
Milan, lo stadio a San Donato non si poteva fare: no del Tar. Comitato Sì Meazza: "Balle su balle"
Cinque giorni prima la delibera del Consiglio comunale che ha aperto alla cessione dello stadio Meazza a Inter e Milan, il Tar Lombardia aveva chiuso le porte - almeno in primo grado - alla possibilità di costruire uno stadio a San Donato Milanese, da sempre il piano B del club rossonero.
È quanto emerge dalla lettura della sentenza pronunciata il 24 settembre scorso dalla seconda sezione del tribunale amministrativo, nei confronti del Comune dell’hinterland milanese e di Sportlifecity Srl, società proprietaria dell'area interessata di San Francesco - su cui sarebbe dovuto sorgere l’eventuale impianto rossonero -, di cui nel 2023 il Milan (che non è parte del procedimento) aveva rilevato il 90% delle quote. Nella sentenza (contro la quale è ovviamente esperibile ricorso innanzi al Consiglio di Stato e che quindi non è definitiva), il Tar Lombardia aveva annullato la deliberazione della n. 81 del 01/07/2021, con cui la Giunta Comunale di San Donato Milanese aveva modificato la destinazione d’uso dell’area, da verde a sportiva. A presentare il ricorso era stato il Consorzio Quartiere Affari, le cui doglianze sono state accolte: uno stadio su quell’area, almeno in base a questa sentenza, non poteva essere costruito.
Il tema, ovviamente, perde di interesse per quanto riguarda il dibattito di San Siro (meno in relazione alle eventuali valutazioni del Milan su cosa fare di quell’area), se non fosse che l’ipotesi di “scappare” a San Donato Milanese è stata sempre ventilata dal club rossonero come piano B più credibile in caso di naufragio delle trattative sullo stadio. È quanto ricorda il Comitato Sì Meazza, da sempre contrario alla demolizione dell’attuale impianto per costruire un nuovo stadio a San Siro: “Hanno mentito sapendo di mentire - si legge in un comunicato stampa, firmato dal promotore Luigi Corbani, ex vice sindaco di Milano -, sapevano tutti che la vicenda di San Donato era una bufala, impossibile da realizzare, ma il signor Scaroni, giocando sulla “ingenuità” (?) di Sala e di una parte del PD, ha usato come minaccia l’idea di andare a San Donato. Una grande balla, come quella di Rozzano. E la cosa molto grave è che il Milan e il Comune di San Donato hanno tenuto nascosta la notizia della sentenza del Tar, pubblicata il 24 settembre […]. Ma dove vanno le squadre che in sei anni hanno solo fatto finta di andare a San Donato, alla Maura, a Sesto San Giovanni, a Rozzano? Balle su balle. […] Una vicenda vergognosa, piena di bugie e imbrogli. E sarebbe bene che il Comune di Milano sospendesse la delibera basata su presupposti falsi”.
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