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Date una Lazio vera al miracoloso Sarri. Il tocco di braccio di Simeone era da rigore. La Juve non vende ma la scelta dei proprietari sembra più un dovere che un piacere. Una domenica da grandi: rischia più il NapoliTUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
Oggi alle 00:00Editoriale
di Luca Calamai

Date una Lazio vera al miracoloso Sarri. Il tocco di braccio di Simeone era da rigore. La Juve non vende ma la scelta dei proprietari sembra più un dovere che un piacere. Una domenica da grandi: rischia più il Napoli

Chissà cosa prova il presidente Lotito nel vedere il povero Sarri impegnato a fare dei veri e propri miracoli. Contro tutto e contro tutti il Comandante biancoceleste riesce a restare aggrappata a una classifica intrigante. Che va oltre il valore di una squadra incerottata e senza possibilità di investimenti di mercato. L’ultima magia Sarri l’ha compiuta a Parma vincendo nonostante fosse ridotto causa due cartellini rossi in nove uomini. Già, lo ripeto, contro tutto e contro tutti. Questo Sarri capace di fare di necessità virtù è ancora più forte rispetto al Sarri che in passato ha incantato tutti con un calcio da favola. Il Sarri della maturità merita qualcosa di meglio di questa Lazio con poco presente e poco futuro. Anche se ha nel cuore colori e tifoseria. Lotito gli dovrebbe fare un monumento. Altro che Mourinho nella Capitale ci sono veramente due allenatori Special. Sarri e Gasperini non sono bravi a usare le parole. Ma oggi sono due maestri da non perdere di vista. Restando alle gare di ieri ho ancora negli occhi il tocco di braccio di Simeone nel recupero di Toro-Cremonese. Per me era rigore netto. Quello che non capisco è perché il Var non ha chiamato il direttore di gara al video. Il designatore Rocchi aveva spiegato che bisogna evitare errori. A costo di non farsi fare prigionieri dalle regole del Var. Regole che alimentano soltanto una grande confusione. Dirigenti, allenatore e giocatori della Cremonese sono stati dei signori. Hanno protestato con eleganza. Ma il problema dell’utilizzo del Var resta gigantesco. La Juve non si vende ha ribadito la famiglia Agnelli. Certo è che il miliardo messo sul tavolo da Tether Investments testimonia di una nuova frontiera legata a nuovi grandi ricchi decisa a dare l’assalto al club bianconero. Con potenzialità da capogiro. Dopo Moratti, Berlusconi, Sensi un’altra storica famiglia italiana potrebbe uscire dal nostro calcio? Vedremo quanto resisterà questo “no”. Anche perchè diciamolo francamente nei rampolli di casa Agnelli non si legge la passione che animava l’Avvocato o suo fratello Umberto. Per i giovani Elkan la Juve sembra più un dovere che un grande amore. Purtroppo. Gli aumenti di capitale per dare forza economica al mercato della Juve sembrano una condanna inevitabile. E anche le ultime scelte dirigenziali non entusiasmano. La Juve rischia di fare la fine della Ferrari. Oggi in campo tutte le grandi. Chi rischia di più? Penso il Napoli a Udine. I friulani sono avversari scomodi. Ma attenti al Milan senza Leao. Tutta da godere invece la sfida tra Bologna e Juve. Sfida da zona Champions. Spalletti ha elogiato Italiano ma deve preoccuparsi di dare velocemente un’idea di gioco alla sua squadra. Altrimenti a giugno il suo contratto non verrà confermato. Gli Agnelli che continuano a spendere soldi e a non vincere hanno sempre meno pazienza.