
Milanese: "Giornata più complicata per l'Inter che per il Napoli. Olivera? Meglio terzino"
Il Napoli a Parma, l'Inter in casa col Torino: il penultimo atto della corsa-Scudetto si terrà domenica sera. E a questi confronti si proietta Mauro Milanese, intervistato da Radio Kiss Kiss: “Sulla carta l’impegno più difficile ce l’ha l’Inter. Il Parma non deve fare per forza risultato pieno, dipende anche dalle altre. Il Napoli ha il destino nelle sue mani, ma mi auguro che il Napoli vinca lo scudetto come l’Inter che vinca la Champions League".
Il Napoli dovrebbe schierare ancora Mathias Olivera da difensore centrale a causa degli infortuni di Alessandro Buongiorno e Juan Jesus. Una scelta che potrebbe creare dei problemi agli azzurri, secondo Milanese: "Olivera meglio da terzino, al massimo lo vedo come braccetto, ma a quattro non proprio. Può soffrire i centravanti avversari soprattutto quando il Napoli va in vantaggio e si abbassa un po’. C’è più pressione per chi non deve retrocedere anzichè per chi deve vincere lo scudetto".
Momento amarcord per Milanese, che ricorda la sua esperienza in azzurro: "A Napoli son stato benissimo, mi piaceva il tifo e mi piaceva la pressione che c’era intorno al calcio.
Il Napoli dovrebbe schierare ancora Mathias Olivera da difensore centrale a causa degli infortuni di Alessandro Buongiorno e Juan Jesus. Una scelta che potrebbe creare dei problemi agli azzurri, secondo Milanese: "Olivera meglio da terzino, al massimo lo vedo come braccetto, ma a quattro non proprio. Può soffrire i centravanti avversari soprattutto quando il Napoli va in vantaggio e si abbassa un po’. C’è più pressione per chi non deve retrocedere anzichè per chi deve vincere lo scudetto".
Momento amarcord per Milanese, che ricorda la sua esperienza in azzurro: "A Napoli son stato benissimo, mi piaceva il tifo e mi piaceva la pressione che c’era intorno al calcio.
Mi esaltava avere lo stadio pieno, però ho visto anche gente piangere tra primo e secondo tempo quando le cose andavano male. Il tifo è passionale e pesante contemporaneamente. Mi esaltava il fatto di ricevere di più di ciò che davo in campo. Sarei rimasto volentieri a Napoli, per ogni calciatore sarebbe necessario fare almeno un anno a Napoli. Il mio goal al Verona? Pensai ‘o la tiro in curva o la tengo bassa’, diciamo che mi andò bene perchè la palla si infilò all’angolino. Quel boato dello stadio è stato il più grosso rumore sentito nella mia carriera calcistica”.
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