
Rossitto: "De Bruyne può giocare ovunque e con la preparazione di Conte sarà super"
A “1 Football Club” su 1 Station Radio, è intervenuto Fabio Rossitto, allenatore ed ex centrocampista, tra le altre, di Napoli, Fiorentina ed Udinese.
Mister, Kevin De Bruyne ha ancora il passo per fare la differenza in Serie A? E dove lo vedrebbe nello scacchiere tattico di Antonio Conte? “Allora, che abbia ancora il passo, è sicuro, perché ha giocato fino all’altro giorno in Premier League, dove il ritmo è molto più alto rispetto al nostro. Perciò credo che farà ancora una grande differenza, anche perché avrà nuove motivazioni. Con la preparazione di Conte, poi, secondo me sarà un giocatore straordinario, che ci godremo appieno. Credo possa giocare in tutte le posizioni: dietro la prima punta, da trequartista, da esterno e da mezzala… È talmente universale che può adattarsi ovunque. Sarà Conte, con i giocatori a disposizione, a trovare il modo giusto per valorizzarlo. Potrà anche cambiare modulo durante la partita, grazie alla grande intelligenza tattica di De Bruyne. Credo comunque che possa rendere molto anche vicino alla porta, dato che ha un grande tiro e senso del gol. Per questo potrebbe anche giocare da esterno offensivo. Ha fatto tutto nella sua carriera, però lo vedo più in mezzo. Guardiola, per la sua capacità tattica, l’ha utilizzato un po’ ovunque al City e lo ha definito il Messi del centrocampo. Secondo me rende meglio centralmente, ma potrebbe partire anche dall’esterno. Insomma, è un problema perfetto da avere.”
Conte, in sintonia con i dirigenti, sta cercando di rifare il look all’attacco con esterni veloci e abili nell’uno contro uno: che cosa pensa di questa strategia? “È la direzione che il calcio europeo sta prendendo. Basti guardare il Chelsea ed il Paris Saint-Germain: non c’è più un modulo fisso, si costruisce l’azione e poi si sfruttano giocatori bravi nell’uno contro uno. Alla fine, il calcio è questo: superi l’uomo e crei superiorità numerica. In Italia questo è ancora un problema perché si resta troppo legati agli schemi. L’uno contro uno fa saltare tutti gli schemi difensivi, e quando vai in inferiorità numerica iniziano le difficoltà. Il calcio si sta evolvendo in quella direzione, all’estero più velocemente che da noi. Il modulo di partenza ormai conta relativamente: si gioca in modo molto più fluido. Avere giocatori capaci di saltare l’uomo, difendere bene e attaccare con imprevedibilità rende tutto più semplice. Conte sta cercando proprio questo tipo di calcio. E poi, negli inserimenti centrali, se hai giocatori forti fisicamente, come abbiamo visto l’anno scorso con McTominay, diventi imprevedibile anche sulle fasce. È difficile da contenere.”
Il calcio italiano sembra ormai diventato un po’ come il tennis: un torneo di Wimbledon tra Allegri e Conte, quelli che si sono aggiudicati lo Scudetto per più volte negli ultimi anni. Chi vede favorito nella prossima Serie A? “Vedo ancora favorito il Napoli. Come dicevo già l’anno scorso, era forte, ma è stato Conte a fare la differenza con la mentalità. Ora si sta strutturando ancora meglio, con giocatori scelti da uno che vede cose che gli altri non vedono. Io ho visto De Bruyne fare degli assist che neanche dalla televisione si immaginavano: giocate clamorose. Se un giocatore così viene preparato da Conte, che è un fenomeno nella preparazione, allora sì, ci sarà da divertirsi. Poi certo, il calcio smentisce sempre la carta, ma i presupposti ci sono tutti. Per quanto riguarda le altre, non vedo il Milan all’altezza in questo momento. Magari mi sorprenderà, ma la sensazione è che non abbia una programmazione forte come quella del Napoli.”
Il Napoli ha trattato Darwin Núñez per circa 70 giorni, salvo poi puntare su Lorenzo Lucca. Secondo lei perché si è arrivati a questa scelta? E la convince Lucca come attaccante per Conte? “Secondo me è stata la scelta giusta. Lucca è un ragazzo che è cresciuto molto e che, con Conte, potrà fare un grande salto di qualità. Ha tutto: struttura fisica, velocità, gamba. Non è solo uno alto a cui butti la palla: sa anche attaccare lo spazio. Il Napoli ha fatto bene a puntare su un giovane italiano di grande prospettiva, con ampi margini di miglioramento. Questo aspetto, l’essere italiano, non va trascurato. A Udine ha già dimostrato tanto, e secondo me a Napoli potrà esplodere. Quanto al discorso su Núñez, può darsi che abbia inciso anche la situazione Osimhen. Tante volte sul mercato si tengono aperte più piste, ma alla fine si sceglie quella più adatta, anche in base alle dinamiche economiche e di trattativa. Se punti tutto su un solo obiettivo, perdi forza contrattuale. Credo che il Napoli abbia fatto bene a sondare varie opzioni e poi andare dritto su quella che riteneva migliore.”







