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Davide Nicola: "Vi spiego il segreto di come subentrare su una panchina. Allegri è cambiato"TUTTO mercato WEB
© foto di Nicola Ianuale/TuttoSalernitana.com
mercoledì 29 novembre 2023, 19:21Serie A
di Lorenzo Di Benedetto

Davide Nicola: "Vi spiego il segreto di come subentrare su una panchina. Allegri è cambiato"

Davide Nicola, tecnico attualmente senza panchina e grande specializzato in salvezze, ha parlato a Radio Serie A, affrontando tanti argomenti, a cominciare da come uno si possa allenare a subentrare al posto di un altro allenatore a stagione in corso: "Quando inizi una nuova avventura e hai la possibilità di rappresentare un popolo, una storia, qualsiasi essa sia, senti un'adrenalina pazzesca. Devi entrarci dentro, capirne la forma mentis, studiarli e rappresentarli al massimo e ovunque. E in quel momento non vorresti fare altro, vieni trascinato dentro. Con il mio staff ci teniamo sempre in contatto: che sia allo stadio o ognuno a casa propria, ci immaginiamo spesso alla guida di una squadra e proviamo a capire cosa faremmo, diremmo o imposteremmo il lavoro. E questo è un allenamento incredibile, tecnicamente ed emotivamente. In quel momento è come se quella squadra la allenassimo noi, portando un vantaggio enorme perché ci permette di essere pronti quando e se si subentra. Hai già impostato il lavoro di base e puoi concentrarti solo sulle priorità".

Cosa pensa del calcio di Allegri?
“Massimiliano era una mezz’ala tecnicamente molto forte e dotata; il suo calcio era propositivo da amante del calcio assoluto quale è. Ha una capacità straordinaria nel leggere l’evoluzione del gioco. Negli ultimi 13 anni è cambiato, come è cambiato il mondo del calcio, come raccontarlo, come viene visto e le metodologie più funzionali. Ogni allenatore vuole vincere e per farlo si devono fare i conti con il proprio modo di intendere il calcio e i calciatori che si hanno a disposizione.”

Chiesa, di padre in figlio.
“Federico ha le movenze riconoscibili in quelle del padre. La dedizione è ciò che lo spinge a fare sempre meglio. Io ho avuto la fortuna di giocare con Enrico e vi assicuro che tecnicamente era straordinario, ne ho visti pochi di giocatori così.”

Quanto è importante un match analyst?
“A oggi è tutto fondamentale. Anche per noi allenatori avere a disposizione dati specifici aiuta nello studio del gioco, anche se resta fondamentale lo studio attraverso la visione delle partite. Oggigiorno i giocatori sono abituati a leggere i dati e ad avere un riscontro oggettivo. Serve per dimostrare situazioni migliorabili e situazioni che invece funzionano già. Non si arriva all’omologazione perché ognuno interpreta i dati a suo modo a seconda di quello che interessa di più.”

Sperimentazione?
“La sperimentazione è un processo che avviene attraverso un percorso. I calciatori devono sapere che ci sono possibilità di sviluppare il gioco in modo diverso a seconda della partita che devo fare. La sperimentazione deriva dal fatto che gli stessi principi vengono adottati con un sistema di gioco che ti permetta di arrivare prima sull’avversario. La sperimentazione è anche la capacità di capire se un giocatore possa avere o meno caratteristiche per le quali, se impiegate in un altro ruolo, possa consacrarsi e trovare la sua collocazione definitiva.”


Cosa pensa di Nicolussi Caviglia?
“Giocatore totale, è un professionista esemplare. Quando un giovane è forte, è giusto che giochi a prescindere dall’età che ha. Bisogna riuscire a dare e trovare spazio per i giovani, per dargli fiducia e per poter vedere il potenziale e il miglioramento che hanno".

Buongiorno è cresciuto tanto.
“Stiamo parlando di un ragazzo che può fare tutto, con un forte senso di responsabilità e l’attitudine alla disciplina. È legato al Torino in modo viscerale; è cresciuto lì con il settore giovanile. A Torino sono molto bravi a tramandare il senso d’appartenenza e l’amore per i colori. Alessandro si è sempre dichiarato felice di poter rappresentare la prima squadra e sono sicuro che potrà fare ancora meglio di quanto già stia facendo”.

Palladino come lo vede?
“Lo perdemmo nel mercato di gennaio perché lo acquistò il Genoa. Da calciatore aveva delle qualità importanti: intelligente tatticamente e aperto alla scoperta e al confronto delle tattiche di gioco. Era destinato a diventare allenatore”.

Ha dei rimpianti?
“Il rimpianto è una cosa che mi appartiene poco. Vivo le situazioni nel “qui e ora”, non mi è permesso tornare indietro e anche se fosse possibile non è detto che cambiare le cose nel passato possa aiutare il presente. Serve criticarsi costruttivamente mettendo sul piatto della bilancia quello che è stato scelto e chiedendosi se ci sarebbe potuto essere un modo per fare le cose al meglio”.