Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroFormazioniCalendariScommessePronostici
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliaricomoempolifiorentinagenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilanmonzanapoliparmaromatorinoudinesevenezia
Canali altre squadre ascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenafrosinonelatinalivornonocerinapalermoperugiapescarapordenonepotenzaregginasalernitanasampdoriasassuoloturris
Altri canali euro 2024serie bserie cchampions leaguefantacalcionazionalipodcaststatistichestazione di sosta
tmw / monza / Serie A
Brocchi: "Non allenerò più. Milan? Con la Coppa Italia la mia storia sarebbe stata diversa"TUTTO mercato WEB
Oggi alle 13:15Serie A
di Pierpaolo Matrone

Brocchi: "Non allenerò più. Milan? Con la Coppa Italia la mia storia sarebbe stata diversa"

Cristian Brocchi, ex allenatore del Milan e non solo, in un'intervista a La Gazzetta dello Sport racconta la chiamata di Silvio Berlusconi ad Arcore per affidargli la panchina rossonera: "Non si poteva dire di no? L’avevo già detto l’anno prima, quella sera non era possibile. Quando entravi ad Arcore, l’emozione era forte. C’era un’aria particolare. Uscivi da lì e eri un leone. Berlusconi aveva la capacità di farti sentire in grado di conquistare il mondo. Subentrai a Mihajlovic e il piano era che avrei anche iniziato la stagione seguente. Girò male perché perdemmo ai supplementari per il gol di Morata la finale di Coppa Italia contro la Juve, pur giocando bene. Se avessimo vinto quella sera, la mia storia sarebbe stata diversa».

La promozione con il Monza dalla Calla B le ha consentito di ripagare la fiducia di Berlusconi e Galliani?
"Sì, anche se avrei voluto completare il lavoro con il doppio salto. Invece in B perdemmo ai playoff. Se Galliani non si fosse ammalato di Covid e non avesse vissuto un mese molto difficile, saremmo andati in A. Eravamo tutti preoccupati per lui e la sua assenza ebbe un peso specifico importante anche sulla squadra: Galliani è tra i due o tre dirigenti più bravi al mondo. La sua presenza sposta tanto".


Ho tanto da trasmettere, da insegnare. Ma non in panchina: non allenerò più.
"Questo è un mondo in cui umanamente do troppo di più rispetto a quello che ricevo. Io ho dimostrato di essere bravo e me lo dico da solo proprio perché ho voltato pagina. Non ho più voglia di buttarmi in situazioni disperate. Pochi mesi fa c’era stata una possibilità in A e ho sentito un fuoco dentro incredibile. Ma non si è concretizzata. E mi sono concentrato sui ragazzi: io li amo, mi piace stare a contatto con i giovani. Faccio masterclass con il gruppo Pegaso. L’ultima era rivolta a studenti di Scienze motorie che vorrebbero entrare nello staff di una squadra di calcio".