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Che rischio s'è preso Marotta: Chivu stecca la prima gara da dentro o fuori. Manna alla prova del nove, l'azzardo di John Elkann e un grande classico...TUTTO mercato WEB
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Oggi alle 00:00Editoriale
di Raimondo De Magistris

Che rischio s'è preso Marotta: Chivu stecca la prima gara da dentro o fuori. Manna alla prova del nove, l'azzardo di John Elkann e un grande classico...

Nato a Napoli il 10/03/88, laureato in Filosofia e Politica presso l'Università Orientale di Napoli. Lavora per TMW dal 2008, è stato vicedirettore per 10 anni. Inviato al seguito della Nazionale
Il calciomercato estivo è ufficialmente iniziato. La sessione di giugno che ha anticipato il Mondiale per Club ha rappresentato solo un antipasto, una occasione per chi aveva tanti soldi da spendere o qualche occasione già in canna. Reijnders s'è trasferito al Manchester City e sta già facendo la differenza negli Stati Uniti, Jonathan Tah appena arrivato subito giganteggia nella difesa del Bayern e poi Liam Delap, nuovo attaccante del Chelsea che forse è già un rimpianto per Guardiola.
In Italia l'unico club che ha avuto realmente bisogno della sessione di calciomercato di giugno è stata l'Inter. Marotta ha anticipato l'arrivo di Luis Henrique dall'OM dopo aver già acquistato a gennaio Petar Sucic e ora è pronto ad accogliere Ange-Yoan Bonny, attaccante prelevato dal Parma per poco meno di 25 milioni di euro. La squadra vice-campione d'Europa ha praticamente già speso 70 milioni di euro per tre acquisti nati tra il 2001 e il 2003 e ora è pronta a spenderne un'altra trentina per il 2006 Leoni. Come se non bastasse, ha messo sotto contratto un allenatore che in Serie A aveva collezionato appena tredici presenze e tre vittorie. Chi l'avrebbe mai detto? Marotta da mesi parlava di un'Inter che aveva bisogno di ringiovanirsi e la finale di Monaco di Baviera aveva sancito la fine di un ciclo. Però nel mese successivo la finale è andato ben oltre le aspettative soprattutto per la decisione di affidare la panchina nerazzurra a quel Chivu che conosce bene la dinamiche nerazzurre, ma ha meno esperienza di 17 colleghi su 19. Gli unici tecnici che partono ai nastri di partenza della prossima Serie A con un curriculum più scarno del suo sono Vincenzo Pisacane a Cagliari e Carlos Cuesta, suo successore al Parma. Sarà un fattore, difficilmente positivo. Ieri a Charlotte il primo esempio lampante visto che a staccare il pass per i quarti di finale del Mondiale per Club è stato il Fluminense dell'esperto tecnico brasiliano Renato Portaluppi, mentre l'Inter di Chivu è stata eliminata al termine di una gara in cui partiva nettamente favorita.

E' l'estate del Napoli. Dev'essere l'estate del Napoli. Aurelio De Laurentiis l'ha detto apertamente ad Antonio Conte e con le sue promesse l'ha convinto a restare. Sta ora a Giovanni Manna trasformare i propositi in realtà e andare oltre l'ingaggio di Kevin De Bruyne. Il campione belga è la ciliegina di una torta tutta da preparare perché alla rosa della scorsa stagione vanno aggiunti altri 6-7 giocatori. Vanno sistemati tanti esuberi e soprattutto va ceduto Victor Osimhen dopo il prestito raffazzonato dello scorso settembre. Manna, 36 anni, al suo primo anno a Napoli ha fatto bingo. Ha già vinto uno Scudetto. Questa estate deve però dimostrarsi all'altezza di un compito non facile perché è complicato acquistare bene quando tutti sanno che hai soldi da poter spendere. E ancora più difficile in queste condizioni è vendere bene. Ma lui ha il dovere di riuscirci, ha dato la sua parola. Altrimenti il castello di promesse messo in piedi dopo lo Scudetto rischia di crollare.


Due anni dopo aver affidato il progetto chiavi in mano a Cristiano Giuntoli, John Elkann ha fatto la stessa cosa con Damien Comolli, dirigente francese di 52 anni che ha iniziato la carriera al fianco di Wenger e poi ha spiccato il volo. L'ex presidente del Tolosa ha accettato la Juventus in un momento particolarmente delicato, l'ha fatto senza avere alcuna esperienza del calciomercato italiano.
Nei prossimi mesi parleranno i fatti, ma oggi questa scelta sembra un azzardo senza sé e senza ma e lo stanno confermando anche le prime operazioni. La modalità con cui è arrivata la conferma di Igor Tudor (dopo i no di Conte e Gasperini) non è la miglior premessa per aprire un ciclo, il fatto che al 1° luglio non sia ancora stato completato l'organigramma è un pericoloso campanello d'allarme. E poi c'è una finestra di calciomercato iniziata così così: dal caso Vlahovic alle mancate cessioni di Weah e Mbangula, tutto è ancora come prima del suo arrivo datato 4 giugno. Sono già trascorse quattro settimane...

Decisamente più sagge le scelte operate da Milan e Roma. I rossoneri sono ripartiti dalla coppia Tare-Allegri, i giallorossi da Gasperini e Massara con Ranieri rimasto per ricoprire 'ufficiosamente' il ruolo di DG dopo aver rifiutato quello di CT della Nazionale. Cardinale e i Friedkin hanno finalmente capito che l'esperienza conta, che le squadre non si costruiscono (solo) davanti a un computer e si sono affidate a professionisti che vantano anni di esperienza ed esaltanti successi.
Milan e Roma hanno messo basi solide per ripartire dopo un'annata a dir poco complicata, ma ora c'è da costruire tutto il resto e da fare i conti con un grande classico del nostro calcio: prima le cessioni. Innanzitutto bisogna far cassa e poi dopo - soltanto dopo - si proverà ad assecondare il più possibile le richieste di Allegri e Gasperini.