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Pecchia: "La leggerezza è la forza del mio Parma. Dobbiamo salvarci, questo è l'obiettivo"
Lunga intervista concessa a Repubblica per il tecnico del Parma Fabio Pecchia, che si è raccontato svelando quelli che sono i segreti della sua squadra. "Cercare di mettere insieme culture così differenti, all’inizio, è più importante del fare tattica. Un giapponese non è uno svedese, anche solo per come si relaziona alle gerarchie, perché il giovane non si alza da tavola prima dei più anziani. Il linguaggio deve essere diverso, non solo la lingua. Negli allenamenti parlo sempre italiano, nei colloqui individuali no, per quanto mi è possibile ovviamente", racconta.
La forza del Parma.
"La leggerezza, che non è mancanza di serietà, ma capacità di essere concentrati su quel che facciamo adesso, senza zavorre. Se riusciamo a mantenerla ci aiuterà. Dobbiamo salvarci, questo è l’obiettivo, facendolo anche per una città che ha ritrovato la Serie A e che l’ha festeggiata tanto con noi. Mi piace andare al campo alle 7 e 30, cominciando dalla colazione insieme, perché questo è un posto bello".
Cosa serve ai ragazzi?
"Fiducia e pazienza. Si devono sentire sicuri di poter sbagliare, poi è chiaro che parliamo dell’errore e che diamo le linee sui comportamenti. La fiducia è che se vuoi che migliorino allora più giocano più possono farlo, la pazienza è che ci vuole tempo sapendo che tra valorizzare e bruciare c’è un confine sottilissimo. Da allenatore devi combinare la crescita individuale, il gioco e la vittoria, perché sai che passi dal risultato e anche loro devono dar peso a quello".
La forza del Parma.
"La leggerezza, che non è mancanza di serietà, ma capacità di essere concentrati su quel che facciamo adesso, senza zavorre. Se riusciamo a mantenerla ci aiuterà. Dobbiamo salvarci, questo è l’obiettivo, facendolo anche per una città che ha ritrovato la Serie A e che l’ha festeggiata tanto con noi. Mi piace andare al campo alle 7 e 30, cominciando dalla colazione insieme, perché questo è un posto bello".
Cosa serve ai ragazzi?
"Fiducia e pazienza. Si devono sentire sicuri di poter sbagliare, poi è chiaro che parliamo dell’errore e che diamo le linee sui comportamenti. La fiducia è che se vuoi che migliorino allora più giocano più possono farlo, la pazienza è che ci vuole tempo sapendo che tra valorizzare e bruciare c’è un confine sottilissimo. Da allenatore devi combinare la crescita individuale, il gioco e la vittoria, perché sai che passi dal risultato e anche loro devono dar peso a quello".
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