza i risultati potrebbero arrivare in maniera casuale per poi tornare nel baratro. Quello che stiamo costruendo vale per la Nazionale maggiore, ma anche per le Under, stiamo cercando di costruire una base comune metodologica, un’identità, per essere competitive nel tempo e non vivere solo di exploit momentanei”.
Come ha visto Severini? E quanto pesano gli infortuni a centrocampo?
“Emma sta facendo un ottimo percorso, è cresciuta tantissimo nella Fiorentina e con la Nazionale. Ci sono tantissime ragazze che hanno fatto vedere cose egregie con le loro squadre di club nella seconda parte del campionato e questo mi da molta fiducia. Gli infortuni fanno parte del gioco, ma ho la fortuna di avere il mercato sempre aperto e grande fiducia in tutte le ragazze, anche alcune che ancora non hanno esordito e lo faranno in futuro, che si stanno approcciando alla maglia azzurra”.
È questo il sistema tattico da cui partire?
“Quello che abbiamo sperimentato nell’ultimo periodo ci ha dato un buon equilibrio, ma cerchiamo di non ragionare sui numeri, come cerco di far capire alle ragazze, ci sono delle strutture in fase di sviluppo di gioco, un’occupazione funzionale dello spazio in base anche a cosa concede l’avversaria. Oggi, come all’andata, il movimento delle mezzali creava disturbo, mentre in fase difensiva servono riferimenti chiari a seconda delle partite e delle avversarie. Ci sono state gare in cui abbiamo azzardato di più l’uno contro uno, mentre oggi abbiamo lavorato di più come linea di reparto perché le svedesi sono pericolose in profondità. Questa è sicuramente una struttura che ci permette, anche grazie alle giocatrici in campo, di cambiare pelle nel corso della partita e stiamo lavorando in questa direzione per essere adattabili continuamente come richiede il calcio odierno. Dobbiamo essere pronte ad avere un piano A e uno B e ad adattarsi a quelli delle avversarie”.
Quanto è importante il recupero di Salvai? Come stanno le altre acciaccate?
“Penso che nel momento in cui un infortunio viene recuperato la cosa importante sia ritrovare l’intensità degli allenamenti e la continuità. c’è la massima attenzione e abbiamo iniziato con tutte loro un percorso fin da pre ritiro a Roma perché Beccari arrivava da un infortunio, Cambiaghi e Lenzini anche e non vorrei dimenticarmi qualcuna. Per ognuna stiamo cercando di costruire un percorso individuale per ritrovare continuità di intensità nelle sedute, poi per il ritmo gara ci credo fino a un certo punto, perché in un torneo come l’Europeo l’aspetto emozionale e l’adrenalina ti mettono in condizione di dare il meglio in partita, poi con i cinque cambi ho l’opportunità di valutare step by step la condizione ottimale di ognuna. Cecilia era ferma da molto tempo, aveva giocato solo 90 minuti qualche settimana fa, ma ha fatto una grande prestazione, perfetta”.
Ha fatto rotazioni in vista anche della prossima sfida?
“L’obiettivo sarà lo stesso di quest’oggi. Le valutazioni sono molto ampie, a 360 gradi, la priorità va alla strategia di squadra, poi vanno attenzionate varie situazioni relative alle varie ragazze. Ci sono quelle che devono rifiatare, chi deve ritrovare la gamba giusta tenendo in conto tutte le situazioni. Faccio l’esempio di Galli che è qui in ritiro con noi, ma ha bisogno di riatletizzarsi in allenamento, fra tre giorni giocherà con l’Under 23 per aumentare la sua condizione. Le valutazioni sono molto ampie”.
C’è qualcosa che si poteva fare meglio?
“Sicuramente sì, ma più che cinismo parlerei di frenesia che spesso ci porta a affrettare la giocata ed essere poco precise in tante scelte e passaggi che ci permetterebbero di sviluppare maggiormente alcune azioni. Però l’adrenalina che viene creata è tanta e l’energia che viene messa in campo idem, il prossimo step sarà quello di avere sempre più controllo del gioco e rendere la palla più stabile quando andiamo in recupero, gestirla con più sicurezza senza dover per forza cercare la giocata determinante. È un qualcosa che richiede del tempo e fa parte di quella crescita che dobbiamo ancora completare.
Nel calcio femminile prevale maggiormente l’idea di gioco o quella del risultato?
“Dipende da che priorità si ha. Ovviamente stasera la vittoria avrebbe significato tanto, adesso rimaniamo appesi al risultato della prossima partita. Ma se la guardiamo dal punto di vista del percorso e della crescita che stiamo facendo, e soprattutto dell’entusiasmo generato a chi era presente allo stadio che speriamo possa coinvolgere chi è vicino, allora è un altro discorso. Non si tratta di calcio femminile, ma di calcio e il bel gioco lo possono fare sia gli uomini sia le donne, come hanno dimostrato stasera le ragazze. Il mio compito è ottenere risultati, ma anche cercare di creare bel gioco, spettacolo che possa emozionare e portare sempre più gente a seguire questo sport. Sono molto concentrato sul percorso anche se poi sono i risultati a determinare questi tornei, ma senza i risultati potrebbero arrivare in maniera casuale per poi tornare nel baratro. Quello che stiamo costruendo vale per la Nazionale maggiore, ma anche per le Under, stiamo cercando di costruire una base comune metodologica, un’identità, per essere competitive nel tempo e non vivere solo di exploit momentanei”.
Come ha visto Severini? E quanto pesano gli infortuni a centrocampo?
“Emma sta facendo un ottimo percorso, è cresciuta tantissimo nella Fiorentina e con la Nazionale. Ci sono tantissime ragazze che hanno fatto vedere cose egregie con le loro squadre di club nella seconda parte del campionato e questo mi da molta fiducia. Gli infortuni fanno parte del gioco, ma ho la fortuna di avere il mercato sempre aperto e grande fiducia in tutte le ragazze, anche alcune che ancora non hanno esordito e lo faranno in futuro, che si stanno approcciando alla maglia azzurra”.
È questo il sistema tattico da cui partire?
“Quello che abbiamo sperimentato nell’ultimo periodo ci ha dato un buon equilibrio, ma cerchiamo di non ragionare sui numeri, come cerco di far capire alle ragazze, ci sono delle strutture in fase di sviluppo di gioco, un’occupazione funzionale dello spazio in base anche a cosa concede l’avversaria. Oggi, come all’andata, il movimento delle mezzali creava disturbo, mentre in fase difensiva servono riferimenti chiari a seconda delle partite e delle avversarie. Ci sono state gare in cui abbiamo azzardato di più l’uno contro uno, mentre oggi abbiamo lavorato di più come linea di reparto perché le svedesi sono pericolose in profondità. Questa è sicuramente una struttura che ci permette, anche grazie alle giocatrici in campo, di cambiare pelle nel corso della partita e stiamo lavorando in questa direzione per essere adattabili continuamente come richiede il calcio odierno. Dobbiamo essere pronte ad avere un piano A e uno B e ad adattarsi a quelli delle avversarie”.
Quanto è importante il recupero di Salvai? Come stanno le altre acciaccate?
“Penso che nel momento in cui un infortunio viene recuperato la cosa importante sia ritrovare l’intensità degli allenamenti e la continuità. c’è la massima attenzione e abbiamo iniziato con tutte loro un percorso fin da pre ritiro a Roma perché Beccari arrivava da un infortunio, Cambiaghi e Lenzini anche e non vorrei dimenticarmi qualcuna. Per ognuna stiamo cercando di costruire un percorso individuale per ritrovare continuità di intensità nelle sedute, poi per il ritmo gara ci credo fino a un certo punto, perché in un torneo come l’Europeo l’aspetto emozionale e l’adrenalina ti mettono in condizione di dare il meglio in partita, poi con i cinque cambi ho l’opportunità di valutare step by step la condizione ottimale di ognuna. Cecilia era ferma da molto tempo, aveva giocato solo 90 minuti qualche settimana fa, ma ha fatto una grande prestazione, perfetta”.
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