
Como, Fabregas: "Strefezza lo vorrei con me in ogni categoria. In Italia sto imparando tantissimo"
17.30 - Il Como continua a vincere. I lariani riescono ad interrompere la striscia positiva del Parma, imponendosi 1-0 al Tardini. Tra pochi mister Cesc Fabregas commenterà questa vittoria in conferenza stampa. Segui le sue parole in diretta, grazie al LIVE! di TMW.
Nessun gol subito e altra vittoria, quanta soddisfazione c'è?
"C'è soddisfazione, ci sono però anche tante cose su cui migliorare. Non meritavamo di vincere nel complesso, abbiamo avuto le nostre chiare occasioni ma anche loro hanno fatto la partita, hanno messo attaccanti di statura e anche Man per dare profondità e puntare Alberto Moreno. Dobbiamo migliorare nelle letture di questi episodi, chi subentra deve capire subito cosa bisogna fare, c'è stato un giocatore che non ha colto le indicazioni. Colpa mia, anche se abbiamo lavorato tanto su certe cose. Complimenti al Parma, hanno lottato fino alla fine. Avevano un solo risultato, questo complica le cose se non chiudi la partita. Oggi siamo stati fortunati, ma in stagione non sempre c'è girata bene. Oggi prendo con gioia il risultato, vado a dormire contento e da domani andremo ad analizzare".
L'utilizzo di Strefezza ha fatto la differenza?
"Strefezza lo porterei con me in ogni categoria, dall'Eccellenza alla Champions. E' un ragazzo d'oro, prima della partita l'ho detto nella riunione tecnica, mi ha fatto male non metterlo nell'undici, meriterebbe sempre di giocare. Gliel'ho detto però, mi fido di lui e sapevo che entrando avrebbe fatto vincere la partita. E' un giocatore da squadra, se si vuole far nascere un progetto forte lui è l'uomo giusto".
Ora che siete decimi, qual è l'obiettivo per le ultime gare?
"L'obiettivo è dare continuità, crescere in continuità. Siamo una squadra forte, ben organizzata, con identità e valori tecnici. Ora bisogna crescere in mentalità, anche oggi si poteva far meglio a livello individuale. Sapere quando fare un fallo, quando perdere qualche secondo, quando accelerare e quando rallentare: questo è competere. Siamo una squadra giovane, c'è tanto lavoro da fare ma sono contento e fortunato ad avere questo gruppo".
Su cosa può crescere ancora questa squadra?
"La squadra sta crescendo, sa leggere meglio le partite, quando si difende la linea rimane alta, stiamo giocando contro squadre che vanno con palla lunga verso l'attaccante ultimamente contro di noi, e lo stiamo gestendo molto. L'Atletico non è in semifinale perché Alvarez è scivolato, Terry non ha vinto la Champions, la linea tra vincere e perdere è molto sottile. Tutti gli allenatori ora sono molto preparati a questi livelli, vince chi ha più qualità o chi come noi oggi ha un po' più fortuna. La figura dell'allenatore è stressante, sei l'immagine del club quando vinci e quando perde, di fronte a calciatori, dirigenza, stampa e tifosi. Bisogna gestire diverse cose. Il lavoro di squadra da famiglia a Como è ottimo, sono contento. Ringrazio i ragazzi, senza la loro mentalità, disciplina e coraggio sarebbe impossibile. Dobbiamo migliorare tante cose, piccoli dettagli che ci porteranno avanti".
Dove colloca il calcio italiano rispetto agli altri campionati?
"Il calcio italiano è molto difficile, analizzare le sfide e vincere è complicato. Lo ha detto Fonseca, tante persone che hanno più esperienza di me. Assieme alla Liga e alla Premier è il campionato più competitivo, lo posso dire perché ho giocato e allenato qua e giocato diversi anni in Spagna e Inghilterra. Il catenaccio italiano non esiste, tutte ti vengono a pressare. Oggi abbiamo dovuto fare una partita di gioco posizionale, perché il Parma non pressava, ma quando ti pressano uomo su uomo non si gioca. La soluzione diventa quindi palla lunga e lottare sulla seconda palla. Giocando così però si fa tennis o rugby, diventa 50% e 50%, per questo cerco sempre soluzioni per risolvere queste cose. Se un domani mi troverò in altri campionato dovrò lavorare su altre cose, qua è come uscire dal pressing. L'allenatore deve analizzare gli avversari e dare a ogni giocatore che soluzioni dare, deve esserci dinamismo in mezzo al campo e dinamiche pronte, altrimenti contro avversari forti fisicamente non si va da nessuna parte. Sto imparando tantissimo in Italia, questo calcio mi sta insegnando".
17.46 - Termina la conferenza stampa.
Nessun gol subito e altra vittoria, quanta soddisfazione c'è?
"C'è soddisfazione, ci sono però anche tante cose su cui migliorare. Non meritavamo di vincere nel complesso, abbiamo avuto le nostre chiare occasioni ma anche loro hanno fatto la partita, hanno messo attaccanti di statura e anche Man per dare profondità e puntare Alberto Moreno. Dobbiamo migliorare nelle letture di questi episodi, chi subentra deve capire subito cosa bisogna fare, c'è stato un giocatore che non ha colto le indicazioni. Colpa mia, anche se abbiamo lavorato tanto su certe cose. Complimenti al Parma, hanno lottato fino alla fine. Avevano un solo risultato, questo complica le cose se non chiudi la partita. Oggi siamo stati fortunati, ma in stagione non sempre c'è girata bene. Oggi prendo con gioia il risultato, vado a dormire contento e da domani andremo ad analizzare".
L'utilizzo di Strefezza ha fatto la differenza?
"Strefezza lo porterei con me in ogni categoria, dall'Eccellenza alla Champions. E' un ragazzo d'oro, prima della partita l'ho detto nella riunione tecnica, mi ha fatto male non metterlo nell'undici, meriterebbe sempre di giocare. Gliel'ho detto però, mi fido di lui e sapevo che entrando avrebbe fatto vincere la partita. E' un giocatore da squadra, se si vuole far nascere un progetto forte lui è l'uomo giusto".
Ora che siete decimi, qual è l'obiettivo per le ultime gare?
"L'obiettivo è dare continuità, crescere in continuità. Siamo una squadra forte, ben organizzata, con identità e valori tecnici. Ora bisogna crescere in mentalità, anche oggi si poteva far meglio a livello individuale. Sapere quando fare un fallo, quando perdere qualche secondo, quando accelerare e quando rallentare: questo è competere. Siamo una squadra giovane, c'è tanto lavoro da fare ma sono contento e fortunato ad avere questo gruppo".
Su cosa può crescere ancora questa squadra?
"La squadra sta crescendo, sa leggere meglio le partite, quando si difende la linea rimane alta, stiamo giocando contro squadre che vanno con palla lunga verso l'attaccante ultimamente contro di noi, e lo stiamo gestendo molto. L'Atletico non è in semifinale perché Alvarez è scivolato, Terry non ha vinto la Champions, la linea tra vincere e perdere è molto sottile. Tutti gli allenatori ora sono molto preparati a questi livelli, vince chi ha più qualità o chi come noi oggi ha un po' più fortuna. La figura dell'allenatore è stressante, sei l'immagine del club quando vinci e quando perde, di fronte a calciatori, dirigenza, stampa e tifosi. Bisogna gestire diverse cose. Il lavoro di squadra da famiglia a Como è ottimo, sono contento. Ringrazio i ragazzi, senza la loro mentalità, disciplina e coraggio sarebbe impossibile. Dobbiamo migliorare tante cose, piccoli dettagli che ci porteranno avanti".
Dove colloca il calcio italiano rispetto agli altri campionati?
"Il calcio italiano è molto difficile, analizzare le sfide e vincere è complicato. Lo ha detto Fonseca, tante persone che hanno più esperienza di me. Assieme alla Liga e alla Premier è il campionato più competitivo, lo posso dire perché ho giocato e allenato qua e giocato diversi anni in Spagna e Inghilterra. Il catenaccio italiano non esiste, tutte ti vengono a pressare. Oggi abbiamo dovuto fare una partita di gioco posizionale, perché il Parma non pressava, ma quando ti pressano uomo su uomo non si gioca. La soluzione diventa quindi palla lunga e lottare sulla seconda palla. Giocando così però si fa tennis o rugby, diventa 50% e 50%, per questo cerco sempre soluzioni per risolvere queste cose. Se un domani mi troverò in altri campionato dovrò lavorare su altre cose, qua è come uscire dal pressing. L'allenatore deve analizzare gli avversari e dare a ogni giocatore che soluzioni dare, deve esserci dinamismo in mezzo al campo e dinamiche pronte, altrimenti contro avversari forti fisicamente non si va da nessuna parte. Sto imparando tantissimo in Italia, questo calcio mi sta insegnando".
17.46 - Termina la conferenza stampa.
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