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23 giugno 1994, Arrigo Sacchi sostituisce Baggio con Marchegiani. E vince con la NorvegiaTUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
Oggi alle 00:00Accadde Oggi...
di Andrea Losapio

23 giugno 1994, Arrigo Sacchi sostituisce Baggio con Marchegiani. E vince con la Norvegia

Il 23 giugno del 1994, al Giants Stadium di East Rutherford, New Jersey, l'Italia deve giocare la sua seconda partita del Mondiale americano. Non era iniziata benissimo, visto che contro l'Eire era arrivata una sconfitta per uno a zero, gol di Houghton. Pagliuca non era incolpevole nell'occasione, come non lo è contro gli scandinavi. Perché un'uscita sconsiderata, al ventunesimo del primo tempo, si traduce in inferiorità numerica. Quella che potrebbe significare eliminazione già durante il girone. Una sconfitta, soprattutto considerando che tre su quattro arrivavano agli ottavi, o quasi.

Il rosso al portiere porta a una scelta. E Roberto Baggio, il miglior giocatore di quella Nazionale, viene richiamato in panchina. Era il Pallone d'Oro in carica e protagonista del Mondiale. "Questo è matto", pensa chiunque sta guardando la partita, così come lo stesso Baggio non lo dice, ma lo esterna con una certa mimica facciale.


Così il rischio di tornare a casa già dopo due gare è abbastanza marcato. Baggio ritorna negli spogliatoi, lasciando spazio a Marchegiani. "Perché lui e non un altro? Per una semplice questione tecnica. Avevo bisogno di gente che corresse molto e di un attaccante che “allungasse” la squadra avversaria partendo nello spazio, senza palla. I norvegesi erano stati schierati in modo da schiacciarci, quindi a me serviva uno che attaccasse lo spazio in profondità in modo da allontanare la linea di difesa avversaria dai loro centrocampisti. Avevo bisogno di un attaccante che partisse aprendo delle falle nel loro sistema di difesa e distanziando i difensori così da poter mettere un nostro giocatore tra le linee". Arriverà il gol dell'altro Baggio, Dino, a cambiare la situazione. L'Italia vincerà uno a zero e continuò il suo Mondiale, fino alla finale di Pasadena, persa (anche) per un rigore sbagliato dallo stesso Roberto.