
Fiorentina, difficile sognare il salto senza i gol degli attaccanti. Italiano ha un rebus da risolvere
La Fiorentina ha regalato sì il primo tempo al Milan, ma nel complesso, soprattutto per quanto messo in campo nella ripresa, esce dal campo con la sensazione di aver meritato ben di più della sconfitta di misura ottenuta nei 90 minuti più recupero di San Siro. Un messaggio è arrivato, di nuovo, forte agli occhi dell'allenatore Italiano, ma più in generale di chi ha seguito le vicende della squadra: c'è un problema con gli attaccanti.
Là davanti, se si tolgono Bonaventura e Gonzalez, non segna nessuno. Sulle 19 partite giocate dalla Fiorentina in questa stagione, i numeri nove hanno scritto il loro sul tabellino nella miseria di tre partite, una sola se si restringe il campo alla Serie A, quella peraltro senza peso specifico di Nzola, il 3-0 su un Cagliari già tramortito, in pieno recupero. Messo in campo nel secondo tempo, anche a Milano l'angolano ha fornito un contributo minimo, se non nullo.
Beltran, che in casa del Milan ha avuto sui piedi uno dei due palloni più invitanti per l'1-1 (l'altro è stato scagliato sul volto di Maignan da Mandragora da due passi nel recupero finale), ma è inciampato da solo e ha vanificato una situazione da gol, innervosendosi e mostrando il rammarico anche al momento del cambio. Al tecnico il compito di risolvere un rebus all'apparenza decisamente ostico da affrontare, per come si sono messe le cose. Ma senza i gol dei propri attaccanti, cullare sogni o salti di qualità, sia in campionato che in Europa, è impossibile.
Là davanti, se si tolgono Bonaventura e Gonzalez, non segna nessuno. Sulle 19 partite giocate dalla Fiorentina in questa stagione, i numeri nove hanno scritto il loro sul tabellino nella miseria di tre partite, una sola se si restringe il campo alla Serie A, quella peraltro senza peso specifico di Nzola, il 3-0 su un Cagliari già tramortito, in pieno recupero. Messo in campo nel secondo tempo, anche a Milano l'angolano ha fornito un contributo minimo, se non nullo.
Beltran, che in casa del Milan ha avuto sui piedi uno dei due palloni più invitanti per l'1-1 (l'altro è stato scagliato sul volto di Maignan da Mandragora da due passi nel recupero finale), ma è inciampato da solo e ha vanificato una situazione da gol, innervosendosi e mostrando il rammarico anche al momento del cambio. Al tecnico il compito di risolvere un rebus all'apparenza decisamente ostico da affrontare, per come si sono messe le cose. Ma senza i gol dei propri attaccanti, cullare sogni o salti di qualità, sia in campionato che in Europa, è impossibile.
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